sabato 7 luglio 2018

Le nostre anime di notte

Che altro vuoi sapere?
Da dove vieni. Dove sei cresciuta. Com'eri da ragazza. Com'erano i tuoi genitori. Se hai fratelli e sorelle. Come hai conosciuto Carl. Che rapporti hai con tuo figlio. Come mai ti sei trasferita a Holt. Chi sono i tuoi amici. In cosa credi. Che partito voti.
Ci divertiremo un sacco a parlare, eh? disse lei. Anch'io voglio sapere tutto di te.
Non abbiamo fretta, disse lui.
No, prendiamoci il tempo che ci serve.
(Kent Haruf, Le nostre anime di notte)



Buonasera, lettori in pantofole! Quanto tempo! Chissà se c'è ancora qualcuno qui ^^ Ho abbondato queste pagine a se stesse ma chi mi segue su Instagram sa che in realtà il mio universo di libri è vivo e vegeto 😉Diciamo che questo ultimo mese è stato un po' di assestamento, visto che ho iniziato un nuovo progetto a livello professionale. Se poi ci sommiamo il caldo e qualche gita fuori porta... be', via, Libri in pantofole si è preso un po' di vacanza. Risultato? Ci sono tanti libri di cui vorrei parlarvi 😊Oggi è il turno di Le nostre anime di notte di Kent Haruf...


In una profumata sera di maggio, Louis Waters riceve la visita inaspettata di una vicina, Addie Moore. La curiosità è tanta ma niente può preparare Louis all'incredibile proposta di lei: ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me? Un invito diretto, schietto che ha però uno scopo ben diverso da quello che si potrebbe immaginare. Louise e Addie sono anziani, soli, vedovi entrambi. Le loro case sono vuote, i figli lontani e le notti lunghe e straripanti di pensieri. Perché allora non affrontare il buio assieme, tenersi compagnia, parlare? Ha  così inizio un'amicizia fatta di piccoli gesti, imbarazzi e confessioni sussurrate nel tepore delle lenzuola. Ma, si sa, il vicinato ha occhi e orecchie e ben presto la comunità di Holt, Colorado, inizia a "mormorare". Louise e Addie si troveranno così a dover fronteggiare la meschina mentalità di provincia ma, cosa ancor più dolorosa, l'egoismo di chi più di ogni altro dovrebbe desiderare la loro felicità...  

IL MIO PENSIERO

Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire. Le notti sono la cosa peggiore, non trovi? 
Eccomi qua, di nuovo a Holt, a chiudere il cerchio con Kent Haruf. Le nostre anime di notte è stato per lungo tempo nella mia wishlist: diciamo che un sentimento di amore-odio mi lega a questo breve romanzo che segna di fatto il congedo dalla contea letteraria scaturita dall'immaginazione di Haruf. Breve, sì, appena 176 pagine, pagine su cui la penna dello scrittore corre a perdifiato. Pure troppo, per i miei gusti. La prima cosa che mi ha colpito della storia di Louis e Addie è l'assenza di respiro, quella cadenza che mi aveva conquistata nei romanzi della trilogia. La storia dei due protagonisti, il consolidamento del loro rapporto, i contrasti che esso genera, tutto avviene senza soluzione di continuità. Un'urgenza che appare sin troppo plausibile se pensiamo al fatto che Kent Haruf scrisse Le nostre anime di notte quando ormai era prossimo alla fine dei suoi giorni (il romanzo è uscito postumo nel 2015). Pure, questa ansia, questa inevitabilità che permea di sé ogni pagina ha tolto parte della poesia ai gesti di Louise e Addie. Per quanto la storia sia affascinante, delicata e struggente, non ho ravvisato in essa quei ritmi discreti e cadenzati che animavano ad esempio il rapporto tra Dad e Mary (Benedizione) o la vita comune dei fratelli McPheron (Canto della pianura). 

Ho ritrovato invece il panorama inconfondibile di Holt con il suo aspetto ordinato e tranquillo, la sua Main Street, il suo caffè e la mentalità chiusa e gretta di sempre. E sarà quella mentalità a mettere in crisi il rapporto di Louise e Addie, una meschinità cui si lega l'egoismo dei più giovani. Perché, diciamocelo, la posizione più scomoda in questo romanzo la occupano i figli, quei figli che dovrebbero perseguire la felicità dei genitori ma che troppo avviluppati nei propri "casini esistenziali" sono i primi a giudicare e distorcere i piccoli gesti, le premure, le delicatezze reciproche.
A conquistarmi, invece, è stato il gioco metaletterario inscenato da Kent Haruf sulla pagina, un rimando alla trilogia. E così la morte di Dad Lewis e la storia dei fratelli McPheron diventano nient'altro che uno spettacolo teatrale: Hai visto che danno uno spettacolo tratto dall'ultimo di quei libri sulla contea di Holt? [...] 
Gli atri li hai visti?
Li ho visti. Ma non riesco proprio a immaginare due vecchi allevatori che accolgono in casa loro una ragazza incinta.
Può succedere, disse lei. la gente può fare cose imprevedibili.
Non so, disse Louis. Si è inventato tutto lui. I dettagli li ha presi da Holt, i nomi delle strade e le descrizioni della campagna e la posizione dei luoghi, però quella non è Holt. E i personaggi non esistono.
Una Holt dentro l'altra, come tante scatole cinesi... 
Il tutto a far da corollario a una storia di intimità e libertà ritrovate, una storia fatta di gesti semplici, di bagni nel fiume, di confessioni a mezza voce sotto le stelle, fino all'epilogo questo sì davvero sussurrato nel senso più letterale e metaforico del termine... Tre pantofole e mezzo. Un congedo di tutto rispetto ma che pure a mio avviso non ha lo stesso slancio, la stessa malinconica poesia della Trilogia della pianura.

TRILOGIA DELLA PIANURA:
1. Benedizione, 2015 (Benediction, 2013)
2. Canto della pianura, 2015 (Plainsong, 1999)
3. Crepuscolo, 2016 (Eventide, 2004)

Di seguito vi lascio tutti i dati dell'edizione italiana, uscita per NN Editore nel febbraio 2017. Un ultimo appunto: il costo di questo volume. 176 pagine per 17 euro, un prezzo esoso rispetto agli altri volumi della trilogia che magari arrivavano anche a 18 euro ma avevano una foliazione ben diversa! Ecco perché, nonostante abbia in cartaceo tutta la trilogia, questa volta ho optato per l'eBook:

KENT HARUF

Le nostre anime di notte
(titolo originale: Our Souls at Night)
editore: NN Editorepagine: 176; EAN: 9788899253295
data di pubblicazione: 13 febbraio 2017
brossura: € 17.00; eBook: € 8.99; acquistalo su: Giunti al Punto

È nella cittadina di Holt, Colorado, che un giorno Addie Moore rende una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, fatta di racconti sussurrati alla luce delle stelle e piccoli gesti di premura. Ma la comunità di Holt non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata. E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto. Dopo la Trilogia della Pianura, Le nostre anime di notte è il sigillo perfetto all'opera di Kent Haruf, uno dei più grandi interpreti della letteratura americana contemporanea.
Traduzione di : Fabio Cremonesi.

CHI ERA KENT HARUF:
(1943-2014) è stato uno dei più apprezzati scrittori americani, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il romanzo Canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize. NN Editore ha pubblicato tutti i libri della trilogia ambientata nella cittadina di Holt, compreso Le nostre anime di notte, uscito postumo nel 2017.

Da questo romanzo è stato tratto un film per la regia di Ritesh Batra e con la coppia Robert Redford e Jane Fonda nelle parti di Louis e Addie. Che dire, Redford e la Fonda sono due mostri sacri, li adoro anche se l'adattamento non l'ho apprezzato del tutto: troppo edulcorate le parti dei figli e a mio parere il film ne risente di intensità.
Ma chiudiamo con la musica. Stavolta la butto un po' in vacca... ma visto che parliamo di una coppia di anziani, ho pensato a un pezzo dei Seether dall'album Isolate and Medicate (2014). Same Damn Life ci porta in una casa di riposo davvero particolare... secondo me anche Louis e Addie apprezzerebbero 😉:

5 commenti:

  1. Mi ha emozionato moltissimo, anche se qualcosa manca.
    Troppo breve, troppo troncato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto la prima cosa che salta agli occhi è l'urgenza di tutto il racconto... mi è piaciuto molto ma sinceramente preferisco la trilogia ^^

      Elimina
  2. Sono felice di aver cominciato da questo per potermi ancora godere La Trilogia della Pianura. Mi è piaciuto però. Semplice, malinconico, ingiusto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Silvia, anche a me è piaciuto non come la trilogia però... fammi sapere cosa ne pensi quando l'avrai terminata ;-)

      Elimina
  3. Ti ringrazio tanto Buona Lettura! Perdonami ma ho letto solo adesso il commento, purtroppo sono stata latitante per un po'... Un abbraccio!

    RispondiElimina

Accomodatevi, infilate le pantofole e... lasciate un commento!