Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. È di questo che parlavano. Prima della fine dell'estate sarebbe morto. Entro l'inizio di settembre quel che restava di lui sarebbe stato ricoperto di terra nel cimitero tre miglia a ovest della città. Qualcuno avrebbe scolpito il suo nome su una pietra tombale e sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.
(Kent Haruf, Benedizione)
Buon venerdì, lettori in pantofole! Finalmente riesco a trovare il tempo per parlarvi delle mie letture ^^ Eh sì, oggi sono in vacanza! Il 24 giugno a Firenze si festeggia il patrono, San Giovanni, e così ecco un bell'anticipo di weekend (e lasciatemelo dire "ci voleva proprio" ;-) Colgo l'occasione, allora, per parlarvi di un romanzo che volevo leggere da tempo, l'avvio di una trilogia che mi ha molto colpita, di cui ho letto tanto e tanto bene e, adesso lo posso dire, a ragione. Ah già, ho dimenticato di dirvi di quale libro sto parlando! Benedizione di Kent Haruf e come sempre partiamo dalla storia:
Siamo in un piccolo paese dell'entroterra americano, Holt, in Colorado e il vecchio Dad Lewis si prepara ad affrontare la sua ultima estate. Il cancro se lo sta portando via ma l'anziano proprietario del negozio di ferramenta è accudito amorevolmente da moglie e figlia. Seduto sulla vecchia poltrona accanto alla finestra, Dad osserva la vita che scorre lungo le strade di Holt. C'è la piccola e silenziosa Alice da poco arrivata a vivere con la nonna, il reverendo Lyle che predica la pace in un paese in guerra, ci sono John Wesley e Genevieve che riempiono il vuoto del cuore nelle notti d'estate e ci sono Rudy e Bob i commessi che portano avanti il negozio di Dad. Ma l'estate che volge all'autunno è anche il momento dei bilanci, degli addii, dei ricordi perché tutti devono fare i conti con rimpianti, errori, gioie e dolori. Con un figlio fuggito e mai più tornato, con un uomo che ha tradito la nostra fiducia, con un amante debole e inetto, con lo spettro di una figlia perduta per sempre o con un amore incrollabile ed eterno.
IL MIO PENSIERO
Uscirono da Denver, allontanandosi dalle montagne per tornare sugli altopiani: artemisia e yucca e gramigna ed erba del bisonte nei pascoli, grano e mais nei campi. Ai due lati della Statale c'erano piste sterrate che correvano sotto il cielo terso, dritte come le righe di un libro, con poche cittadine isolate sparse nella pianura sconfinata.
È con queste parole che Kent Haruf ci conduce ad Holt, luogo letterario per eccellenza. Sì, perché non troverete questa cittadina indicata sulle carte geografiche ma solo tra le pagine di un romanzo (o meglio di tre romanzi ^^) Eppure Holt vive e palpita negli occhi e nel cuore del lettore con la sua Main Street, le sue abitazioni, la sua chiesa, il campo di football e la scuola.
Un romanzo che profuma di fieno, polvere e cisterne, che racconta la Real America degli spazi immensi, delle strade infinite ma anche dei piccoli centri abitati persi nel nulla. Comunità solide, ruvide e laboriose ma spesso chiuse e bigotte, limitate come un francobollo. Kent Haruf ci presenta tutto questo e lo fa attraverso le vite dei suoi personaggi. Non aspettatevi intrecci complessi, colpi di scena e impennate, a farla da padrone sulla pagina è la vita di ogni giorno, lo scorrere placido del tempo in una piccola comunità rurale. Ma i personaggi sono fantastici e poetici. C'è Dad Lewis, un uomo tutto d'un pezzo, retto come le lancette di un orologio, ma giunto al tramonto della vita, ci sono gli occhi grandi di una bimba appena approdata ad Holt, c'è un reverendo che combatte la sua battaglia di verità e pace in solitaria e ci sono gli spettri del passato che rincorrono il presente. Si perché Kent Haruf racconta la vita, con le sue gioie, i dolori, gli errori e i rimpianti che ogni uomo porta inevitabilmente nell'anima.
A rubarmi il cuore è stato soprattutto il racconto di Dad e Mary, di un matrimonio durato una vita, di un amore solido e incrollabile che neanche la sofferenza e la morte possono far vacillare:
Vuoi che resti io con papà? Puoi dormire in camera mia.
No. Voglio stare qui con lui.
Non sei spaventata?
Perché? No. È mio marito. Sono stata con quest'uomo la maggior parte della mia vita. Più di mezzo secolo. Lo conosco meglio di quanto conosca chiunque altro al mondo.
Ma non sei spaventata di stare qui ora.
No, tesoro. Non c'è nulla che mi impaurisca qui. Può spaventarmi il futuro, non certo l'uomo che c'è in questa stanza.
Le donne di Holt sono forti, salde, temprate da una vita aspra e dalla vastità della pianura. Accanto a Mary ci sono Lorraine che ha perso una figlia in un terribile incidente stradale, Alene che ha aperto il suo cuore a un amante inetto e volubile e la vecchia Berta May dai capelli lucenti e la volontà di ferro, pronta a scagliarsi in difesa della verità.
Kent Haruf sussurra al cuore e all'orecchio del lettore con i suoi ritmi discreti, le descrizioni, i dialoghi. E parlando di dialoghi devo dire che all'inizio mi sono dovuta abituare, non troverete una virgoletta in questo romanzo, le parole si accavallano, straripano e ne sono rimasta in un primo momento disorientata. Ma sono le voci di Holt, del resto, senza confini come le pianure che circondano la cittadina e mi ci sono persa con tutto il cuore. Cinque pantofole. Un romanzo che vale la pena leggere e che consiglio a tutti coloro che come me sono affascinati dagli spazi sconfinati della pianura americana.
Un romanzo che profuma di fieno, polvere e cisterne, che racconta la Real America degli spazi immensi, delle strade infinite ma anche dei piccoli centri abitati persi nel nulla. Comunità solide, ruvide e laboriose ma spesso chiuse e bigotte, limitate come un francobollo. Kent Haruf ci presenta tutto questo e lo fa attraverso le vite dei suoi personaggi. Non aspettatevi intrecci complessi, colpi di scena e impennate, a farla da padrone sulla pagina è la vita di ogni giorno, lo scorrere placido del tempo in una piccola comunità rurale. Ma i personaggi sono fantastici e poetici. C'è Dad Lewis, un uomo tutto d'un pezzo, retto come le lancette di un orologio, ma giunto al tramonto della vita, ci sono gli occhi grandi di una bimba appena approdata ad Holt, c'è un reverendo che combatte la sua battaglia di verità e pace in solitaria e ci sono gli spettri del passato che rincorrono il presente. Si perché Kent Haruf racconta la vita, con le sue gioie, i dolori, gli errori e i rimpianti che ogni uomo porta inevitabilmente nell'anima.
A rubarmi il cuore è stato soprattutto il racconto di Dad e Mary, di un matrimonio durato una vita, di un amore solido e incrollabile che neanche la sofferenza e la morte possono far vacillare:
Vuoi che resti io con papà? Puoi dormire in camera mia.
No. Voglio stare qui con lui.
Non sei spaventata?
Perché? No. È mio marito. Sono stata con quest'uomo la maggior parte della mia vita. Più di mezzo secolo. Lo conosco meglio di quanto conosca chiunque altro al mondo.
Ma non sei spaventata di stare qui ora.
No, tesoro. Non c'è nulla che mi impaurisca qui. Può spaventarmi il futuro, non certo l'uomo che c'è in questa stanza.
Le donne di Holt sono forti, salde, temprate da una vita aspra e dalla vastità della pianura. Accanto a Mary ci sono Lorraine che ha perso una figlia in un terribile incidente stradale, Alene che ha aperto il suo cuore a un amante inetto e volubile e la vecchia Berta May dai capelli lucenti e la volontà di ferro, pronta a scagliarsi in difesa della verità.
Kent Haruf sussurra al cuore e all'orecchio del lettore con i suoi ritmi discreti, le descrizioni, i dialoghi. E parlando di dialoghi devo dire che all'inizio mi sono dovuta abituare, non troverete una virgoletta in questo romanzo, le parole si accavallano, straripano e ne sono rimasta in un primo momento disorientata. Ma sono le voci di Holt, del resto, senza confini come le pianure che circondano la cittadina e mi ci sono persa con tutto il cuore. Cinque pantofole. Un romanzo che vale la pena leggere e che consiglio a tutti coloro che come me sono affascinati dagli spazi sconfinati della pianura americana.
Un ultima nota, la trilogia. Benedizione non è il primo romanzo sulla cittadina di Holt ad essere stato pubblicato da Haruf. Lo hanno preceduto Canto della pianura e Crepuscolo. Ma allora perché iniziare da questo? La NN ha deciso di pubblicarlo per primo, una scelta dettata dal cuore, l'inizio romantico di questa neonata CE (potete leggere qui la lettera aperta della NN) ma del resto la trilogia non segue un vero e proprio filo cronologico piuttosto geografico essendo sempre Holt il centro dei tre romanzi.
TRILOGIA DELLA PIANURA:
1. Benedizione, 2015 (Benediction, 2013)
2. Canto della pianura, 2015 (Plainsong, 1999)
3. Crepuscolo, 2016 (Eventide, 2004)
TRILOGIA DELLA PIANURA:
1. Benedizione, 2015 (Benediction, 2013)
2. Canto della pianura, 2015 (Plainsong, 1999)
3. Crepuscolo, 2016 (Eventide, 2004)
KENT HARUF
BENEDIZIONE
editore: NN Editore; pagine: 280; EAN: 9788899253004
brossura: € 17,00; acquistalo su: Giunti al Punto
E non potevo terminare la recensione senza un brano musicale. E ce n'è uno in particolare che mi ha tenuto compagnia nella lettura e che associo ai ritmi discreti di Kent Haruf ed è River and Roads (The Head and the heart, 2011) dall'album di esordio della folk rock band The Head and the Heart, qui in una bellissima session acustica:
editore: NN Editore; pagine: 280; EAN: 9788899253004
brossura: € 17,00; acquistalo su: Giunti al Punto
Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l'unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia.
è stato uno dei più apprezzati scrittori americani, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il romanzo Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize. NN Editore ha pubblicato tutti i libri della trilogia ambientata nella cittadina di Holt.
E non potevo terminare la recensione senza un brano musicale. E ce n'è uno in particolare che mi ha tenuto compagnia nella lettura e che associo ai ritmi discreti di Kent Haruf ed è River and Roads (The Head and the heart, 2011) dall'album di esordio della folk rock band The Head and the Heart, qui in una bellissima session acustica:
Lo. Voglio. Troppo.
RispondiEliminaMerita, Mr Ink, merita ^^
EliminaPrendo subito nota! Dalla tua recensione traspare l'emozione che la storia trasmette e non vedo l'ora di conoscere Dad e Mary :)
RispondiEliminaSpero proprio possa piacerti Aquila ^^
EliminaAmato molto, finirà sicuramente tra i migliori dell'anno. Amazon ieri, con grande anticipo, mi ha portato Canto della Pianura e Crepuscolo e non vedo l'ora di tornare a Holt.
RispondiEliminaP.S. Anche l'ultimo dialogo fra Dad e Lorraine mi ha emozionata moltissimo, da brividi.
Ciao Cecilia! Sì devo dire che sta davvero scalando la classifica delle lettura più belle dell'anno. Avevo alte aspettative e non sono state disattese... e ho già sullo scaffale il resto della trilogia ad aspettarmi.
EliminaHai proprio ragione, ci sono dei dialoghi davvero da brividi!
L'ho amato molto, ho già gli altri due pronti. L'amore tra Mary e Dad è commovente, quanta tenerezza, ma anche concretezza! Visto che accennate ai dialoghi, io li ho trovati spiazzanti, così reali...grande Hauf, una grande perdita per la letteratura.
RispondiEliminaCiao Cuore Zingaro! Hai proprio ragione, chissà quali altre perle poteva regalare!
Elimina