Ti sei mai svegliato in questo stato rendendoti conto di essere nel bel mezzo di una sequela infinita di albergacci e che, sebbene avessi la possibilità di approdare a un appartamento - nell'area metropolitana di New York, mettiamo -, la tua vita, in soldoni, era diventata una successione di hotel, e che tu eri diventato così perché eri uno dei più apprezzati recensori di un sito di valutazione di hotel con zero sicurezza del posto, pochissimi soldi e prospettive incerte?
(Rick Moody, Hotel del Nord America)
Buona domenica, lettori in pantofole! Eccomi qua a raccontarvi qualcosa della mia ultima lettura: Hotel del Nord America di Rick Moody.
Puntavo da tempo questo libro, avevo sentito parlare molto bene di Moody e mi incuriosiva moltissimo l'impostazione del romanzo, capace di coniugare fiction e una delle manie del nostro tempo: la recensione online ^^ Se poi ci mettete un'ironia dissacrante e il non luogo per eccellenza, l'albergo, be' direi che gli ingredienti c'erano tutti per una lettura interessante.
Invece con Hotel del Nord America l'amore non è scattato...
Reginald Edward Morse è uno dei collaboratori di punta del sito ValutaIlTuoSoggiorno.com. Le sue recensioni sono lette, commentate e l'Associazione nordamericana albergatori le ha addirittura raccolte in un carteggio. Perché Reginald recensisce gli alberghi di tutto il mondo, e non solo, tra una valutazione e l'altra emerge dalle sue parole il racconto di una vita: una vita in frammenti come quelli che si possono cogliere tra le descrizioni del Viking Motel o dell' Hyatt Regency di Cleveland. Una vita fatta di delusioni, insuccessi, debolezze e tanta solitudine. Il ritratto amaro-ironico di un uomo del nostro tempo che esiste solamente in quella manciata di righe lette online...
IL MIO PENSIERO
Sei grasso, indolente, di mezz'età, con un lavoro a dir poco precario. Ti trovi in questo hotel di recente costruzione e dalla finestra guardi il campus della George Mason University, gli scintillanti rivestimenti appena applicati agli edifici, e pensi che ti sei lasciato alle spalle gran parte dei tuoi giorni migliori...
Eccolo qua Reginald Edward Morse, uno dei primi 10 recensori del sito Valuta Il Tuo Soggiorno con oltre "venti" stelle utile da parte dei lettori, eccolo in tutto il suo splendore mentre recensisce il Mason Inn di Fairfax, in Virginia.
Devo dire che le premesse di Rick Moody c'erano tutte ed erano buone: un interessante esperimento di scrittura ovvero fare fiction attraverso una serie di fantomatiche recensioni online. Perché, diciamocelo, le recensioni sono l'ossessione della nostra generazione: le leggiamo, le scriviamo (guardate la sottoscritta ^^), le commentiamo. L'impianto del romanzo è quindi, a mio avviso geniale: raccontare una storia attraverso una miriade di commenti ad altrettante camere di albergo. Sì, perché Reginald Edward Morse racconta se stesso attraverso le manciate di righe postate online. Ma allora dov'è il problema? Perché Hotel del Nord America non centra il punto?
Il problema sta proprio in Reginald, questo antieroe americano, dilaniato dalla solitudine e dal senso di fallimento con il quale il lettore dovrebbe entrare in empatia e che la sottoscritta ha odiato dall'inizio alla fine. Un lavoro precario da oratore motivazionale, un matrimonio al capolinea, una figlia lontana e una nuova relazione: Reginald è un uomo come tanti, con i suoi fallimenti, le sue debolezze, i suoi errori a costituire un fardello più pesante delle valigie che si porta appresso. Ma la simpatia che si potrebbe provare per lui, viene spazzata via dall'ironia dissacrante delle sue recensioni, un umorismo a volte quasi imbarazzante (vi sfido a leggere la recensione al Viking Motel dove il nostro si improvvisa tra l'altro officiante di matrimoni). Il tutto è condito da un realismo portato alle estreme conseguenze che diventa quasi grottesco e per seguire la parabola discendente di questo individuo che solo nella rete, trova quel "ruolo" che la vita gli preclude, per far emergere quel senso di solitudine e alienazione che è proprio del nostro tempo, il meccanismo narrativo si inceppa. È tutto fin troppo ripetitivo una sequela infinita di "episodi" che non sono più neanche recensioni: spesso il nome di un albergo è solo citato da Morse che poi parla di tutt'altro.
La lettura si fa allora pesante, come pesante appare in alcuni punti lo stile dell'autore: periodi eccessivamente lunghi, che fanno perdere il filo del discorso e di conseguenza interesse e concentrazione. E non basta il cambio di scena finale per cui Moody interviene in prima persona nella vita del suo personaggio con una postfazione che sembra ammantare di una patina di realtà ciò che invece è pura fiction.
Due pantofole. In conclusione, ho trovato interessante l'esperimento letterario di Moody il gioco di piani che inscena sulla pagina ma non altrettanto interessante la fiction, il racconto, che da questo esperimento si origina. Una lettura monca, a metà che per la sottoscritta è stata una promessa non mantenuta.
Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Bompiani nel 2016:
Eccolo qua Reginald Edward Morse, uno dei primi 10 recensori del sito Valuta Il Tuo Soggiorno con oltre "venti" stelle utile da parte dei lettori, eccolo in tutto il suo splendore mentre recensisce il Mason Inn di Fairfax, in Virginia.
Devo dire che le premesse di Rick Moody c'erano tutte ed erano buone: un interessante esperimento di scrittura ovvero fare fiction attraverso una serie di fantomatiche recensioni online. Perché, diciamocelo, le recensioni sono l'ossessione della nostra generazione: le leggiamo, le scriviamo (guardate la sottoscritta ^^), le commentiamo. L'impianto del romanzo è quindi, a mio avviso geniale: raccontare una storia attraverso una miriade di commenti ad altrettante camere di albergo. Sì, perché Reginald Edward Morse racconta se stesso attraverso le manciate di righe postate online. Ma allora dov'è il problema? Perché Hotel del Nord America non centra il punto?
Il problema sta proprio in Reginald, questo antieroe americano, dilaniato dalla solitudine e dal senso di fallimento con il quale il lettore dovrebbe entrare in empatia e che la sottoscritta ha odiato dall'inizio alla fine. Un lavoro precario da oratore motivazionale, un matrimonio al capolinea, una figlia lontana e una nuova relazione: Reginald è un uomo come tanti, con i suoi fallimenti, le sue debolezze, i suoi errori a costituire un fardello più pesante delle valigie che si porta appresso. Ma la simpatia che si potrebbe provare per lui, viene spazzata via dall'ironia dissacrante delle sue recensioni, un umorismo a volte quasi imbarazzante (vi sfido a leggere la recensione al Viking Motel dove il nostro si improvvisa tra l'altro officiante di matrimoni). Il tutto è condito da un realismo portato alle estreme conseguenze che diventa quasi grottesco e per seguire la parabola discendente di questo individuo che solo nella rete, trova quel "ruolo" che la vita gli preclude, per far emergere quel senso di solitudine e alienazione che è proprio del nostro tempo, il meccanismo narrativo si inceppa. È tutto fin troppo ripetitivo una sequela infinita di "episodi" che non sono più neanche recensioni: spesso il nome di un albergo è solo citato da Morse che poi parla di tutt'altro.
La lettura si fa allora pesante, come pesante appare in alcuni punti lo stile dell'autore: periodi eccessivamente lunghi, che fanno perdere il filo del discorso e di conseguenza interesse e concentrazione. E non basta il cambio di scena finale per cui Moody interviene in prima persona nella vita del suo personaggio con una postfazione che sembra ammantare di una patina di realtà ciò che invece è pura fiction.
Due pantofole. In conclusione, ho trovato interessante l'esperimento letterario di Moody il gioco di piani che inscena sulla pagina ma non altrettanto interessante la fiction, il racconto, che da questo esperimento si origina. Una lettura monca, a metà che per la sottoscritta è stata una promessa non mantenuta.
Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Bompiani nel 2016:
RICK MOODY
Hotel del Nord America
(Hotels of North America)
editore: Bompiani; pagine: 280; EAN: 9788845281549
editore: Bompiani; pagine: 280; EAN: 9788845281549
data di pubblicazione: 30 giugno 2016
brossura: € 18.00; acquistalo su: Giunti al Punto
Reginald Edward Morse è uno dei collaboratori di punta di ValutaIlTuoSoggiorno.com, dove pubblica recensioni sugli alberghi di tutto il mondo, ma non solo: tra servizi in camera e lenzuola pulite Reginald racconta la storia della sua vita. Un racconto fatto di frammenti che si ricompongono poco a poco: dalla carriera come oratore motivazionale al matrimonio in crisi, dalla difficoltà di dover stare lontano da sua figlia alla devozione per il nuovo amore, la fantomatica K. E quando all'improvviso Reginald scompare, l'unica cosa che resta di lui sono una manciata di righe a cui lo scrittore Rick Moody cerca di dare un senso. Il ritratto insieme amaro e ironico di un uomo di oggi, con tutte le sue debolezze e imperfezioni, che prende vita sotto i nostri occhi tra finzione e realtà, dimostrando ancora una volta la capacità dell'autore di spingersi sempre oltre i limiti della scrittura.
Traduzione di: Licia Vighi
Traduzione di: Licia Vighi
è nato a New York nel 1961. Considerato dalla critica americana uno dei più importanti scrittori della sua generazione, è spesso accostato a narratori come Updike e Cheever. Con il romanzo d’esordio, Garden State (1992), ha vinto il Pushcard Cart Prize. Ha collaborato con “Esquire”, “New York Times”, “Harper’s” e “New Yorker”. Bompiani ha pubblicato inoltre Rosso americano (1998), Demonology (2001) e Racconti di demonologia (2003).
La parabola di Reginald Edward Morse mi ha fatto pensare inevitabilmente a William "Bill" Foster e da qui al video dei Foo Fighters che celebra appunto Un giorno di ordinaria follia, il passo è breve. E così ci andiamo ad ascoltare Walk dall'album Wasting Light del 2011:
La parabola di Reginald Edward Morse mi ha fatto pensare inevitabilmente a William "Bill" Foster e da qui al video dei Foo Fighters che celebra appunto Un giorno di ordinaria follia, il passo è breve. E così ci andiamo ad ascoltare Walk dall'album Wasting Light del 2011:
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