L'occhio umano non può isolare l'infelice combinazione di linee e spazi che evoca il male sulla facciata di una casa, e tuttavia per qualche ragione un accostamento folle, un angolo sghembo, un convergere accidentale di tetto e cielo, facevano di Hill House un luogo di disperazione, tanto più spaventoso perché la facciata sembrava sveglia, con le finestre vuote e vigili a un tempo e un tocco di esultanza nel sopracciglio di un cornicione.
(Shirley Jackson, L'incubo di Hill House)
Buon sabato, lettori in pantofole! Oggi torno a parlarvi delle mie letture con un nuovo romanzo di Shirley Jackson. Dopo l'avvincente storia di Abbiamo sempre vissuto nel castello, ho deciso di cimentarmi con L'incubo di Hill House considerato uno dei romanzi più famosi della signora del brivido. Cosa dire, il suo stile e lo humour nero sono come sempre inarrivabili ma, se devo essere sincera, questo libro mi ha colpito meno dell'altro.
L'illustre professor John Montague, antropologo interessato allo studio dei fenomeni paranormali, sembra aver trovato il luogo ideale per condurre le sue ricerche. Hill House è un'imponente dimora, isolata e disabitata, dal passato oscuro e minaccioso. Nessuno sembra riuscire a soggiornarvi per più di brevi periodi, sia a causa dell'opprimente atmosfera che vi aleggia, sia a causa dei fenomeni inspiegabili che pare abbiano luogo nelle sue stanze. Il professore decide così di affittare la magione e indagare. Trascorrerà l'estate a Hill House assieme a tre giovani, ingaggiati come testimoni. Luke Sanderson è il nipote dell'attuale proprietaria della villa, ma Theodora è stata convocata perché coinvolta in passato in situazioni ambigue, eventi al limite con il paranormale proprio come l'altra ospite, Eleanor Vance. Eleanor è timida, introversa e inesperta, ha un passato pesante alle spalle, di privazioni e infelicità, ma un'immaginazione fervida che la porta ad accettare con entusiasmo la proposta del professore. Che rappresenti per lei un nuovo inizio? Ma Hill House incombe, e i caratteri più fragili presto dovranno fare i conti con l'ignoto...
IL MIO PENSIERO
Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni.
Ha inizio con queste parole il racconto visionario di Shirley Jackson, un romanzo in bilico tra sogno, incubo e realtà. Protagonista indiscussa della vicenda è Eleanor Vance, donna timida e introversa dalla fervida immaginazione, un'immaginazione che forse l'ha aiutata a sopravvivere a un'esistenza sterile, priva di gioie, conoscenze ed esperienze. Eleanor vive in un sogno, una realtà parallela dove si rifugia per sottrarsi all'insoddisfazione, ma dove sta il confine? Dove finisce il sogno e inizia l'incubo? A Hill House forse? Questa dimora, strana, ambigua fin dalla sua costruzione, dagli angoli imperfetti, dalle assi decentrate, per cui tutto è caos, squilibrio, diseguaglianza. C'è il male a Hill House? Ci sono fantasmi? Montague e i suoi ospiti sono lì per scoprirlo, per portare alla luce la storia della dimora, gli eventi che l'hanno vista testimone o protagonista.
Ma questa villa imponente, stretta tra le colline, ha davvero una volontà propria? O è solo suggestione, il frutto di menti sconvolte, disturbate. Le porte sbattono, la torre incombe e ondate di gelo investono a ogni angolo. Ma non ci sono risposte, il velo dell'ambiguità, dello humour nero di Shirley Jackson ammanta di sé ogni stanza e ogni personaggio. L'incubo di Hill House è un romanzo irrisolto, un romanzo dalle numerose chiavi di lettura, come del resto dovrebbe essere ogni storia horror che si rispetti, il tutto condito dall'incomparabile compostezza ed eleganza che caratterizza la lingua della Jackson.
E allora cosa non mi ha convinto? La storia è costruita egregiamente, la penna scivola senza intoppi sul foglio, ma io non sono riuscita a trovare un feeling con i protagonisti. Sono chiaramente gusti personali ma se in Abbiamo sempre vissuto nel castello i personaggi mi avevano stregata, pur nella loro diabolica e "magica" follia, in L'incubo di Hill House non è stato così. Il professor Montague è grigio, scialbo come un'ombra, e altrettanto insignificante è l'elegante perdigiorno Luke, mentre il rapporto ambiguo e vaneggiante di Eleanor e Theodora è spinto fin troppo oltre. Tutti quei dialoghi giocati sul nonsense mi hanno alla lunga stancata e lasciata indifferente.
L'ironia della Jackson invece cattura e lega a sé, come sempre, e allora ecco l'impettita moglie del professor Montague con la sua planchette, la sua tavoletta Ouija e la passione per gli spettri. L'autrice gioca volutamente con il paranormale, prendendo di mira lo spiritismo e le bislacche sedute di Mrs Montague.
Bellissime poi le descrizioni, fuggevoli, ambigue, oniriche. In particolare, il passo che racconta l'arrivo di Eleanor Vance a Hill House mi ha lasciata di stucco per la sfrenata e stregonesca fantasia dell'autrice. Personaggio e lettore si perdono sulla pagina in un viaggio al limite tra realtà e immaginazione: Il viaggio, era quello che importava; la destinazione era vaga, mai neppure immaginata, forse inesistente. Intendeva godersi ogni curva, innamorarsi della strada e degli alberi e delle case e delle piccole, brutte cittadine che attraversava, gingillandosi con l'idea che a un certo punto avrebbe anche potuto fermarsi in un posto qualunque e non andarsene più.
Insomma, la lettura de L'incubo di Hill House è stata ambigua sotto ogni punto di vista. Ho ritrovato un'autrice incredibile e una trama che è un vero rompicapo eppure, se dovessi consigliare un suo romanzo, non sarebbe questo. Tre pantofole e mezzo.
Ho letto L'incubo di Hill House in eBook, ma Adelphi lo ha da poco ripubblicato (il 3 giugno 2016) e di questa nuova edizione vi lascio tutti i dati:
SHIRLEY JACKSON
(Titolo originale: The Haunting of Hill House)
editore: Adelphi; pagine: 240; EAN: 9788845930959
data di pubblicazione: 3 giugno 2016
brossura: € 12,00; eBook: 6,99; acquistalo su: Giunti al Punto
«In questo autentico classico del genere gotico, Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice in tutta la sua vita, viene assoldata dal sinistro professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, per un soggiorno sperimentale a Hill House ... Giunta a destinazione, Eleanor si trova davanti una casa “che sembrava aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendentemente dai muratori”; un edificio che “drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all'umanità”; una costruzione immune da ogni esorcismo: “un luogo non adatto agli uomini, né all'amore, né alla speranza”; una casa che si rifiuta di essere una dimora accogliente così come Eleanor vorrebbe sfuggire a un sistema di vita che le ha portato soltanto infelicità». Tommaso Pincio.
CHI ERA SHIRLEY JACKSON (1916-1965):
è stata una scrittrice e giornalista statunitense. Particolarmente nota come autrice de L'incubo di Hill House del 1959 e La lotteria, ha esordito nel 1948 sulla prestigiosa testata The New Yorker.
Nella sua carriera ha scritto anche opere per ragazzi come Nine Magic Wishes e un adattamento teatrale di Hansel e Gretel, dal titolo The Bad Children.
I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Adelphi.
E chiudo sulle note di Enter Sandman dei Metallica, brano incentrato sugli incubi e quindi perfettamente in linea con questa lettura. Tra l'altro il ritornello della preghiera a Sandman, il signore del sonno, ricorda un po' le velenose filastrocche che compaiono in molti romanzi della Jackson:
E chiudo sulle note di Enter Sandman dei Metallica, brano incentrato sugli incubi e quindi perfettamente in linea con questa lettura. Tra l'altro il ritornello della preghiera a Sandman, il signore del sonno, ricorda un po' le velenose filastrocche che compaiono in molti romanzi della Jackson:
Sto leggendo Danse Macabre di King e mi cita la Jackson ogni tre per due. Urge recupero! La storia, in questo caso, la conosco per vie traverse: ho visto qualcuna delle trasposizioni cinematografiche. :)
RispondiEliminaSì ho letto ovunque che King si è molto ispirato alla Jackson ^^ Io invece dovrei recuperare i romanzi del "Re" perché sono un po' ignorante in materia!
EliminaDopo Lizzie la amo follemente! Ho entrambi i libri citati e non vedo di leggerli e confrontarmi con il tuo pensiero!
RispondiEliminaCiao Cuore, non vedo l'ora di parlarne un po' con te ^^ Io invece aspetto di leggere Lizzie!
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