sabato 23 ottobre 2021

Asiatica

Perché è questo che mi sembra rivelare l'Asia orientale attraverso certe faglie sottili e profondissime che la percorrono tutta: l'identità di ciascuna nazione pare affermarsi anche attraverso l'opposizione rispetto alla nazione vicina, nonostante le affinità; ogni popolo sembra definire sé stesso in buona parte guardando di continuo a ciò che lo distingue dagli altri.  

(Marco Del Corona, Asiatica)


Buonasera lettori in pantofole! Scrivo con un po' di imbarazzo questo post, l'ultimo risale addirittura ad aprile! Ho abbandonato completamente il blog e anche le mie letture: metteteci il nuovo lavoro, nuove preoccupazioni, lo studio di una lingua... ma la verità è che non avevo più stimoli né voglia di condividere.
Perché sono qui allora? Perché ci voleva il Salone del libro, dopo lo stop dell'ultimo anno e mezzo, a ricordarmi quanto tenevo a questo angolo, quanto era bello, dopo aver voltato l'ultima pagina, fissare i pensieri, condividere le impressioni.  
E allora eccomi di nuovo, con un solo proposito: scrivere di getto quando e come ne avrò voglia, a cominciare da Asiatica, libro di cui avevo letto tanto sul web, che mi era stato da più parti raccomandato e che si è rivelato un bellissimo viaggio in terra d'Asia...


Seoul, Pechino, Tokyo, Hong Kong, Taipei, Shanghai... nomi che evocano l'incanto delle terre d'Oriente, città che si animano nelle pagine di Asiatica,  che ci vengono incontro, si raccontano e ci raccontano tutto il fascino di un Sud-est asiatico in fermento e in perpetuo cambiamento. Ad accompagnarci in questo viaggio è Marco Del Corona, giornalista e scrittore, per lungo tempo corrispondente da Pechino per il "Corriere della Sera", che si fa qui portavoce di una coralità straordinaria. Non sono infatti solo le sue parole a condurci nelle varie tappe che compongono il volume ma quelle di ben 35 tra narratori, poeti e fumettisti con i quali Del Corona ha dialogato negli anni e che, delle città presentate, si fanno testimoni, interpreti di mutamenti sociali, politici, e soprattutto culturali, di quelle "molte Asie" che convivono spesso in opposizione tra loro ma sempre fianco a fianco...     

IL MIO PENSIERO
Il mare è ruvido, il mare non aspetta. Cerca con impazienza un perno, un punto dove appoggiarsi. Intanto gira a vuoto e non sa dove andare. Il mare ha perso la strada. Loro, invece, conoscono la direzione: cantano e ridono, una voce maschile attacca e tutti seguono, una voce femminile la imita e tutti seguono di nuovo, una strofa dopo l'altra, incuranti del liquido saliscendi sotto l'aliscafo. È l'inno nazionale sudcoreano, sono canzoni tradizionali impastate di buonumore.
Così inizia Asiatica con l'immagine di un aliscafo in rotta verso le isole Dokdo (o Takeshima in giapponese) le isole contese appunto da sudcoreani e giapponesi perché, come ci fa notare da subito Del Corona, l'Asia è anche questo: una miriade di identità che si affermano per opposizione, per ciò che le distingue o le contraddistingue rispetto al proprio vicino nonostante le affinità. Che si tratti di Corea, Giappone, Cina o Taiwan non ha importanza, sono le tante peculiarità che si stendono tra il Mar Cinese e il Mar del Giappone quelle che ci vengono presentate in questo volume. L'autore ci prende per mano e ci fa salire sulla "sua" barchetta, una delle tante possibili, ci fa ammainare le vele e ci conduce in viaggio alla scoperta delle grandi città del sud est asiatico. 

Per ogni capitolo una città, dalle più conosciute quali Pechino, Tokyo o Seoul a quelle che possono suonare ignote a un orecchio occidentale, penso a Chongqing, per quanto sia una metropoli abitata da milioni di abitanti, ma del resto anche Wuhan prima della pandemia risultava sconosciuta ai più 😅. 
Per ogni capitolo una fantasmagoria di voci e testimonianze, ed è proprio questo ciò che più ho amato di questo libro e cioè il taglio particolarissimo che l'autore gli ha dato: un diario di viaggio in cui alla voce del narratore si accompagnano le tante altre voci con cui Marco Del Corona è entrato in contatto negli anni, attraverso il suo lavoro di giornalista e corrispondente. Si tratta di scrittori, poeti, fumettisti in alcuni casi persino registi che si fanno interpreti di queste metropoli, ne analizzano i risvolti storici, politici, culturali anche in relazione con l'Occidente (del resto in alcuni casi si parla di fuoriusciti, autori volutamente o forzatamente lontani dal proprio paese).
E ancora a parlare sono spesso i libri, i racconti di questi autori attraverso le trame e i personaggi che li animano. Del resto come afferma la scrittrice Krys Lee: «Gli scrittori stanno al limitare tra la cosiddetta realtà e la fantasia, ma non è reale anche quello che immaginiamo? E il mondo "reale" non è zeppo di costruzioni fittizie?»
Le opere si fanno quindi specchio, riflesso e "bussola" come afferma lo stesso Marco Del Corona per comprendere in profondità le città visitate. Vista la mia passione per la Corea ho amato particolarmente i capitoli dedicati alle Dokdo e a Seoul e le voci che li animano: da Lee Jung-myung ad Han Kang, da Shin Kyung-sook a Lee Eung-jun passando per Yu Miri e Bae Suah. Ma tutto Asiatica è prezioso non solo per "viaggiare" ma anche per conoscere e scoprire scrittori e poeti del sud-est asiatico. A tal proposito ho trovato davvero preziosa le breve guida d'appendice curata dalla redazione di Add Editore che per ogni luogo trattato nel libro indica attrazioni lontane dalle grandi mete turistiche ma ottime per vivere e penetrare l'atmosfera dei luoghi (piccoli musei, librerie o negozi di oggettistica) per non parlare della bibliografia di tutti i testi citati città per città. 
Quattro pantofole e mezzo. Asiatica è un libro da assaporare, pagina dopo pagina, luogo dopo luogo, voce dopo voce, un libro che mi sento di consigliare non solo a chi è appassionato d'Asia ma anche a chi l'Asia non la conosce affatto, a chi è curioso, a chi come me non disdegna di viaggiare attraverso le pagine dei libri. 

Di seguito vi lascio, come sempre, tutte le info sul volume uscito come detto sopra per Add Editore lo scorso giugno:

MARCO DEL CORONA 

Asiatica
editore: Add editore; pagine: 318; EAN: 9788867833191
data di pubblicazione: giugno 2021
brossura: € 18.00; eBook: € 9.99; acquistalo su: La Feltrinelli

Asiatica è un libro che attraversa Corea, Giappone, Cina, Vietnam, Cambogia, Taiwan disegnando una mappa geografica e culturale per orientarsi tra i sommovimenti dell’Asia orientale. Si parte da un territorio conteso, su un’imbarcazione che fende il mare dell’Est e si dirige alle isole Dokdo, o isole Takeshima, a seconda che si scelga di chiamarle con il loro nome coreano o con quello giapponese.
Per ogni sua tappa, Marco Del Corona sceglie di raccontare luoghi che, più di altri, lasciano intravedere i fermenti, i conflitti e lo spirito irrequieto che anima questa fetta di mondo: le capitali, Pechino, Tokyo, Seoul, ma anche Taipei, Hanoi o Phnom Penh; le grandi città epicentro delle trasformazioni, come Shanghai o Hong Kong, mescolati a nomi che ci suonano meno familiari, benché siano metropoli da decine di milioni di abitanti come la cinese Chongqing.
Bussola del viaggiatore sono le parole degli scrittori con i quali l'autore ha dialogato e dai quali si è fatto accompagnare, condividendo idee e visioni. Il risultato è una guida per l'outsider, che sia un visitatore reale o virtuale, in compagnia di Han Kang, Hwang Sok-yong, Murakami Ry?, Kirino Natsuo, Yoshimoto Banana, Hao Jingfang, Yu Hua, Yan Lianke, Li Kunwu, Wu-Ming-yi, Rithy Panh, Nguyen Huy Thiep.

CHI È MARCO DEL CORONA:
(Milano, 1968) è dal 1989 giornalista del «Corriere della Sera» per il quale è stato corrispondente da Pechino fra il 2008 e il 2012. Ha pubblicato due diari di viaggio, uno sul Sudest asiatico (Strade di bambù, Edt, 1999) e uno sulla Cambogia (Cattedrali di cenere, Edt, 2005); un saggio-reportage sulla Corea del Nord (L’impero del mai, con Giuseppina De Nicola, ObarraO, 2006); e un volume di interviste a scrittori cinesi (Un tè con Mo Yan, ObarraO, 2015). Sue poesie sono uscite in volume (Noreg, Edizioni del Leone, 1989) e su «Nuovi Argomenti».


E ovviamente come tornano le recensioni, torna anche la musica e per questo post ho scelto un brano dei Death Cab For Cutie, Transatlanticism, dall'album omonimo (2003) che parla di distanza: spaziale. temporale, emotiva e che mi sembrava di poter sposare alle tematica di questo bellissimo libro: 

Nessun commento:

Posta un commento

Accomodatevi, infilate le pantofole e... lasciate un commento!