sabato 10 ottobre 2020

Black (블랙)


Non sei un mostro. Ciò che hai è un dono, non una maledizione.
(da: Black)



Buon weekend, lettori in pantofole, come ve la passate? In questo sabato di pioggia sono pronta a parlarvi, non di un libro, ma di una serie TV che ho appena concluso su Netflix.
Ormai lo sapete, in questi tempi di pandemia e distanziamento sociale i K-drama sono diventati la mia ossessione e quindi eccomi con dei commenti a caldo su Black, per la regia di Kim Hong-sun, un perfetto mix di crime e fantasy che mi ha tenuta incollata allo schermo per poi deludermi tutto insieme...  

Titolo: Black (블랙)
Genere: K-drama, suspense, crime, fantasy
Creato da: Kim Hong-sun
Interpreti principali: Song Seung-heun, Go A-ra
Stagioni: 1
Episodi: 1-18
Prima visione Corea: 14 ottobre 2017
Piattaforma: Netflix
Sottotitolato:


Mi sono avvicinata a Black perché sentivo il bisogno di una serie che fosse movimentata, adrenalinica e, perché no, dal retrogusto dark... e il serial con protagonista l'imperturbabile Song Seung-heun sembrava proprio fare al caso mio: una giovane donna con un dono molto particolare (la capacità di vedere le ombre che accompagnano la morte), un Triste Mietitore impossessatosi del corpo di un agente di polizia e il ritrovamento di un cadavere che scoperchia un vaso di Pandora, una serie di drammatici eventi risalenti a circa venti anni prima. Questa la trama a grandi linee, e ditemi voi se non ha un appeal decisamente intrigante, se in più ci mettete i chiari riferimenti al filone 도깨비(vi dirò solo due parole Goblin e Gong Yoo) capirete che la curiosità era del tutto giustificata. Tra l'altro ritroviamo Lee El (la dea del Destino e della Nascita) qui nei panni "mortali" di un medico con un difficile passato da nascondere.

Ma non lasciatevi ingannare, sin dalle prime battute Black si differenzia decisamente da Goblin, prediligendo ed enfatizzando l'aspetto crime. Il ritmo è sostenuto, le scene d'azione frequenti e per quanto l'elemento fantasy sia fondamentale alla trama, ben si armonizza e intreccia con l'aspetto più "thriller". Del resto, la storia è ricca di colpi di scena e il protagonista, l'agente Han Moo-gang (o meglio il "mietitore" 444 che abita il suo corpo) si servirà della giovane Kang Ha-ram e dei suoi occhi "speciali" per riportare alla luce crimini e misfatti tenuti nascosti per più di venti anni. 
Ad accompagnarli, un corteo di personaggi quantomai variegato: dagli esilaranti agenti del nucleo investigativo (a cui sono collegate la maggior parte delle gag comiche della serie), al giovane Oh Man-soo (interpretato da Kim Dong-jun) ingenuo erede di una multinazionale con tanti, troppi scheletri nell'armadio, fino ad arrivare a Leo, l'idol ribelle interpretato dall'amatissimo Kim Jae-young.
Bravissimi gli interpreti principali Song Seung-heun, che toglie il fiato (davvero intensa tra l'altro la storia dell'agente Han Moo-gang e i retroscena che nasconde, a mio avviso il "pezzo forte" della serie), e la giovane Go A-ra, con il suo sguardo profondo, che la rende perfetta per la parte da "giovane indovina" che interpreta. E a siffatti protagonisti non poteva che essere legato l'elemento romance, questo sì in perfetto filone Goblin

Insomma lo avrete ormai capito, Black mi ha presa da subito, sono rimasta piacevolmente travolta dal ritmo labirintico, dai continui rimbalzi, dalle false piste e dalle "impreviste" agnizioni ma... eh sì, perché qui il ma è d'obbligo. Ecco che una serie intrigante, spiazzante e perché no, commovente, viene completamente scardinata nelle due puntate finali: una chiusura decisamente banale, esagerata e che occhieggia fin troppo il filone 도깨비. Il regista ha voluto strafare (a mio avviso rovinando anche l'elemento fantasy che a un certo punto si inceppa, non regge più) ed è un vero peccato, perché per ben 16 puntate Black aveva mantenuto il giusto equilibrio tra fantasy e crime toccando anche temi molto importanti: corruzione, prostituzione minorile, abusi edilizi, per non parlare di eventi reali ai quali tra l'altro il regista fa un chiaro riferimento nei titoli di coda (non vi dico altro per evitare spoiler). 
Il finale mi ha lasciata quasi indifferente a dispetto delle forti emozioni che mi avevano animata in precedenza e quindi non so se consigliarvelo o meno perché la prima parte in effetti vale decisamente la pena, così come la meravigliosa interpretazione di "Joon oppa" (Song Seung-heun) ma Black, di fatto, si è rivelato una promessa non mantenuta...

Non posso però chiudere senza musica per cui, dalla colonna sonora, ci andiamo ad ascoltare Another me di Min Chae, questa sì davvero bellissima:

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