«Che si fa tutto il giorno da voi?» si informò Clara in un lodevole sforzo di andargli incontro.
«Mah, molte cose, molte cose... Poesie, calligrafie, camminate nel bosco, giardini di pietra, bel vasellame, musica. Celebriamo il crepuscolo e le brume. Beviamo tè, fiumi di tè».
Quell'ultima considerazione sembrò riempirlo di tristezza.
«Non ti dico il tè che si beve» concluse travolto dalla malinconia.
(Muriel Barbery, Vita degli elfi)
Buongiorno lettori in pantofole! Finalmente torno a parlarvi delle mie letture ^^ Sapete che aspettavo con ansia di leggere l'ultimo lavoro della Barbery (ve ne avevo già parlato qui). Del resto avevo amato L'eleganza del riccio, l'originalità dei suoi personaggi, la raffinatezza dello stile e l'ironia... purtroppo l'esperienza di lettura con Vita degli elfi non è stata esattamente la stessa e adesso lo vedremo. Ma partiamo come sempre dalla storia:
Cosa hanno in comune Clara e Maria due ragazzine di 12 anni che non si sono mai viste né incontrate? La prima cresciuta tra le asprezze di uno sperduto paese degli Abruzzi, l'altra capitata come per caso, in una notte di neve, tra gli abitanti di un villaggio della Borgogna. Sembrerebbero non avere proprio niente che le accomuni, cresciute in luoghi lontani, tra persone diverse con stili di vita diversi. Eppure molti occhi vegliano su di loro, sui loro talenti, sulle doti straordinarie che queste piccole stanno lentamente e inconsapevolmente sviluppando. Perché il Mondo delle Brume è in fermento e il Consiglio degli elfi sa che solo nelle senza radici può riporre le sue speranze nell'imminenza di uno scontro tra le forze del Bene e del Male. Le senza radici, l'ultima alleanza, non sono altro che due trovatelle di 12 anni, due bambine senza niente in comune che adesso stanno per incontrarsi...
IL MIO PENSIERO
L'infanzia è il sogno in cui si capisce quello che ancora non si sa. E infatti sono due ragazzine le protagoniste di questa storia, due orfanelle, ignare del potere che le circonda e che scorre nelle loro vene. Quel potere di preveggenza e visione che le rende un'arma così importante e la sola su cui il consiglio del Mondo delle Brume possa fare affidamento nell'eterna ed atavica lotta tra Bene e Male.
Insomma, i requisiti c'erano tutti per restare incollati alla pagina e allora cosa non ha funzionato? Mi sono annoiata, ecco cosa è accaduto, e davvero mi costa usare questa parola per un'autrice che mi aveva emozionata tanto e conquistata con il suo L'eleganza del riccio. Certo, ho ritrovato tutta l'ironia che la contraddistingue e il suo gusto per i personaggi fuori dagli schemi (e di personaggi fuori dal comune ce ne sono tanti in Vita degli elfi) a cominciare dalle comari borgognone con in testa la super corazzata Angèle: Il tutto, cioè la comare con i suoi otto strati invernali, gli zoccoli, tre rosari e una croce d'argento appesa a una catenina, senza dimenticare la cuffia coi nastri sulla quale aveva infilato una mantiglia di feltro grosso, doveva pesare a stento quaranta chili, e di fatto le sue novantaquattro primavere sembravano volare sui sentieri sterrati...
Per non parlare dell'elfo avvinazzato Petrus che a dispetto della sua razza preferisce il vino al tè: «Mi sa che sono il solo i cui talenti si rivelano con l'amarone» disse. «Chissà perché. Mistero e brume.»
Ma nonostante questo la narrazione procede lenta, fin troppo blanda. Lo stile è prezioso, elegante, sembra quasi che l'autrice abbia perso di vista la storia per concentrarsi su descrizioni, ed excursus come se la pagina fosse la palestra per un esercizio di stile fine a se stesso. E il lettore resta in perenne attesa di eventi che si fanno via via sempre più sfocati, nebbiosi come quelle brume che circondano il Regno degli Elfi. Elfi alla cui vita, badate bene, sono dedicate ben poche pagine a dispetto del titolo del romanzo.
Certo il messaggio che l'autrice vuole veicolare è importante, ed è quello di una vita a contatto con la natura e in armonia con i suoi ritmi la cui alterazione davvero può condurre alla distruzione e non è un caso che l'esercito che affianca Maria nella storia sia costituito in gran parte da contadini, uomini da sempre legati alla terra e da essa ispirati, consci della magia pronta a sprigionarsi dalle sue viscere nel bene nel male.
Il messaggio, però, non basta a dare ritmo a una narrazione che non è riuscita a emozionare davvero e a colpire al cuore la sottoscritta come invece la Barbery aveva fatto in precedenza. Due pantofole e mezzo.
Il romanzo, tra l'altro, è il primo volume di una duologia ma a questo punto non so se leggerò il seguito (ancora inedito)... vedremo, intanto vi lascio tutti i dati di Vita degli Elfi uscito per Edizioni e/o lo scorso gennaio:
MURIEL BARBERY
VITA DEGLI ELFI
(La vie des elfes)
editore: Edizioni e/o; pagine: 256; EAN: 9788866326984
brossura: € 18,00; eBook: € 10,99; acquistalo su: Giunti al Punto
editore: Edizioni e/o; pagine: 256; EAN: 9788866326984
brossura: € 18,00; eBook: € 10,99; acquistalo su: Giunti al Punto
Vita degli elfi è un romanzo che sfida le aspettative, non facile da classificare. È una storia sull'animo umano intrisa di immaginario, una storia che esprime un messaggio di speranza attraverso una prosa lirica e ammaliante. Quando l'armonia tra gli esseri viventi si tramuta in disaccordo le stagioni vanno alla deriva e il mondo naturale si ritrova in preda allo scompiglio; gli esseri umani, ormai incapaci di provare empatia e percepire l'incanto, si abbandonano all'odio, alla violenza e alla guerra. È così che scoppia, sia sulla Terra che nel mondo delle brume, lì dove vivono gli elfi, una battaglia epica tra le forze che aspirano a ristabilire l'armonia nel mondo e quelle che vogliono definitivamente distruggerla. Un esercito di semplici contadini si prepara alla lotta, armato solo della propria antica familiarità con la terra e di un'innata simpatia per la magia. Ma l'umanità non può vincere questa battaglia da sola. La vittoria dipende dall'aiuto degli abitanti di un mondo celato alla vista degli umani. Tutte le speranze sono riposte in Maria e Clara, due ragazzine che grazie ai loro straordinari talenti artistici e al profondo legame con la natura renderanno possibile l'unione degli umani con il regno del soprannaturale.
è autrice del bestseller internazionale L’eleganza del riccio (E/O, 2007) e di Estasi culinarie (E/O, 2008). Allieva dell'École Normale Supérieure è stata docente di filosofia presso l'Istituto universitario di formazione degli insegnanti. Ha vissuto a Kyoto, Amsterdam e Parigi e attualmente vive nella campagna francese. Vita degli elfi è il primo volume di una duologia, uscito in Italia per Edizioni E/O nel gennaio del 2016.
E termino questa recensione con un brano di Enya. Il Regno delle Brume mi ha inevitabilmente fatto pensare alle melodie della cantante irlandese e allora ci andiamo ad ascoltare la pluripremiata Only Time dall'album A Day Without Rain (2000).
Ce l'ho da quanto è uscito e ho un po' paura...
RispondiEliminaSoprattutto, non ho pazienza.
Ps. Consiglio musicale perfetto!
Ciao Mr Ink, dipende dal tipo di lettura che ti ispira in questo momento con Vita degli elfi di pazienza ce ne vuole abbastanza ^^
EliminaRicordo di aver lasciato a metà L'eleganza del riccio ma non saprei dire il motivo, forse semplicemente non era il suo momento.
RispondiEliminaDuologia? *va ad eliminarlo dal dispositivo*
ahahahaha hai preso una decisione drastica Lumi ma non so se darti torto io per esempio sono in dubbio se continuare la lettura o meno ^^
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