sabato 22 agosto 2020

L'accusa


«Sì, hai ragione, è un olmo. Ma non un olmo qualunque, è un olmo prezioso.»
«Un olmo prezioso?»
«Sì, vedrai, quando quest'albero sarà cresciuto e avrà raggiunto il comignolo di cemento della fabbrica di salse, ti darà caramelle, mille specie di dolcetti e molte altre cose ancora.»
«Sono balle.»
«No, è vero, credimi. Ti ho mai mentito?»
(Han Kang, Atti umani)


Buon sabato, lettori in pantofole! Eccomi di ritorno, in questo weekend di fine estate, pronta a parlarvi di un romanzo scoperto e letto grazie a Instagram. Ancora un volta galeotta è stata @hyangaksoul e le sue letture condivise dedicate alla letteratura coreana. A questo giro ci ha proposto L'accusa di Bandi, un libro molto particolare perché, attraverso una serie di racconti, ci descrive la vita in Corea del Nord come mai è stato fatto prima. Del resto, si tratta di un romanzo clandestino per la penna di uno scrittore nordcoreano, sotto pseudonimo ovviamente, che solamente con grandi difficoltà è riuscito a far oltrepassare ai suoi scritti i confini più blindati al mondo...


Bandi significa "lucciola" in lingua coreana e davvero l'autore di questi racconti sembra illuminare con la sua fievole luce un mondo ancora quasi del tutto sconosciuto per il lettore occidentale. E così si snodano sotto i nostri occhi le storie di tante, troppe anime asservite, piegate, ridotte in ginocchio dal cieco operato del regime. C'è il grande olmo sotto cui due giovani soldati hanno fiduciosamente giurato fedeltà al partito, c'è il freddo che penetra nelle baracche durante un inverno di carestia, c'è il pianto di un bambino ossessionato dalle foto propagandistiche di Marx e di Kim Il-sung e poi ci sono un uomo incapace di raggiungere la madre morente perché sprovvisto di un permesso di viaggio, un'anziana comodamente sprofondata nei sedili di una berlina e una stazione in rivolta, una famiglia condannata per aver fatto morire una cassa di piante di riso e la fredda indifferenza di una casa di mattoni rossi...  

IL MIO PENSIERO
Quel barbuto europeo ha detto che il capitalismo è un mondo di oscurità mentre il comunismo è un mondo di luce.
Io, Bandi, che vivo nel mondo della luce, ho in sorte di brillare soltanto nell'oscurità e denuncio a voce alta e forte che se questa oscurità è una notte senza luna il mondo di luce del barbuto è un abisso nero come l'inchiostro.
È con queste parole di denuncia che si apre la raccolta di racconti firmata da Bandi, questo misterioso scrittore nordcoreano deciso a illuminare con la sua penna la vita di un popolo sconosciuta ai più. Del resto Bandi in coreano significa appunto "lucciola" e non poteva essere che uno pseudonimo a firmare queste pagine. Per uno scrittore appartenente al Comitato centrale della Federazione degli autori del Joseon è infatti impossibile pubblicare qualcosa che sia anche solo velatamente lesivo nei confronti dell'ideologia di partito. Per questo i racconti di Bandi, scritti a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, sono rimasti per lungo tempo occulti e solo dopo molte peripezie, nascosti tra le pagine di opuscoli di propaganda comunista, sono arrivati in Corea del Sud dove hanno visto la pubblicazione. 

E così l'identità di Bandi ci resta sconosciuta ma le sue parole si fanno chiare, "luminose" nel presentare la vita di molti nordcoreani costretti ogni giorno a piegarsi alle dinamiche di partito, all'ostruzionismo, alla corruzione. La denuncia si concentra soprattutto sugli ultimi anni di governo di Kim Il-sung (ne è un esempio lampante il racconto La scena che descrive la veglia funebre del presidente) e sulla grave carestia che colpì la Corea del Nord negli anni Novanta. Protagonisti sono spesso uomini comuni costretti, nella vita di ogni giorno, a fare i conti con la presenza "ingombrante" del partito. Dal giovane Myeong-cheol incapace di raggiungere al capezzale la madre morente perché sprovvisto di un banalissimo documento di viaggio, alla madre che si vede condannata per essere stata incapace di insegnare i principi rivoluzionari al figlio piccolo, terrorizzato dalle fotografie propagandistiche di Marx. Tante vite comuni, come vi dicevo in precedenza, tante storie personali che però si fanno simbolo delle condizioni di un intero popolo. Con uno stile semplice, privo di fronzoli, a tratti ironico nella sua drammaticità, Bandi si fa veramente voce del proprio paese e una cappa scura non può che avvolgere il cuore del lettore. 
A colpire la sottoscritta in particolare è stata la presenza piuttosto pregnante di un sentimento di disillusione, perdita dell'innocenza, disinganno che aleggia sulla  maggior parte dei racconti presenti in questa raccolta. Bandi denuncia soprattutto la caduta degli ideali socialisti, il tradimento dell'ideologia che si è fatta dittatura. Ne sono un esempio lampante i racconti L'olmo prezioso e Fungo rosso che, guarda caso, aprono e chiudono in un cerchio perfetto la raccolta. Nel primo, che ho amato moltissimo, è il rigoglioso olmo di Seol Yong-su a rappresentare le speranze di un'intera vita sradicate come le radici di un albero, mentre in Fungo rosso è un giovane giornalista a dover fare i conti con l'indifferenza e le false accuse costruite dalla "casa di mattoni rossi" (la sede del Comitato del Partito). 

Quattro pantofole. L'accusa è un libro difficile, che non si affronta a cuor leggero che vi avvolgerà come una nuvola scura con la sua angoscia, che farà sorgere tante domande e tanta rabbia ma che pure illumina e squarcia il velo sulla vita di una nazione ancora sconosciuta ai più, soprattutto a noi occidentali, sulla vita di un popolo oppresso ma così carico di tradizioni, storia e umanità.

Ho letto L'accusa in eBook ma di seguito vi lascio i dati dell'edizione cartacea pubblicata in Italia da Rizzoli:


BANDI

L'accusa
(Gobal)
editoreRizzoli; pagine: 256; EAN: 9788817090087
data di pubblicazione: 30 marz0 2017
copertina rigida: € 18.00; eBook: € 7.99acquistalo su: la Feltrinelli

Bandi («lucciola») è lo pseudonimo di un scrittore nordcoreano, membro dell'organizzazione ufficiale degli autori del regime. I racconti contenuti in questo libro, scritti nell'arco di oltre vent'anni, dopo lunghe peripezie hanno superato una delle frontiere più chiuse del mondo, nascosti tra le pagine di alcuni volumi di propaganda comunista, per essere poi pubblicati nel 2014 in Corea del Sud. Bandi, invece, ha scelto di restare e di dare voce, segretamente, al dolore e alla sofferenza di un popolo ridotto al silenzio dalla dittatura. I suoi racconti diventano quindi delle finestre su un paese pressoché sconosciuto in Occidente, e sulle esistenze dei suoi abitanti, segnate dalla miseria, dall'assurdità di una burocrazia opprimente, dalla gestione arbitraria del potere, dall'ipocrisia dell'informazione di governo. Incontriamo un uomo che non riesce a tornare a casa per salutare la madre morente, smarrito tra treni che non partono e interminabili controlli; bambini che hanno dato ai loro demoni notturni il volto degli uomini rappresentati negli onnipresenti manifesti di propaganda; anziani schiacciati da una vita di lavoro, fatiche, umiliazioni, paura. Eppure Bandi assume anche lo sguardo ironico e sferzante della satira, e tratteggia la vita quotidiana di un popolo ancora capace di solidarietà e speranza, ancora profondamente carico di umanità.
Traduzione di: Manuela Maddamma

CHI È BANDI:
è lo pseudonimo di uno scrittore nordcoreano, membro del Comitato centrale della Federazione degli autori del Joseon, l'organizzazione ufficiale degli scrittori di regime. Nato nel 1950, dopo l'infanzia trascorsa in Cina torna in Corea del Nord. Si fa notare per il suo talento letterario già in giovanissima età, e continua a scrivere e pubblicare nonostante il faticoso lavoro da operaio. L'accusa è la sua prima opera pubblicata in Occidente.

E chiudiamo con la musica. Il racconto Fungo rosso mi ha fatto inevitabilmente pensare ai System of a Down e al video di Hypnotize (Hypnotize, 2005) con quella vernice rossa che si riversa da un elicottero e quella frase: Propaganda leaves us blinded...

2 commenti:

  1. Libro davvero interessante per scoprire qualcosa di più su un Paese avvolto da una cortina di mistero :)

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    1. Sì, una raccolta di racconti davvero interessante e che merita!

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