La figliastra di Hannah sedeva al tavolo della cucina, nella fattoria dei Parrock. Aveva quasi diciotto anni, una folta chioma corvina e splendidi occhi neri. Non fosse stato per la bocca, dalle labbra sottili e dure, si sarebbe potuta dire bella. Teneva in mano un coltello e con la lama sottile e affilata scuoiava un coniglio, operazione in cui sembrava piuttosto esperta.
(Michael McDowell, Katie)

Puntavo il prolifico McDowell già da un po’, ma non ho avuto il coraggio di iniziare dalla corposa serie di Blackwater (per quanto ritenuta il suo capolavoro). Così ho ripiegato sul più contenuto Katie che aveva il pregio di essere un autoconclusivo. Che dire, McDowell è stata una promessa mantenuta, mi sono completamente persa nel suo universo narrativo: un gothic horror sui generis carico di intrighi, disavventure ma soprattutto tanta tanta ironia (non avrei mai pensato di farmi delle sonore risate visto il genere) ^^ Per non parlare del punto di vista tutto al femminile, Philo Drax e Katie sono stata due antagoniste davvero interessanti…
IL MIO PENSIERO

Bussarono di nuovo e, sbattendo il suo piatto sul tavolo, Katie si alzò di scatto e spalancò la porta. Fuori, e già quasi impantanata nel fango del cortile, c’era una giovane della sua età, con una borsa di tessuto. Che fosse più bella di Katie poteva essere questione di gusti, ma di certo i tratti del volto denotavano indipendenza, franchezza e intelligenza…
Come riassumere la trama di Katie in poche parole? Due donne e una borsa di tessuto carica di soldi… Sembrerebbe l’incipit di un western da due soldi (e in effetti in America ci siamo, ma quella della Gilded Age) ma i risvolti si fanno subito ben più macabri e sanguinari.
Katie e la banda degli Slape, ovvero una famiglia disfunzionale fatta di individui gretti, bestiali e assolutamente privi di qualsiasi morale, si sono macchiati dell’assassinio del nonno di Philomela Drax, privandola da un giorno all’altro di famiglia e futuro (nella fattispecie la succitata valigia piena di soldi). E così le due giovani iniziano a rincorrersi sulla pagina a suon di misfatti, colpi di scena e… martelli insanguinati.
Due figure femminili allo specchio: da una parte Philomela, detta Philo, giovane assennata, forse un po’ ingenua, ma decisamente votata all’indipendenza e all’avventura, capace di piegare al successo anche le disgrazie (con l’aiuto di soli cinque centesimi ^^), dall’altra Katie, spietata, sanguinaria e dotata di poteri medianici a dir poco sorprendenti (per non parlare della sua abilità a sfondare crani con un martello)… e nel mezzo? Nel mezzo la benedetta valigia di soldi e l’ironia spiazzante di McDowell che ci racconta un’America in fermento e in ascesa, votata a un’unica grande divinità: il denaro. Che sia nei villaggi rurali del New Jersey o nelle grandi città (come Philadelphia e New York) i personaggi che popolano le pagine di Katie sono tutti mossi dall’interesse: gretti arrampicatori sociali, petulanti cucitrici in cerca di riscatto, giovani disinvolte decise a godersi i piaceri della metropoli, ottusi sociopatici incapaci addirittura di calcolare la fortuna che stringono tra le mani. La stessa Philo per quanto in cerca di verità e giustizia non manca di ammettere che: i soldi non fanno la felicità […] ma la mancanza di soldi rendeva senz’altro infelici.
Che dire, mi sono persa tra le maglie narrative di McDowell, tra fughe, sedute spiritiche, morti truculente (perché spesso il male non ha un perché) e inaspettati ribaltamenti di fortuna, ma su tutto ad avermi rapita sono state le moltitudini di una New York rumorosa, polverosa ma decisamente viva: La caratteristica più distintiva di New York non le sembravano le dimensioni – fino a quel momento aveva visto poche strade –, ma le moltitudini che conteneva: non due piccoli facchini a strapparti le borse di mano al molo, ma cinquanta; non tre pensioni tra cui scegliere, ma centinaia; non una nuova amica al suo arrivo, ma una decina.
Quattro pantofole: Un romanzo di genere che decisamente fa il suo, intrattiene, cattura, diverte e "disgusta" senza soluzione di continuità, insomma una promessa mantenuta.
Di seguito vi lascio come sempre tutti i dati del volume, pubblicato da Neri Pozza (che sta curando la pubblicazione delle opere di McDowell):

MICHAEL MCDOWELL
Katie
editore: Neri Pozza; pagine: 400; EAN: 9788854529717
data di pubblicazione: 14 gennaio 2025
brossura: € 14.90
Quando Philomena Drax riceve una lettera dal nonno, caduto nelle grinfie della crudele famiglia Slape che mira ai suoi soldi, si precipita in suo aiuto. Ma non ha fatto i conti con Katie Slape, giovane selvaggia, ladra spietata, veggente assassina. Fra incendi, spettacoli di cabaret e due colpi di martello, le due si rincoreranno come in una danza macabra nell’America della Gilded Age. Perché nessuno sfugge alla furia di Katie.
Traduzione di: Elena Cantoni

CHI ERA MICHAEL MCDOWELL (1950-1999):
Nasce a Enterprise (Alabama) e frequenta le scuole statali del Sud dello Stato fino al 1968. Consegue la laurea e un master in Letteratura inglese all’università di Harvard, e nel 1978 un dottorato di ricerca in Letteratura inglese alla Brandeis.
Pubblica oltre trenta volumi di narrativa firmati con il suo nome o sotto pseudonimo e negli anni Ottanta si afferma come sceneggiatore (tra i suoi lavori si ricorda Beetlejuice del 1988).
Tra le sue opere più importanti si annovera la saga di Blackwater pubblicata per la prima volta in Italia da Neri Pozza nel 2023, cui hanno fatto seguito Gli aghi d’oro (2024) e Katie (2025).
E ovviamente eccoci alla musica. Gli Slape nella loro rozzezza e brutalità sono pur sempre degli appassionati di spettacoli e cabaret, che a New York non mancavano di certo. E così eccoli perfino a un concerto di Blind Tom, uno dei più noti pianisti afroamericani del XIX secolo. Non ci restano registrazioni dirette delle sue opere ma a Blind Tom hanno reso omaggio moltissimi artisti, tra cui John Davis ed Elton John. Noi, però, ci andiamo ad ascoltare un pezzo di Grant-Lee Phillips intitolato appunto Blind Tom.
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