domenica 27 gennaio 2019

Le vergini suicide


Le figlie dei Lisbon avevano rispettivamente: tredici (Cecilia), quattordici (Lux), quindici (Bonnie), sedici (Mary) e diciassette anni (Therese). Statura bassa, glutei rotondi nei jeans, guance pienotte che evocavano come un’eco quella morbidezza posteriore. I loro visi, le volte che riuscivamo a posarvi lo sguardo, ci colpivano come una sorta di rivelazione impudica, quasi fossimo avvezzi a vedere soltanto donne coperte da un velo. Nessuno sapeva spiegarsi il fatto che i Lisbon avessero messo al mondo quelle splendide creature.
(Jeffrey Eugenides, Le vergini suicide)


Buona domenica, lettori in pantofole!
Eccomi di ritorno con una nuova recensione ^^ Oggi vorrei parlarvi di un romanzo che mi ha tenuto compagnia nella prima metà del mese.
Le vergini suicide è da tempo in wishlist, il chiacchierato romanzo di Eugenides mi ha sempre incuriosita sin dai tempi dell'uscita del film diretto da Sofia Coppola (che, strano a dirsi, non ho ancora visto... ma ho intenzione di rimediare a breve). Finalmente, complice la mia TBR, mi sono fatta sotto e devo dire che, per quanto molto particolare, la lettura si è rivelata coinvolgente e disturbante insieme...


Michigan, anni Settanta. Le giovani figlie dei coniugi Lisbon, Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese si tolgono inspiegabilmente la vita, una dopo l'altra, nel giro di un anno. Belle, affascinanti, misteriose e diverse, le cinque sorelle restano un enigma per i loro coetanei che a distanza di anni ancora si interrogano sulle ragioni che le hanno condotte all'estremo gesto.
La casa dei Lisbon così come gli oggetti appartenuti alle cinque sorelle diventano quasi oggetti di culto, oscuri simboli di un'innocenza perduta. La loro storia avvolge come un sudario il quartiere residenziale nel quale le giovani sono cresciute e tra le pieghe dei ricordi affiorano ipocrisie, silenzi e desideri mai del tutto sopiti...

IL MIO PENSIERO

La mattina che si uccise anche l'ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda.
Inizia dalla fine Jeffrey Eugenides, dal suicidio dell'ultima sorella, un incipit decisamente azzeccato per una storia di ossessioni e fascinazioni distorte. Perché di questo parliamo, dell'ossessione esercitata dalle sorelle Lisbon, sulla mente e "sulla pelle" dei loro coetanei. Un'ossessione lunga una vita, che a distanza di venti anni è più forte che mai e che gradualmente e inevitabilmente si trasferisce al lettore, risucchiato in un vortice di domande senza risposta. Perché le sorelle Lisbon si sono tolte la vita? Chi erano le sorelle Lisbon e come vivevano? E perché sono penetrate così in profondità nell'immaginario dei loro coetanei?
Il lettore si interroga man mano che procede la storia, man mano che il narratore (la voce collettiva di uomini, un tempo ragazzi e coetanei delle sorelle Lisbon) riporta alla luce le vicende di una famiglia alla deriva in un tranquillo quartiere residenziale degli anni Settanta.

Inevitabilmente curiosità e disagio si impadroniscono di noi. Cosa si nasconde dietro i gesti di Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese? Follia? Disperazione? Ribellione? È la figura oppressiva e decisamente ingombrante della madre il fattore scatenante? O piuttosto l'esasperante indolenza del padre? Sono l'avvento del consumismo, e  di un nuovo materialistico stile di vita la causa di tutto? Del resto come afferma uno dei vicini delle Lisbon, tosando il suo fazzoletto di giardino: i frutti del capitalismo sono il benessere materiale e la bancarotta spirituale.
Ma la grandezza di Jeffrey Eugenides sta proprio nel non dare risposte, nel tacere, ammiccare, instillare sensazioni, dubbi, morbose curiosità e desideri.
E così assistiamo impotenti al disfacimento della famiglia Lisbon e della sua casa che marcisce e imputridisce di fuori e di dentro e la narrazione di Eugenides ci avvolge come un sudario, come il guscio sottile di una crisalide: Era giugno, la stagione delle crisope, l'epoca dell'anno in cui le spoglie di quegli insetti effimeri ricoprono la città. Levandosi a nugoli dalle alghe che vivono nelle acque inquinate del lago, vanno ad annerire finestre, ad ammantare automobili e lampioni, a tappezzare i docks municipali e a ornare di festoni il sartiame delle barche a vela...  

Quattro pantofole e mezzo. Le vergini suicide è un romanzo  intenso che vive di suggestioni, non detti, allusioni. Un racconto sensuale e disturbante insieme, drammatico e devastante in alcuni momenti tragicomico in altri. Un romanzo magistralmente scritto e pervaso dalla presenza assenza delle sorelle Lisbon che, quali novelle chimere, stravolgono la mente e i cuori dei loro spasimanti e, in un crescendo di tensione e fastidio, anche quelli del lettore (o almeno della qui presente ^^).

Di seguito vi lascio tutti i dati dell'edizione economica Mondadori:

JEFFREY EUGENIDES

Le vergini suicide
(The Virgin Suicides)
editore: Mondadori; pagine: 224; EAN: 9788804583615
data di pubblicazione: 26 agosto 2008
brossura: € 10.00; eBook:  € 6.99;  acquistalo su: Giunti al Punto

Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.
Traduzione di: Cristina Stella

CHI È JEFFREY EUGENIDES:
è nato a Detroit nel 1960 da una famiglia di origine greca. Laureato alla Stanford University, nel 1986 si è trasferito a New York, dove ha iniziato a pubblicare racconti sulle più importanti riviste letterarie ("The New Yorker", "The Paris Review", "The Yale Review", "Granta"). Per Mondadori, dopo il successo di Le vergini suicide (1994, da cui Sofia Coppola ha tratto un fortunato film) e Middlesex (Premio Pulitzer 2003 per la narrativa), nel 2011 è uscito il suo terzo romanzo, La trama del matrimonio.


E chiudiamo ovviamente con la musica e, visto l'argomento, ho scelto un pezzo altrettanto disturbante dei Disturbed (^^ scusate il gioco di parole). Inside The Fire (Indestructible, 2008) affronta proprio il tema del suicidio. Di seguito qui vi posto la versione soft perché il video originale in effetti è piuttosto "forte":

7 commenti:

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