domenica 25 maggio 2025

Le piccole storie della locanda Kamogawa

Gli occhi fissi sugli appunti, Nagare la pregò di essere più chiara, ma, nel bel mezzo della spiegazione, alzò il viso dall’agenda e la interruppe seccamente. – Koishi, noi indaghiamo e basta. Al resto ci penserà il destino.
A quelle parole, la giovane annuì in silenzio.

(Kashiwai Hisashi, Le piccole storie della locanda Kamogawa)


Se dovessi riassumere le emozioni di questa lettura in due parole, direi “una coccola”. Dopo aver letto il primo volumetto di Hisashi dedicato ai detective del cibo (Le ricette perdute del ristorante Kamogawa), sono tornata senza colpo ferire a immergermi tra le sue pagine, a immergermi tra le delicatezze e le malinconie di profumi e sapori che aleggiano tra i tavoli dell’anonimo locale gestito da Nagare e sua figlia Koishi. Un libretto garbato, intriso di ricordi perduti, descrizioni delicate e puntuali e fugaci suggestioni… una coccola insomma.
IL MIO PENSIERO
– Il gusto segue strade misteriose, – continuò Nagare, […] – Pensi un attimo alla parola «casa», a quel nido dove vive la famiglia. Lì, oltre al cibo in senso stretto, si trovano sapori che sono esperienze personali, la sicurezza dello stare insieme, le reciproche attenzioni: tutto ha un gusto irripetibile. E sono certo che anche lei, da piccola, usasse queste piccole posate.
Eccola qui, condensata nelle parole di Nagare, la “magia” del ristorante Kamogawa. Perché è questo che fanno Nagare e sua figlia Koishi, indagano sui piatti che i loro avventori cercano, decisi a “riassaggiarli” dopo un tempo indefinito, per riprodurli alla perfezione, nella consistenza, nei profumi, nei sapori e nei sentimenti “irripetibili” di quel primo assaggio. Perché diciamocelo il gusto è un marcatore temporale formidabile, così come la musica, e a esso si associano ricordi, emozioni, momenti e storie vissute. Quindi, andare a ricercare quel determinato piatto è di fatto andare a ricercare un momento del proprio, passato per riviverlo magari, oppure esorcizzarlo, superarlo e finalmente andare avanti.
E questa è la specialità “investigativa” del ristorante Kamogawa, un piccolo esercizio nascosto tra le suggestive stradine di Kyoto, senza neppure un insegna. A condurre gli avventori (e il lettore) davanti a questo anonimo edificio è l’articolo di una rivista culinaria che decanta le prodezze del cuoco e di sua figlia, ma, assai più probabile, è il destino stesso a metterci ogni volta lo zampino.
La struttura del romanzo è in tutto identica a quella del primo volume, ogni capitolo un piatto, ogni capitolo una storia che emerge dalle pagine e dalle pieghe del tempo. E quindi ci imbattiamo in uno studente universitario alla ricerca del bentō della sua infanzia e di una figura paterna con cui far pace, conosciamo Takeda Kane una stilosa giornalista gastronomica che vorrebbe far assaggiare al figlio l’hamburger “perfetto”, incontriamo i coniugi Masayuki e Yoshie in lutto per la morte di un figlio e Onodera Katsuji che ordinava sempre una soba cinese da una bancarella sotto il ponte Kitaōji.
A far da corollario alle piccole storie che affollano i tavoli del ristorante Kamogawa ci sono poi le puntuali destrizioni dei piatti, degli ingredienti, delle porcellane e delle bacchette laccate, e, tra uno sbuffo di vapore e una tazza di tè, gli adorabili intermezzi di Nagare, sua figlia Koishi e dell’immancabile Pisolino.
Infine, a vibrare sulla pagina, sono i bozzetti fugaci di una Kyoto sempre magica in ogni stagione, con le sue botteghe, i palazzi e il tempio Higashi Hongan a vegliare su tutto.
Quattro pantofole. Una lettura avvolgente, ricca di atmosfera e suggestioni, una “coccola” in cui perdersi e un volumetto garbato, impreziosito dai deliziosi “neko” illustrati da Elisa Menini.

Come vi dicevo Le piccole storie della locanda Kamogawa è il secondo volume di una serie iniziata con Le ricette perdute del ristorante Kamogawa, una serie che in patria gode di un certo successo (ben 7 volumi e un drama). Di seguito vi lascio tutti i dati del titolo in questione:

KASHIWAI HISASHI

Le piccole storie della locanda Kamogawa
editore: Einaudi; pagine: 168; EAN: 9788806266608
data di pubblicazione: 16 gennaio 2024
brossura: € 16.50 
A Kyoto in un vicolo di Shomen-dori c’è il ristorante Kamogawa: un luogo caldo, appartato. Un posto dove riassaporare i propri ricordi. A gestirlo, ormai da anni, ci sono un padre e una figlia, conosciuti come gli investigatori degli enigmi culinari, poiché abilissimi nel rintracciare gli ingredienti perfetti per i piatti del cuore di ogni avventore: come Kitano Kyosuke, nuotatore olimpionico ossessionato dal bento all’alga nori preparatogli dal padre ogni giorno; o Takeda Kana, giornalista gastronomica che vorrebbe scoprire il segreto del cibo preferito di suo figlio, all’apparenza un semplice hamburger; oppure Onodera Katsuji, che sogna di mangiare ancora una volta la soba cinese che ordinava a una bancarella e rivivere cosí certi istanti della sua giovinezza. Nel secondo capitolo dei detective del cibo, tra tofu, germogli di bambú, tè matcha, alga wakame e decine di altri sapori, sarà lo chef Nagare ad aiutarli, scovando le ricette che cercavano e gettando una luce tutta diversa sui momenti piú significativi delle loro vite.
Traduzione di: Alessandro Passarella

CHI È KASHIWAI HISASHI:
è nato nel 1952 ed è cresciuto a Kyoto. Ha lavorato come giornalista e consulente televisivo. È autore della serie sul Ristorante Kamogawa, composta da sette libri e da cui è stata tratta una serie tv. Per Einaudi ha pubblicato Le ricette perdute del ristorante Kamogawa (2023 e 2024) e Le piccole storie della locanda Kamogawa (2024 e 2025).


E ovviamente a chiudere la recensione non può mancare un brano. In questo caso, ho scelto Magic Shop dei BTS che con le sue suggestioni mi ricorda un po’ l’accogliente locale di Nagare e Koishi. Scritto da Jungkook e dedicato agli Army, il brano fa parte dell’album Love Yourself: Tear del 2018 e noi ci andiamo ad ascoltare la versione live, ovviamente al Tokyo Dome per restare in tema Giappone. ^^

Nessun commento:

Posta un commento

Accomodatevi, infilate le pantofole e... lasciate un commento!