domenica 21 settembre 2014

Marina


Avevo sempre pensato che le vecchie stazioni ferroviarie fossero tra i pochi luoghi magici rimasti al mondo. I fantasmi di ricordi e di addii vi si mescolavano con l'inizio di centinaia di viaggi per destinazioni lontane, senza ritorno. "Se un giorno dovessi perdermi, che mi cerchino in una stazione ferroviaria" pensai.
(Carlos Ruiz Zafón, Marina)  


Buona domenica cari lettori in pantofole! Ieri è stata una giornata proficua, avevo un po' di tempo libero così ho aggiornato la pagina delle "Affiliazioni" del blog e ho buttato giù la recensione di Marina di Carlos Ruiz Zafón che mi appresto a postarvi. Devo dire che mi sono avvicinata a questo romanzo con grandi aspettative, un po' perché conosco l'autore e il suo stile, un po' perché in tanti me lo hanno consigliato come una bellissima lettura. Bene, queste persone, Monia in primis, devo assolutamente ringraziarle perché... come avevano ragione!!! Ma partiamo dalla storia:


Óscar Drai è un giovane studente, trascorre le giornate negli stanzoni bui e opprimenti di un vetusto collegio di Barcellona ma ogni momento è buono per sgusciare da un'uscita laterale e tuffarsi tra i vicoli e i palazzi del quartiere Sarrià. Spinto da quella curiosità che anima e alimenta il fuoco della gioventù, Óscar si avventura alla scoperta della città, dei misteri che la Barcellona degli anni Settanta racchiude in ogni suo angolo. È in uno dei suoi peregrinaggi che incontra Marina, la ragazza dai capelli biondi e i profondi occhi grigi. Il caso o il destino lo hanno condotto nell'imponente dimora dove la giovane vive assieme al padre, l'anziano pittore Germán, e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Óscar conoscerà l'amicizia, l'amore, i segreti che si nascondono nei cuori delle persone che ha incontrato e delle quali non può più fare a meno. Segreti che ancora palpitano sotto le ceneri, nei meandri e nei vicoli di Barcellona. E mentre Óscar racconta, nuovi e meravigliosi personaggi si profilano all'orizzonte: la bellissima Eva Irinova dalla voce melodiosa, il dottor Shelley e la sua eterea figlia, María, e Mikhail Kolvenik che sognava di vincere la morte...

Alla fine degli anni Settanta Barcellona era un'illusione di vicoli e viali in cui si poteva viaggiare a ritroso nel tempo di trenta o quarant'anni semplicemente oltrepassando la soglia di una portineria o di un caffè. Il tempo e la memoria, la storia e la finzione, si fondevano in quella città stregata come acquerelli  sotto la pioggia.   
Con poche e semplici frasi Zafón è stato capace di risucchiarmi in un universo parallelo. Ricordate la scena di Mary Poppins in cui i personaggi si catapultano nei disegni dello spazzacamino Bert? Bene, questo è quello che ho provato grazie a questo pittore della parola che ha spalancato per me le porte della fantasia. Mi sono immersa tra le vie e i palazzi di una Barcellona magica, nel labirinto degli spiriti, dove le strade avevano nomi leggendari e i folletti del tempo camminavano alle nostre spalle, mentre la storia di Marina e Óscar mi penetrava nel cuore e nell'anima. Una storia in fondo semplice, che ha tutti gli elementi tipici dei racconti per ragazzi. Due giovani adolescenti dal cuore palpitante di vita e curiosità, misteri e avventure e l'elemento fantastico che domina incontrastato con il suo dolente romanticismo gotico. È lo stile inconfondibile di Zafón, direte voi, che caratterizza quasi tutti i suoi romanzi, ma allora perché questa storia più di altre ha fatto breccia nel mio cuore? Perché vi ho ravvisato tutto l'amore che l'autore nutre per la sua città, che vive e palpita davvero tra le pagine di questo romanzo, un amore forse acuito dalla lontananza, se si pensa che Zafón ha scritto Marina dall'altra parte dell'oceano, a Los Angeles, nell'ormai lontano 1996. Perché ho scoperto tra le sue pagine il gusto di tornare bambini, di parlare alla fantasia e all'immaginazione e di giocare anche un po' con il lettore: insomma, guarda caso nel romanzo compare un dottor Shelley la cui figlia si chiama nientemeno che María... voi non ce lo ravvisate un omaggio o anche solo un ammiccamento alla regina del romanzo gotico Mary Shelley? (E se leggerete il romanzo capirete che Frankenstein può a ragione essere citato ;-)  E infine perché mi sono affezionata ai suoi personaggi, tutti così ben delineati da poter avere quasi l'impressione di vederli in carne e ossa, al mio fianco: dal gatto Kafka al pittore Germán, tra l'altro forse quello che maggiormente ha fatto breccia nel mio cuore, con la sua eleganza d'altri tempi, la delicatezza, il romanticismo... e la storia d'amore del papà e della mamma di Marina davvero illumina la pagina pur nella sua infinita malinconia.
Qualcuno potrebbe dirmi che in fondo la storia di Óscar e Marina è un po' scontata, che forse l'epilogo è facilmente intuibile, ma quello che conta alla fine è l'emozione che suscita, il fatto che tutti da ragazzi avremmo voluto essere un po' Óscar e respirare a pieni polmoni un sentimento, sfidando addirittura l'ignoto che se ne sta acquattato negli angoli più bui. E di angoli oscuri ce ne sono tanti in queste pagine, come in molte altre di Zafón, ma del resto l'horror gotico è un elemento nel quale sguazzo sempre con grande piacere. Quindi sì, questa storia mi è piaciuta, mi è piaciuta molto e mi sento davvero di consigliarvela anche solo per il gusto di perdersi per le Ramblas tra caffè e chioschi di fiori, musicisti ambulanti e mimi, turisti e gente del posto, poliziotti e truffatori, tipi di città e fantasmi di altri tempi. Del resto non c'era un'altra strada come quella in tutto il mondo, parola di Germán ;-) Cinque pantofole.


Di seguito vi posto tutti i dati dell'edizione che ho letto e che mi è stata gentilmente prestata da un'amica:



Carlos Ruiz Zafón
Marina 
Mondadori
Pagine: 312
EAN: 9788804599432
€ 13,00



TRAMA: Barcellona, fine degli anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio. Di tanto in tanto ama allontanarsi dalle soffocanti mura del convitto per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, su un tavolo, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone; accanto, un vecchio orologio da taschino dal quadrante scheggiato. Óscar, senza sapersi spiegare il perché, sottrae l'oggetto e scappa. Qualche giorno dopo torna per restituire il maltolto e incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germán. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più gotica e sempre più amata, che lo spingeranno verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza.





CHI È CARLOS RUIZ ZAFÓN:
(Barcellona, 25 settembre 1964), autore di assoluto talento e di successo mondiale, ha cominciato la sua carriera nel 1993, con una serie di libri per ragazzi. Nel 2001 ha pubblicato il suo primo romanzo per adulti, L'ombra del vento (Mondadori 2004), divenuto immediatamente un caso letterario internazionale, con un milione e mezzo di copie vendute solo in Italia. Nel 2008, con Il gioco dell'angelo (Mondadori), è tornato all'universo del Cimitero dei Libri Dimenticati, che tutti i suoi lettori ricordano con grande passione. Nel 2009 da Mondadori è uscito Marina, nel 2010 Il Palazzo della Mezzanotte e nel 2011 Le luci di settembre. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue e hanno conquistato numerosi premi internazionali e milioni di lettori nei cinque continenti. Del 2012 è Il prigioniero del cielo.

La scoperta dell'imponente palazzo in cui risiedono Marina e suo padre mi ha inevitabilmente portato alla mente un video degli HIM And Love Said No (And Love Said No: The Greatest Hits 1997-2004, 2004) girato nella storica dimora gotica di Fonthill in Pennsylvania che trasuda letteralmente delle stesse atmosfere romantiche e malinconiche del romanzo. Di seguito vi posto il video:

6 commenti:

  1. Ciao Jerry, io di Zafon ho letto solo questo libro anche se tutti mi dicono che anche la trilogia della nebbia è davvero bella :) A me era piaciuto molto, spero un giorno di poter leggerne anche altri!!

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    1. Ciao Claudina della trilogia della nebbia ho letto "Le luci di settembre" e "Il palazzo della mezzanotte" il primo mi è piaciuto abbastanza, il secondo l'ho amato ;-) te lo consiglio ^^

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  2. Ho uno strano rapporto con questo autore e non so se me la sento di leggere Marina. Magari, prima o poi, un'altra possibilità gliela darò ma non è ancora il momento. u.u

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  3. Ahahah :D non c'è niente di meglio che consigliare un libro che poi piace immensamente!!! È come se mi viene fatto un regalo, quindi grazie a te, Jerry ^-^
    Questo è uno dei libri che più amo...sicuramente il mio preferito di Zafón...sarà pure una storia da un certo punto di vista un po' scontata, ma io amo profondamente ogni sua pagina e la trovo poetica cone poche :-)

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  4. Ho letto Marina tanto tempo fa, ma tu mi hai fatto rivivere ogni istante di quella lettura e della sua storia. Complimenti! E la grafica è adorabile :)

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    1. Grazie mille Nolwenn! Il merito è tutto di "Marina" una storia che ti entra nel cuore e non ti lascia più ;-)

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