domenica 24 novembre 2019

Margine di fuoco


L'idea della vernice fresca, l'idea di rendere pulita e onesta quella casa e quella vita ora sembrava assurda. Ci sarebbe sempre stata la paura. Ci sarebbe sempre stato il dubbio. Ci sarebbe sempre stato il rimpianto. Hannah si chiese: se non fosse andata fino in fondo, se l'anno prima avesse deciso di avere il bambino, ora sarebbe riuscita a evitare tutto quel dolore?
(John Smolens, Margine di fuoco)


Buona domenica, lettori in pantofole! Finalmente torno sul blog con una nuova recensione.
Allora, inizio col dire che Margine di fuoco mi attirava già da un po' di tempo, a incuriosirmi era soprattutto l'ambientazione: la penisola a nord del Michigan che affaccia direttamente sul Lago Superiore. Per intendersi sono più o meno gli stessi scenari de Le vergini suicide (trovate qui la recensione): sonnacchiosi paesini di provincia, remoti e isolati anche se trama e tono ci allontanano di molto da Jeffrey Egenides. Comunque la lettura di John Smolens ha dato i suoi frutti: mi ha intrattenuta, legata, piacevolmente colpita. Non ci sono stati grandi slanci e scossoni ma ne è valsa la pena...    


Estate 1996: a Whitefish Harbor, piccolo paese della penisola nord del Michigan, la giovane Hannah LeClaire incontra Martin Reed, forestiero di Chicago deciso a trasferirsi in quell'angolo di mondo e a ristrutturare una vecchia casa acquistata nei dintorni. I lavori nella pericolante dimora avvicinano inevitabilmente i giovani che tentano di ricostruire insieme le proprie vite. Hannah ha un pesante fardello sulle spalle, un rapporto interrotto e un aborto che pesa ancora sulla coscienza, Martin di dieci anni più anziano è in cerca di radici o di una qualche forma di stabilità in quello che fu il paese di origine della propria madre. Ma il rapporto dei due si complicherà con il ritorno di Sean Colby, ex fidanzato di Hannah, congedato misteriosamente dall'esercito degli Stati Uniti. Sean, figlio di un agente di polizia e ossessionato dal ricordo di Hannah ha molto da nascondere e ben presto si troverà a scontrarsi con i nuovi sottili equilibri creatisi a Whitefish Harbor. Equilibri che coinvolgeranno anche altre vite: Frank Colby, Arnie Frick, Pearly Blankenship e molti altri... 

IL MIO PENSIERO

La sua religione, se ne aveva una, era che le cose in questo mondo dovrebbero essere a piombo, in pari e a squadro. Aveva quarantaquattro anni e aveva vissuto la sua intera esistenza a Whitefish Harbor, nella Upper Peninsula del Michigan, un paesino su un promontorio collinare che si protende verso il Lago Superiore.
Parto dall'incipit del romanzo, un incipit felice che ci presenta uno dei personaggi che ruoteranno intorno alla storia di Hannah e Martin. Pearly Blankenship è il cugino di Martin e come si evince dal primo capitolo è anche lo spiantato del paese, con sempre tanta birra nello stomaco e i poliziotti alle calcagna. Ma è un personaggio che conquista e a mio parere è proprio questa la forza di John Smolens: personaggi ben delineati, a tutto tondo, trama scorrevole, scenari affascinanti. Certo, in alcuni punti la storia si fa più confusa, vedi il racconto della vita militare di Sean Colby, e il finale (tranquilli non ho intenzione di fare spoiler) ci coglie senza tanti scossoni.
Non un thriller magnifico, come viene decantato in copertina quindi, anzi io proprio non lo definirei un thriller, eppure è un romanzo che mi ha intrattenuta, che mi ha tenuta legata a sé fino alla fine e questo proprio grazie ai suoi personaggi, al modo in cui Smolens ce li presenta e intreccia le loro vite, come tanti cerchi concentrici. Pensate a quelli prodotti da un sasso gettato in un lago, quello stesso Lago Superiore da cui emerge un passato che per molti dei personaggi di Smolens è pesante, opprimente. Basti pensare ad Hannah e alla sua gravidanza interrotta o a Sean Colby e al suo rapporto travagliato con l'integerrimo agente Frank Colby. Del resto ci troviamo nella provincia americana, una provincia remota, silente, dove l'apparenza è tutto, dove la vita inizia e finisce tra il municipio, l'ufficio postale e il diner di turno. Dove gli eventi degni di nota sono semplicemente un luccio gigante abbandonato sul portico del giudice di Whitefish Harbor e l'asta della bandiera rubata davanti al municipio. E cosa dire del "diversivo comico Pearly" e del suo processo presso la contea di Marquette? La resa dei conti tra Pearly Blankenship e il giudice Emmett Anderson è tutta un poema 😉

Tre pantofole e mezzo. Forse Margine di fuoco non sarà carico di suspence come ci è stato presentato, ma ha una grazia e una profondità tutte sue e tra sensi di colpa, rimpianti, ossessioni e rinascite, ci presenta uno spaccato realistico della provincia americana più remota a cui fanno da sfondo le bellezze naturali della Upper Peninsula:
E poi c'era un non so che nella qualità della luce, nel modo in cui indugiava sopra il Lago Superiore. Quell'ampia superficie azzurra tratteneva l'ultima luce del giorno ben oltre il tramonto. Si fermò sul limitare del bosco, puntando lo sguardo tra gli alberi, dove l'orizzonte non separava più lago e cielo. 
Si rese conto che, in quel momento, l'oscurit era l'unica cosa a disposizione di Martin.
Eppure, Pearly lo invidiava.

Di seguito vi lascio tutti i dati del volume, pubblicato in Italia da Mattioli 1885:
  
  JOHN SMOLENS

Margine di fuoco
(Fire Point)
editore: Mattioli 1885; pagine: 255; EAN: 9788862616553
data di pubblicazione: aprile 2019
brossura: € 16.00; acquistalo su: Giunti al Punto

Margine di fuoco racconta la storia dell’estate in cui Hannah e Martin tentano di ricostruire la loro vita. Si incontrano per caso, si innamorano, e decidono di restaurare una vecchia casa sul lago. Le cose si complicano quando Sean Colby ritorna in città dopo essere stato congedato dal servizio militare. Hannah è la sua ex fidanzata e la tensione cresce giorno dopo giorno. Scritto in una prosa ricca e piena di grazia, questo romanzo carico di suspense è allo stesso tempo un’emozionante storia d’amore, vendetta e rinascita, a cui fa da sfondo la bellezza incontaminata di uno dei grandi mari interni d’America, il Lago Superiore.
Traduzione di: Sebastiano Pezzani; A cura di: Chiara Voltini




CHI È JOHN SMOLENS:
nato a New York nel 1949, insegna alla Northern Michigan University dal 1996. Ha pubblicato nove romanzi e una raccolta di racconti (My One and Only Bomb Shelter). È stato nominato per il premio Pulitzer e il National Book Award e il Detroit Free Press ha selezionato Margine di fuoco come miglior libro dell’anno.


I will lay me down like a Bridge over Troubled Water (Bridge over Troubled Water, 1970) cantavano Simon a Garfunkel. E possiamo dire che nel romanzo i due ponti di sostegno per Hannah sono Martin da una parte e Pearly dall'altra. Inevitabile chiudere con questo brano quindi, però ce l'andiamo ad ascoltare nella cover country di Mr. Willie Nelson: 

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