lunedì 2 settembre 2019

Inferno


Qui dall'alto, al di sopra di questo mondo oppresso dagli affanni, elevo la mia ultima supplica.
Mio Dio fa' che il mondo ricordi il mio nome non come quello di un mostruoso peccatore, ma del salvatore glorioso che tu sai io sono. Prego affinché l'umanità comprenda il dono che lascio dietro di me.
Il mio dono è il futuro.
Il mio dono è la salvezza.
Il mio dono è l'Inferno.
Poi sussurro il mio ultimo amen. E faccio il mio estremo passo, nell'abisso.
(Dan Brown, Inferno)


Buon inizio di settimana, lettori in pantofole! Oggi sono qui per fare due chiacchiere sulla mia ultima lettura estiva: Inferno di Dan Brown. Premetto che i thriller a sfondo catastrofista, infarciti di enigmi storici non sono la mia più grande passione, di conseguenza devo ammettere che il mio primo incontro con Dan Brown non è stato dei migliori ma Inferno mi incuriosiva per l'ambientazione (la mia amata Firenze) e i riferimenti all'opera di Dante Alighieri che mi hanno ricordato gli ormai lontani anni universitari 😂E poi si tratta di un regalo e ai regali si fa sempre onore (soprattutto quando si tratta di libri!)
Ma partiamo, come sempre, dalla storia...


Robert Langdon, professore di Storia dell'Arte e Simbologia ad Harvard, si risveglia nella camera di un ospedale fiorentino. Non ricorda come ci sia arrivato né perché, anzi non ricorda niente degli ultimi due giorni, tranne che qualcuno ha tentato di ucciderlo e che adesso lo sta cercando. Ferito, confuso e braccato da una misteriosa organizzazione, Langdon ha poco tempo per rimettere insieme i pezzi: un'oscura minaccia si profila all'orizzonte. Non è solo la sua persona ad essere in pericolo ma la vita di tutti noi e la risposta alle sue domande sembra concentrarsi nella bella Firenze e nascondersi tra le righe di un'opera scritta più di settecento anni fa: l'Inferno di Dante Alighieri.

IL MIO PENSIERO

"Sono a Firenze?"
La testa gli martellava. Nel suo letto d'ospedale, Langdon teneva il dito premuto sul pulsante di chiamata. Nonostante i sedativi, il cuore gli batteva furiosamente.
Inizia così, tra confusione e sbalordimento, questa nuova avventura di Robert Langdon. Il professore di Harvard è ormai un personaggio conosciuto e amato da moltissimi lettori ma per la sottoscritta è stato il primo approccio con le sue doti di interprete di simboli, la sua straordinaria eleganza (vedi la famosa giacca Harris Tweed e i mocassini Somerset) e la capacità di trovarsi invischiato nelle situazioni più assurde. In questo caso parliamo di una misteriosa e fantomatica organizzazione, il Consortium, che pare voler vedere a tutti i costi cadavere il nostro protagonista e di una serie di misteriosi indizi che portano Langdon e la sua salvatrice/partner, la dottoressa Sienna Brooks, nel cuore di Firenze alla ricerca di risposte attraverso l'analisi di opere d'arte e monumenti strettamente connessi a Dante Alighieri e alla sua opera più famosa: la Divina Commedia.

Che dire? Robert Langdon mi è rimasto anche simpatico, le sue vicissitudini sono un susseguirsi di inseguimenti e colpi di scena inframezzati da amene descrizioni anedottiche alla "Alberto Angela style". E si legge anche bene: scorrevole, intenso a tratti incalzante ma... eh sì, perché qui ci sta un ma grande come una casa o una colonica in stile fiorentino, se vogliamo. Perché? Perché in questo romanzo c'è un po' troppo di tutto, almeno per la sottoscritta. Lungi da me criticare le opere del vendutissimo Dan Brown, ci mancherebbe, ma temo di non essere tagliata per il genere thriller a sfondo storico-artistico. In primis, ho trovato tutto un po' troppo cinematografico, una Firenze da set Hollywoodiano, dove sul viale dei Colli si potrebbero trovare palme al posto di cipressi e lecci. E che dire dell'inseguimento con tanto di morte violenta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio? Per non parlare degli stereotipi da turista fai da te (Nell'ascensore c'era puzza di sigarette, un aroma dolceamaro che in Italia è onnipresente quanto quello dell'espresso appena fatto. Ma davvero??? 😅e ce ne sono altri...)
Ma veniamo all'intreccio e alla serie di enigmi/simboli che il nostro deve risolvere per giungere all'epilogo. C'è un grandissimo studio di fondo, si respira tutta l'attenzione che l'autore ha messo nella sua opera ma anche qui c'è un surplus di informazioni. Come se, essendo l'ambientazione Firenze, le opere d'arte più famose dovessero tutte entrare a far parte della trama e la stessa cosa avviene anche per gli altri set di questo romanzo: vedi Venezia e Istanbul. Ne consegue una varietà di aneddoti ed elementi davvero abnorme rispetto all'economia dell'intreccio e a ciò che a Robert Langdon serve effettivamente per salvare tutti noi (ricordatevelo, perché questo thriller ha uno sfondo catastrofista davvero non da poco). Insomma, una sorta di Baedeker con atmosfere action di tutto rispetto: devo dire che è stato un piacere leggere le odi di Firenze cantate da Dan Brown, però spesso questo soffermarsi sulle informazioni storiche più minute relative a un dipinto o a una terzina dantesca è andato a scapito della trama che si inceppa e, diciamocelo, a volte è fin troppo stiracchiata.
In definitiva, lo avrete capito, il mio incontro con Brown non è stato dei migliori. Due pantofole e mezzo. Inferno è un romanzo piacevole, che si legge anche bene, un'amena lettura da spiaggia e ombrellone ma niente più di questo. Direi che con questa esperienza, e dopo aver abbandonato il Codice da Vinci dopo un paio di capitoli, posso affermare con sicurezza che i thriller a sfondo storico/artistico non fanno per me.

Vi lascio comunque tutte le informazioni relativa al mio volume che comunque potete trovare anche in edizione economica Mondadori:

  DAN BROWN 

Inferno
editore: Mondadori; pagine: 528; EAN: 9788804665373
data di pubblicazione: 20 settembre 2016
brossura: € 15.00; eBook: € 7.99; acquistalo su: Giunti al Punto

Robert Langdon è a Firenze. Cosa decisamente normale per uno studioso come lui, esperto di simbologia e appassionato interprete di Dante, che nel capoluogo toscano è di casa. Ma di “normale” questa volta sembra esserci ben poco. Il professore di Harvard, infatti, si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, con gli abiti insanguinati abbandonati su una sedia. Ricorda a malapena come si chiama e non sa come è arrivato a Firenze. Sa che qualcuno ha cercato di ucciderlo, ma perché? Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose e simboli criptici connessi alla prima cantica della Commedia dantesca, Langdon si accorge di essere nel mirino di un’ambigua organizzazione, e sa che deve scappare. Da tutti. Ha una sola traccia per risolvere l’enigma che lo riguarda e per salvarsi la vita: le terzine di Dante. Inferno è il libro più inquietante di Dan Brown, un thriller davvero infernale capace di instillare nel lettore tutto il sottile, perverso fascino del male.
Traduzione di: Nicoletta Lamberti, Annamaria Raffo, Roberta Scarabelli

CHI È DAN BROWN:
nato a Exeter nel 1964, è tra gli autori di thriller più popolari e di maggior successo degli ultimi tempi (con più di 200 milioni di copie vendute all'attivo). Dopo essersi trasferito a Hollywood per intraprendere una carriera di cantautore e pianista, ha fatto ritorno nel New Hempshire dove ha insegnato inglese alla Phillips Exeter e alla Lincoln Akerman School. È autore del Codice da Vinci, uno dei romanzi più letti di tutti i tempi, e dei bestseller internazionali Il simbolo perduto, Angeli e demoni, La verità del ghiaccio, CryptoInferno e Origin.


E ovviamente chiudiamo con la musica. E con un brano che mi è saltato subito in mente durante la lettura.  Walking in My Shoes (Songs of Faith And Devotion, 1993) è adattissimo al contesto. Sia perché parla dell'anima di un peccatore, sia per le atmosfere del video diretto da Anton Corbijn che richiamano chiaramente la Divina Commedia di Dante Alighieri.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Ci ho provato, avevo anche iniziato Il codice Da Vinci ma temo che il problema sia mio ^^ semplicemente questo genere non è adatto a me ;-)

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