– I miei compatrioti dicono che i filibustieri sono uomini senza fede, senza legge, dediti solamente al ladroneggio di mare; io posso ora dire come fra costoro si trovano anche dei valorosi, che in fatto di cavalleria e di generosità possono dare dei punti ai più compiti gentiluomini d’Europa. Signor cavaliere, ecco la mia mano: Grazie!… –
(Emilio Salgari, Il Corsaro Nero)

Forse oggi la penna di Emilio Salgari può apparire desueta, antica, rétro diciamo, eppure la sua capacità di immergere il lettore in un mondo di avventura, azione ma anche sentimento per me resta impareggiabile e le descrizioni di quei paesaggi esotici per noi contemporanei così a portata di mano continuano ad avere tutto il fascino della passione e della ricerca, pur con le sue imprecisioni, dello scrittore che passava intere giornate in biblioteca a documentarsi. Certo ci sono le frasi fatte, certo ci sono i costrutti pesanti, gli stereotipi, ma appena ho sfogliato le prime pagine del Corsaro Nero sono tornata bambina, ho sentito il profumo del mare in tempesta sulla pelle e mi sono lasciata coinvolgere dal fascino dei filibustieri della Tortue e dell’elegante e funereo eroe che li conduce…
IL MIO PENSIERO
– Uomini del mare!… – gridò, – uditemi!… Io giuro su Dio, su queste onde che ci sono fedeli compagne e sulla mia anima, che io non avrò bene sulla terra, finché non avrò vendicato i fratelli miei spenti da Wan Guld. Che le folgori incendino la mia nave; che le onde m’inghiottano assieme a voi; che i due Corsari che dormono sotto queste acque, negli abissi del gran golfo, mi maledicano; che la mia anima sia dannata in eterno, se io non ucciderò Wan Guld e sterminerò tutta la sua famiglia come egli ha distrutto la mia!… Uomini del mare!… Mi avete udito?…
È la vendetta a muovere l’intera vicenda narrativa del Corsaro Nero, la vendetta a spingere Emilio di Roccanera, signore di Ventimiglia, alias il Corsaro Nero, a solcare i mari dei Caraibi in lotta con gli spagnoli ma soprattutto in cerca del duca fiammingo Wan Guld, reo di un iniquo tradimento e della morte dei fratelli di Roccanera. E così seguiamo questo filibustiere sui generis, elegante, nobile e gentiluomo, prima tra i vicoli e i tetti di Maracaibo e poi tra i marosi delle Antille, dove non mancano gli incontri fatali, nella fattispecie la duchessa Honorata, perché mai può venir meno un tocco di pathos e romanticismo nelle trame salgariane.
Tra piratesche frasi fatte (i “per mille pesci-cani”, “lampi”, “Tuoni d’Amburgo” e “ventre di pesce-martello!” si sprecano), non pochi stereotipi e costrutti “pittoreschi” la trama avventurosa è però serrata e coinvolgente. Ci sono gli inseguimenti tra le foreste vergini del Venezuela, tra paludi, indiani antropofagi, coguari e giaguari, ci sono gli abbordaggi e i cannoneggiamenti e ci sono soprattutto le dettagliate descrizioni della natura selvaggia, ricche di termini esotici che rivelano tutto il gusto libresco e di ricerca di Emilio Salgari. E così anche la storia fa il suo ingresso tra le pagine, fra i pirati della Tortue compaiono infatti nomi ed episodi illustri: si pensi all’assedio di Gibraltar in cui il Corsaro Nero affianca nientemeno che l’Olonese, uno dei più famosi pirati della storia, noto soprattutto per l’efferata crudeltà. Ma qui entrano in gioco il gusto romanzesco e le licenze poetiche di Salgari, per cui il bucaniere francese viene impropriamente identificato con il nome di Pietro Nau perdendo tra l’altro gran parte dei tratti violenti e sanguinari e assumendo invece quelli dell’eroe ribelle.
Il tema del mare poi non può rubare il cuore, simbolo di libertà, potenza e pericolo mi incanta ogni volta: La Folgore, colla velatura ridotta a minime proporzioni […] aveva impegnata valorosamente la lotta. Pareva un fantastico uccello che radesse le onde. Ora saliva intrepidamente quelle montagne mobili, scorrendo fra due fasce di spuma gorgogliante, come se volesse speronare la nera massa delle nubi, ed ora scendeva fra quelle pareti liquide, come se volesse giungere fino nel fondo del mare.
Quattro pantofole e mezzo. Un grande classico dell’avventura che pur con tutti i limiti del tempo non può non incantare il cuore e far sognare il lettore, per la sottoscritta battuto solo dall’altro grande pirata salgariano quella tigre di Mompracem che resta il mio eroe di bambina.
Ho riletto questo romanzo in una vecchia edizione illustrata degli anni Settanta, che mio nonno acquistò all’epoca per posta con l’intenzione di creare una bella collana per ragazzi per i futuri nipoti (caro nonno non sai quanto quei libri siano stati apprezzati!!!), ma vi lascio di seguito tutti i dati di un’edizione più recente, la Newton Compton del 2021:

EMILIO SALGARI
Il Corsaro Nero
editore: Newton Compton; pagine: 320; EAN: 9788822751669
data di pubblicazione: 1 aprile 2021
copertina flessibile: € 9.90
«Uomini del mare! Uditemi! Io giuro su Dio, su queste onde che ci sono fedeli compagne e sulla mia anima, che non avrò bene sulla terra finché non avrò vendicato i miei fratelli uccisi da Wan Guld! Che le folgori incendino la mia nave; che le onde mi inghiottano assieme a voi; che i due corsari che dormono sotto queste acque, negli abissi del Gran Golfo, mi maledicano; che la mia anima sia dannata in eterno, se io non ucciderò Wan Guld e sterminerò la sua famiglia come egli ha distrutto la mia!». Con questo tremendo giuramento il conte di Ventimiglia, divenuto il Corsaro Nero, uno dei personaggi più suggestivi creati dalla fantasia di Salgari, promette di vendicare la propria famiglia annientata da un crudele nemico. Ma il destino vorrà che la fanciulla amata dal Corsaro Nero…

CHI ERA EMILIO SALGARI (1862-1911):
È stato uno dei più grandi scrittori italiani di avventura, conosciuto e amato anche all’estero per le sue saghe sui pirati della Malesia e i corsari delle Antille. Autore straordinariamente prolifico scrisse anche romanzi storici e opere fanta-scientifiche e i suoi personaggi, protagonisti di fumetti, film e celebri serie televisive, sono diventati icone della cultura collettiva italiana. Tra le opere principali ricordiamo: Le tigri di Mompracem, I misteri della giungla nera, I pirati della Malesia, Il corsaro nero, La regina dei Caraibi…
Ed eccoci alla nostra colonna sonora e per questo romanzo mi sono ispirata a una raccolta geniale e bizzarra, Rogue’s Gallery (2006) curata da Hal Willner e prodotta nientemeno che da Johnny Depp. Un tributo alle canzoni dei pirati e ai canti di mare della tradizione reinterpretati da grandi voci: Sting, Bono, Lou Reed, Nick Cave, Gavin Friday e chi più ne ha più ne metta. E noi in particolare ci andiamo ad ascoltare The Cruel Ship’s Captain interpretata da Bryan Ferry.
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