martedì 17 giugno 2025

1793

Ma questa è una faccenda completamente diversa, qualcosa che né tu né io abbiamo mai visto prima d’ora. Se esistesse qualcun altro a cui affidare un compito come questo non esiterei nemmeno per un istante. Ma non c’è nessuno, e da qualche parte là fuori un mostro sotto sembianze umane si aggira ancora a piede libero.
(Niklas Natt Och Dag, 1793)


Diciamo che 1973 è rimasto sul mio scaffale troppo a lungo, lì dimenticato da una parte. Quando me lo sono ritrovato per caso tra le mani non me la sono sentita di rimandarne ancora la lettura anche se quella data schiaffata in copertina un po’ di soggezione me la metteva: “Chissà in che mattonazzo storico sto andando a cacciarmi” è stato il primo pensiero, ma una volta immersa nelle pagine e nelle gelide acque che lambivano la Stoccolma di tanti secoli fa, mi sono persa mio malgrado in una storia nera e vischiosa come l’inchiostro, e cattiva come l’abisso delle passioni umane…

IL MIO PENSIERO
– Ecco, in realtà c’è dell’altro, Cardell. Avrei dovuto dirvelo subito, ma ho buttato giù qualche bicchiere di troppo. Cecil Winge sta morendo di tubercolosi. […] Al commissariato tutti quanti gli portano rispetto, ma l’hanno già ribattezzato «il fantasma di palazzo Indebetou».
Un reduce di guerra senza un braccio e un procuratore integerrimo roso dalla tubercolosi. Già i protagonisti promettevano bene in questo thriller storico dove il ritrovamento di un corpo orrendamente mutilato innesca una storia labirintica come le strade acciottolate che affastellano la città vecchia di Stoccolma. Sono gli anni della Rivoluzione, i cui ideali si rovesciano a macchia d’olio su tutta Europa, un fiume ribollente che il Potere tenta invano di arginare nella strenua difesa di privilegi e ricchezze a scapito della povera gente. Ed è una Stoccolma affamata quella che ci accoglie tra le sue pagine, rosa dalla disperazione e nera come le acque ribollenti del Fatburen che vomitano il corpo mutilato di un uomo senza nome. Ma un corpo non dovrebbe essere seppellito senza un nome, perché è così che nascono i fantasmi, e allora al ribattezzato “Karl Johan” saranno Mickel Cardell e Cecil Winge a ridare dignità e verità.
La storia si divide in quattro parti e da palazzo Indebetou, sede del commissariato di polizia, ci conduce in un’antica dimora divenuta postribolo per i più perversi esponenti dell’alta società, in un’austera e grigia casa di correzione dove giovani prostitute sono sottoposte a estenuanti ore di lavoro e alle voglie dei propri carcerieri e nella Stoccolma notturna dove giovani spiantati in cerca di riscatto possono imbattersi nel diavolo e perdere la propria anima. Perché sono le passioni umane in definitiva a muovere gli ingranaggi di questa storia, passioni nere come la notte e profonde come un abisso.
Devo ammettere che più leggevo, più mi dicevo, “no, è troppo, non è il mio genere” eppure continuavo a leggere, come rosa dalla stessa febbre che consuma il procuratore Cecil Winge e nonostante ogni nome mi portasse via quei buoni cinque minuti ^^ (w le lingue germaniche…) l’ambientazione ha avuto la sua buona parte di fascinazione.
Perché l’altra grande protagonista di questo romanzo è la Storia e l’opera certosina dell’autore che ha riportato in vita personaggi, luoghi ed eventi. Dal grande incendio del ‘59 che come “un gallo rosso” divora tutto ciò che incontra sul suo cammino alla Rivoluzione francese la cui eco infiamma gli animi anche nelle vecchi bettole della Città tra i Ponti:
– No, la regina di Francia, cretino! Maria Antonietta. La notizia è arrivata ieri. L’hanno messa sotto la lama e hanno buttato il suo corpo in una tomba senza nome. Che barbarie!
Il soldato prende Cardell per le spalle e gli avvicina la bocca all’orecchio per sussurrare furtivamente.
– Eppure c’è chi pensa che la folla abbia la ragione dalla sua, perfino qui, in questo locale. A buon intenditor…
Quattro pantofole. La strana coppia Cecil Winge/Mickel Cardell è decisamente vincente e il tentativo di dare un nome e un riscatto al fantomatico “Karl Johan” mi ha avvolta in un sudario di orrore e morte, che è poi quello che un buon thriller dovrebbe fare… La storia ovviamente prosegue con 1794 e 1795, ebbene sì stiamo parlando di una trilogia ma, come dire, sono piuttosto titubante, a una storia ben orchestrata in genere segue la delusione e nei thriller il fattore diventa anche esponenziale, voi che dite?

Di seguito, come sempre, vi lascio tutti i dati del volume pubblicato da Einaudi:

NIKLAS NATT OCH DAG 

1793
editore: Einaudi; pagine: 496; EAN: 9788806246716
data di pubblicazione: 8 settembre 2020
brossura: € 15.00 
È l’autunno del 1793. Gustavo III è morto e la Svezia geme sotto il pugno di ferro di Gustaf Adolf Reuterholm, il lord reggente. Il Paese è affamato, sfinito dalle troppe guerre del defunto re. La paranoia prolifera come un morbo e per i vicoli di Stoccolma si sussurra di cospirazioni e complotti. Cosí la scoperta di un cadavere orrendamente mutilato sull’isola di Södermalm diventa una questione della massima urgenza. L’incarico di risolvere il mistero viene affidato a Cecil Winge, un geniale procuratore ormai consumato dalla tisi. Con lui, Mickel Cardell, un reduce della guerra contro la Russia che, nonostante abbia lasciato il braccio sinistro sul campo di battaglia, possiede ancora una forza quasi sovrumana.
Traduzione di: Gabriella Diverio e Alessandra Scali

CHI È NIKLAS NATT OCH DAG:
Nato a Stoccolma nel 1979, è il discendente della piú antica famiglia aristocratica svedese, da tempo decaduta. Vive a Stoccolma con la moglie e i figli. Nel 2019 Einaudi ha pubblicato 1793, il suo esordio e primo libro di una trilogia su Stoccolma che ha cambiato il thriller storico. Nel 2020 ha pubblicato il secondo libro, 1794 e nel 2022, il terzo, 1795.

E chiudiamo ovviamente con la musica e con One dei Metallica, ritratto orribile e straziante di un veterano di guerra che in tutta onestà mi ha rimbombato in mente per i suoi parallelismi non solo con il personaggio di Cardell ma anche con quello della vittima.
One è il terzo singolo estratto dall’album …And Justice for All (1988), e contiene uno dei migliori assoli di chitarra di sempre… provare per credere.

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