Così Stoner cominciò da dove aveva iniziato, e l'uomo alto, magro, e ricurvo che ormai era diventato si sedette in cattedra nella stessa aula dove il ragazzo alto, magro e ricurvo che era stato sedeva dietro a un banco, ascoltando le parole che lo avrebbero condotto fin lì. Ogni volta che entrava in quell'aula non poteva impedirsi di guardare il posto che aveva occupato, e ogni volta si stupiva un po' di non trovarsi lì.
(John Williams, Stoner)
Buon weekend, lettori in pantofole! Cerco di recuperare il tempo perduto in questi mesi, raccontandovi un po' le mie letture passate a cominciare da Stoner, un libro di cui tutti avrete sentito parlare e che in molti avranno letto: il caso letterario degli ultimi anni.
Bene, era da tempo che avevo in progetto di leggerlo, in tanti me lo avevano consigliato e, devo ammetterlo, ero anche un po' scettica, in genere i casi letterari finiscono sempre per deludermi. Poi eccomi in libreria in cerca di tutto un altro titolo e parlando con la libraia salta fuori John Williams. Ennesima raccomandazione, ennesima lode, così... forza, leggiamolo.
Be', mi sono convinta, mai esortazioni, consigli e commenti sono stati tanto meritati, Stoner mi ha folgorata, colpita e affondata...
William Stoner ha 19 anni quando lascia il paese di Booneville, dove è nato e cresciuto e dove i suoi genitori portano avanti una piccola fattoria, per andare a studiare agraria a Columbia, nell'Università del Missouri. Sarà questo uno dei pochi viaggi compiuti nella sua esistenza, perché Stoner non si allontanerà più da Columbia. Abbandonato il corso di agraria per quello di letteratura, completerà il ciclo di studi, poi il dottorato, per diventare infine docente. Una vita votata all'insegnamento, una vita racchiusa tra le mura del campus: pochi amici, un lungo matrimonio infelice, una figlia che ama teneramente ma dalla quale sarà ben presto diviso. Un'esistenza in punta di piedi, monotona, forse grigia, eppure resa emozionante ed illuminata dalla luce delle parole e dall'amore per la letteratura.
IL MIO PENSIERO
William Stoner si iscrisse all'Università del Missouri nel 1910, all'età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato di ricerca e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell'università un manoscritto medievale, in segno di ricordo.
Inizia così la storia di William Stoner e ho deciso di riportare l'incipit quasi per intero perché in queste poche righe è racchiusa, in nuce, l'essenza del romanzo di John Williams. Perché la storia di Stoner è proprio tutta qua, una vita votata all'insegnamento, una vita trascorsa senza impeti, slanci, prese di posizione, chiusa tra le mura di un campus. Non c'è niente di eccezionale nell'esistenza di questo eroe di carta, anzi sono più le delusioni e le amarezze che le vittorie. Alto, allampanato, ricurvo, William Stoner è un uomo che si lascia vivere, trasportare dagli eventi più che cavalcarli. Gli studi, il dottorato, l'insegnamento, un matrimonio infelice, i pochi amici conosciuti tra quegli stessi banchi che saranno per sempre il confine della sua esistenza. Allora cosa c'è di avvincente, di appassionante in questo personaggio? C'è che William Stoner è un uomo estremamente gentile, un uomo che ama la letteratura e lo studio, un uomo semplice, forse mediocre, ma che forse proprio per questo sentiamo vicino. Lo accompagnamo dal piccolo paese di Booneville fino all'università del Missouri, lo vediamo completamente folgorato e trasfigurato da un sonetto di Shakespeare, complice un professore dagli occhi scuri e scintillanti di passione: Guardò di nuovo William Stoner e disse brusco: «Shakespeare le parla attraverso tre secoli di storia, Mr Stoner. Riesce a sentirlo?».
Quella stessa passione che pure alberga in Stoner ma che egli non sa esprimere nel lavoro così come nei rapporti umani, e così lo vediamo impacciato mentre corteggia la donna che diventerà sua moglie, un rapporto infelice che segnerà gran parte della vita di entrambi (e vi assicuro che il racconto della prima notte di nozze è addirittura terrificante), lo vediamo completamente inerte mentre l'eco della prima guerra mondiale si riverbera per i corridoi del campus e passivo dinanzi ai giochi di potere che investono le cattedre dell'università. Perché allora continuiamo a leggere, perché la sottoscritta è stata rapita per oltre trecento pagine? Perché la vita di William Stoner è descritta con tale delicatezza, profondità e linearità da farcela sentire vicina, reale. Di Stoner ci colpiscono i principi, le idee, i sentimenti, per quanto semplici e sussurati possano essere, percepiamo la sua profonda passione per gli studi, il sentimento tenero e disarmante che lo lega alla figlia, la passione travolgente per l'amore finalmente trovato e poi perso.
Un romanzo magistralmente scritto per cui una vita semplice, forse banale, rifulge sulla pagina e nel cuore del lettore. Sono stata particolarmente colpita dal finale, non me ne vogliate, non faccio spoiler, del resto cosa accade è già rivelato a pagina 9, ma devo ammettere che sono rimasta scossa dal modo in cui John Williams è riuscito a descrivere nero su bianco il momento estremo in cui la vita abbandona il corpo di Stoner: Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attraversò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza. Era se stesso e sapeva cosa era stato. La testa si voltò, il comodino era carico di libri che non toccava da tempo...
E non vado oltre. Cinque pantofole ben meritate. Una storia che davvero smuove qualcosa dentro, che emoziona e commuove: gli interrogativi di William Stoner, le sue emozioni, i suoi dilemmi si trasferiscono al lettore con una semplicità e una delicatezza rara. Un romanzo che vale la pena leggere.
Di seguito vi lascio tutti i dettagli del volume uscito per la prima volta in italia, per Fazi Editore, nel 2012:
Inizia così la storia di William Stoner e ho deciso di riportare l'incipit quasi per intero perché in queste poche righe è racchiusa, in nuce, l'essenza del romanzo di John Williams. Perché la storia di Stoner è proprio tutta qua, una vita votata all'insegnamento, una vita trascorsa senza impeti, slanci, prese di posizione, chiusa tra le mura di un campus. Non c'è niente di eccezionale nell'esistenza di questo eroe di carta, anzi sono più le delusioni e le amarezze che le vittorie. Alto, allampanato, ricurvo, William Stoner è un uomo che si lascia vivere, trasportare dagli eventi più che cavalcarli. Gli studi, il dottorato, l'insegnamento, un matrimonio infelice, i pochi amici conosciuti tra quegli stessi banchi che saranno per sempre il confine della sua esistenza. Allora cosa c'è di avvincente, di appassionante in questo personaggio? C'è che William Stoner è un uomo estremamente gentile, un uomo che ama la letteratura e lo studio, un uomo semplice, forse mediocre, ma che forse proprio per questo sentiamo vicino. Lo accompagnamo dal piccolo paese di Booneville fino all'università del Missouri, lo vediamo completamente folgorato e trasfigurato da un sonetto di Shakespeare, complice un professore dagli occhi scuri e scintillanti di passione: Guardò di nuovo William Stoner e disse brusco: «Shakespeare le parla attraverso tre secoli di storia, Mr Stoner. Riesce a sentirlo?».
Quella stessa passione che pure alberga in Stoner ma che egli non sa esprimere nel lavoro così come nei rapporti umani, e così lo vediamo impacciato mentre corteggia la donna che diventerà sua moglie, un rapporto infelice che segnerà gran parte della vita di entrambi (e vi assicuro che il racconto della prima notte di nozze è addirittura terrificante), lo vediamo completamente inerte mentre l'eco della prima guerra mondiale si riverbera per i corridoi del campus e passivo dinanzi ai giochi di potere che investono le cattedre dell'università. Perché allora continuiamo a leggere, perché la sottoscritta è stata rapita per oltre trecento pagine? Perché la vita di William Stoner è descritta con tale delicatezza, profondità e linearità da farcela sentire vicina, reale. Di Stoner ci colpiscono i principi, le idee, i sentimenti, per quanto semplici e sussurati possano essere, percepiamo la sua profonda passione per gli studi, il sentimento tenero e disarmante che lo lega alla figlia, la passione travolgente per l'amore finalmente trovato e poi perso.
Un romanzo magistralmente scritto per cui una vita semplice, forse banale, rifulge sulla pagina e nel cuore del lettore. Sono stata particolarmente colpita dal finale, non me ne vogliate, non faccio spoiler, del resto cosa accade è già rivelato a pagina 9, ma devo ammettere che sono rimasta scossa dal modo in cui John Williams è riuscito a descrivere nero su bianco il momento estremo in cui la vita abbandona il corpo di Stoner: Una morbidezza lo avvolse e un languore gli attraversò le membra. La coscienza della sua identità lo colse con una forza improvvisa, e ne avvertì la potenza. Era se stesso e sapeva cosa era stato. La testa si voltò, il comodino era carico di libri che non toccava da tempo...
E non vado oltre. Cinque pantofole ben meritate. Una storia che davvero smuove qualcosa dentro, che emoziona e commuove: gli interrogativi di William Stoner, le sue emozioni, i suoi dilemmi si trasferiscono al lettore con una semplicità e una delicatezza rara. Un romanzo che vale la pena leggere.
Di seguito vi lascio tutti i dettagli del volume uscito per la prima volta in italia, per Fazi Editore, nel 2012:
JOHN WILLIAMS
Stoner
editore: Fazi Editore; pagine: 350; EAN: 9788893250627
data di pubblicazione: 3 novembre 2016
William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarant'anni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Peter Cameron)
Traduzione di: Stefano Tummolini
Nato nel 1922 in una famiglia di modeste condizioni economiche del Texas, si iscrisse all’Università di Denver solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, durante la quale fu di stanza in India e in Birmania dal 1942 al 1945. Rimase a Denver per tutta la vita, dove insegnò Letteratura inglese presso l’Università del Missouri e dove morì nel 1994. Poeta e narratore, John Williams è stato finalmente riscoperto negli ultimi anni, diventando un vero e proprio fenomeno di culto a livello internazionale. Oltre ad Augustus, Fazi Editore ha pubblicato Stoner (2012), Butcher’s Crossing (2013) e Nulla, solo la notte (2014).
And be a simple kind of man, Oh, be something you love and understand... Sono le uniche parole che mi vengono in mente per chiudere questa recensione, e allora ci andiamo ad ascoltare gli intramontabili Lynyrd Skynyrd con la loro Simple Man (Pronounced, 1973), qui nella recente versione live al Florida Theatre (2015):
Uno dei libri della mia vita. ❤️
RispondiEliminaE capisco perché <3
EliminaAnch'io ho rimandato a lungo la lettura perché temevo che la fama che precedeva il romanzo e quindi le alte aspettative potessero andare deluse... Quella di Stoner, poi, è, appunto, una storia comune, e faticavo a capire come una storia comune potesse diventare un capolavoro... Ebbene, solo leggendo il romanzo lo si può comprendere! :)
RispondiEliminaCiao Cristina! Vedo che ha fatto a tutti più o meno lo stesso effetto... e ci ha conquistati tutti quanti ;-)
EliminaMi ispira poco a livello di trama ma ho sempre sentito dire cose bellissime su questo libro per cui so che, prima o poi, lo leggerò.
RispondiEliminaÈ proprio questo che mi ha colpito, la trama è quantomai esile. L'autore racconta un'esistenza semplice eppure, è il modo in cui racconta che conquista ^^
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