domenica 25 aprile 2021

Fiabe e storie coreane


A quel punto Yi Sunp'ung si ricordò del fatto che se una volpe riesce a infilarsi in testa un teschio umano può assumere tutte le sembianze volute, e restò perciò acquattato per vedere come sarebbe andata a finire quella faccenda.
Finalmente la volpe terminò il proprio lavoro e, come fu riuscita a infilarsi il teschio in testa a mo' d'elmetto, subito si trasformò in un candido vecchietto dall'aria onesta e innocente.  

(Maurizio Riotto, Fiabe e storie coreane)


Buona domenica lettori in pantofole, quanto tempo! Mi dispiace avere abbandonato il blog per diverso tempo, ma fortunatamente questo angoletto è sempre qua, pronto ad accogliermi in qualsiasi momento ^^
Purtroppo il lavoro ha preso il sopravvento, da quando mi sono messa in proprio, diciamo che ho dovuto riorganizzare tutta la mia vita lavorativa e, passando gran parte della giornata davanti a un pc, tornare a postare nei tempi morti diventa pesante e complicato. Anche le mie letture ne hanno risentito, ma in realtà ci sono ancora tanti libri di cui non vi ho parlato e che mi hanno tenuto compagnia nei primi mesi di questo travagliato 2021.  
Uno di questi è Fiabe e storie coreane di Maurizio Riotto che fa parte del mio progetto #leggerecoreano, una raccolta unica nel suo genere, un modo in più per conoscere il Paese del calmo mattino attraverso il folklore e la tradizione orale e scritta...


Padri e figli, fanciulle virtuose, geni e volpi trasformiste, ranocchie riottose e tigri inferocite. In queste storie, in queste fiabe è racchiuso uno dei patrimoni della letteratura orale più ricchi dell'Estremo Oriente. Un mondo di credenze e superstizioni che è alla base della cultura di un intero popolo, un popolo dalla storia travagliata ma che attraverso la tradizione orale e poi scritta ha sempre rivendicato forte e prepotente la propria individualità, indipendenza e identità culturale.  

IL MIO PENSIERO
Tanto, tanto tempo fa, in un villaggio situato in una profonda vallata, viveva un povero taglialegna, chiamato Tŏkpo, che era un ragazzo oltremodo onesto e dall'animo gentile. Tutte le mattine Tŏkpo si alzava di buon'ora per recarsi a far legna sulla vicina montagna...
Tanto tempo fa, C'era una volta, Un giorno... parole che ci fanno tornare subito bambini, che hanno il potere di evocare tempi lontani, figure leggendarie, vite semplici o straordinarie, eppure spesso dimentichiamo quanto questi componimenti siano legati alla storia e alla tradizione dei popoli cui si riferiscono. 
In Fiabe e storie coreaneMaurizio Riotto orientalista e professore di Lingua e letteratura coreana presso l'università degli studi di Napoli, ha raccolto tutta una serie di componimenti (alcuni dei quali mai tradotti in precedenza) che vogliono in qualche modo "far assaggiare" e avvicinare il lettore occidentale a quel grande e inesauribile bacino di storie, leggende, credenze e superstizioni, che è alla base del patrimonio letterario (orale e scritto) della Corea. Il volume, di circa 240 pagine, è suddiviso in 7 sezioni volte a presentare gli aspetti principali della vita del Paese del Calmo mattino. Genitori e figli, animali, amori  e metamorfosi, incantesimi e prodigi sono solo alcuni degli argomenti trattati in queste "storie" (del resto, come afferma Riotto stesso nell'introduzione, troppo complesso, se non impossibile sarebbe distinguere tra mito, fiaba, saga e leggenda). E allora ecco comparire sulla pagina figli devoti e ingrati, monaci buddhisti, magistrati e re che riflettono la struttura sociale tipica della Corea del periodo Chosŏn, confuciana, maschilista e burocratica ma accanto a questi ci sono il genio della sorgente e il signore dei demoni, ninfe e animali parlanti, fanciulle coraggiose nel difendere la propria virtù e madri devote, un sostrato di usi e costumi che parlano una lingua diversa, e come sostiene Riotto, forse più antica in cui "il femminile" rivestiva un ruolo decisamente diverso e più centrale. 

Cosa dire, il mio consiglio è quello di perdersi tra le varie sezioni e le varie storie per scoprire anche i punti di contatto con il bacino favolistico occidentale e quello più ampio dell'Estremo Oriente. Vi capiterà così di incappare nella figura della rana riottosa di La rana verde che con il suo "kulgae, kulgae" fa sempre il contrario di quanto le viene detto da mamma rana, insomma il nostro bastian contrario 😂,  oppure nel giovane taglialegna in cerca di una moglie affettuosa e del calore di una famiglia (Il taglialegna e la ninfa) forse la mia favola preferita di tutto il volume. Sì, perché nell'incontro con la ninfa del lago e nella sottrazione delle vesti divine ho ravvisato il punto di contatto con il mito giapponese della Tennyo e dell'Hagoromo (chi non ha amato Ayashi no Ceres, ve lo ricordate?) E ancora La volpe trasformista e i suoi tiri malvagi, del resto in Corea la volpe è sempre identificata come un animale diabolico, che tanta ispirazione ha dato anche al mondo della tv e dei K-drama, per arrivare alle fiabe più legate alla tradizione letteraria. In Storia di Ch'unghyang, Riotto ha presentato, in forma necessariamente rimaneggiata e ridotta, la vicenda d'amore più conosciuta e amata dal popolo coreano, quella della nobile e leggiadra fanciulla imprigionata per anni perché decisa a difendere il suo onore e l'amore per il giovane Mongnyong contro la prepotenza del prefetto di Namwŏn. 
E così via, le storie si susseguono e si affastellano sulla pagina: crudeli, buffe, magiche a tratti commoventi e al lettore non resta che farsi trasportare in questo mondo "esotico" e magnifico che è la Corea. Quattro pantofole. Una raccolta che mi sento di consigliare a chi voglia un assaggio del patrimonio culturale coreano, una lettura unica, perché non ci sono altre raccolte del genere in lingua italiana, ma soprattutto interessante per gli apparati che la compongono. Assolutamente imperdibile è infatti l'introduzione di Maurizio Riotto che spiega molti dei tratti, delle simbologie e delle credenze che caratterizzano le fiabe della raccolta, così come le note che spesso approfondiscono varianti e tradizioni "regionali".

Di seguito vi lascio come sempre i dati del volume che io ho acquistato da una giacenza di magazzino, ma ho scoperto che proprio in questi giorni la Franco Muzzio Editore ha pubblicato una nuova edizione ampliata del lavoro di Riotto ed è di questa che vi posto tutte le info:

MAURIZIO RIOTTO 

Fiabe e storie coreane
editore: Franco Muzzio Editore; pagine: 176; EAN: 9788874132799
data di pubblicazione: 22 aprile 2021
brossura: € 14.50; acquistalo su: La Feltrinelli

Paese colpevolmente trascurato, se non ignorato, dalla cultura italiana, la Corea possiede uno dei più vasti patrimoni di letteratura orale di tutto l’Estremo Oriente. Le influenze di filosofie come il buddhismo e il confucianesimo, originariamente estranee alla cultura tradizionale, lungi dall’aver sepolto o appiattito la vivacità intrinseca del carattere originario coreano ne hanno invece potenziato la fantasia e gli strumenti della narrativa. In queste fiabe, la maggior parte delle quali mai tradotte al mondo, emergono alcuni elementi fondamentali: l’inviolabilità del rispetto tra padri e figli (e figli e padri); la considerazione degli animali, molti dei quali rientrano nel mito; il sostrato sciamanista del paese, al quale si rifanno tante storie di geni, spiriti, fantasmi; l’ideale dell’Amore, pur considerato dalla società, rigidamente strutturata in classi, un sentimento marginale; il sogno della metamorfosi, concepita come legge del contrappasso, e, soprattutto, la capacità di accettare un’endemica, sempre presente povertà, ma anche di impegnarsi per reagirvi. In questa nuova edizione l’introduzione è stata ampliata e sono stati aggiunti, oltre ad altre fiabe, anche un apparato informativo per il lettore e nuovi e più recenti riferimenti bibliografici.

CHI È MAURIZIO RIOTTO:
(Palermo, 1959) insegna Lingua e Letteratura della Corea nell'università degli studi di Napoli "L'Orientale". Laureatosi in Lettere (indirizzo classico) a Palermo, si è poi specializzato in Archeologia orientale nell'Università "La Sapienza" di Roma. A lungo residente in Estremo Oriente, per quattro anni è stato research fellow presso l'Università Nazionale di Seul. Ha al suo attivo oltre cento pubblicazioni sulla Corea, fra le quali ricordiamo Introduzione allo studio della lingua coreana (Napoli, 1990), Fiabe e storie coreane (Milano, 1994), Storia della letteratura coreana (Palermo, 1996), Mogli, mariti e concubine: affari di famiglia nella Corea classica (Palermo, 1998), Poesia religiosa coreana (Torino, 2004). Anche traduttore e curatore di opere coreane antiche e moderne, nel 1995 ha ricevuto il Premio Korean Culture & Arts Foundation per la traduzione in italiano del romanzo Il poeta di Yi Munyŏl.

E ovviamente non potevo chiudere senza musica e, per restare in tema di leggende e favole, ho scelto un brano tratto dalla colonna sonora del K-drama Tale of the nine Tailed (2020) che mette in scena proprio uno dei tanti elementi folkloristici della tradizione coreana la storia del Gumiho o della volpe dalle nove code. E allora ci andiamo ad ascoltare I'll be there interpretata da Shownu del gruppo K-pop Monsta X.

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