Uno spettatore portò, da un negozio vicino, un pezzo di spago, e, sotto lo sguardo curioso dei due poliziotti e del crocchio formatosi, lo stelo di narciso fu immobilizzato. Il fiorellino rialzò la testa e di colpo il mugghiante dolore lasciò l'anima dell'idiota. I suoi occhi parvero due brandelli d'un cielo d'aprile dopo la pioggia, e la faccia sbavata fu estatica, lunare.
(William Faulkner, New Orleans Sketches)
Buona domenica, lettori in pantofole! Eccomi di nuovo a parlare di letture, e questa volta l'ispirazione è venuta dal bellissimo corso sulla Magic Louisiana della McMusa.
New Orleans Sketches è un librettino, appena 96 pagine, che raccoglie una serie di racconti composti da William Faulkner all'inizio della sua carriera. Per la sottoscritta è stato il primo approccio con il grande scrittore americano e di sicuro non sono riuscita a goderne tutte le sfumature: quella prosa in divenire che accenna ai romanzi del futuro, quelle tematiche in nuce qui solamente riflesse. Pure, mi sono lasciata guidare dalla bellissima introduzione di Carver Collins, professore, scrittore e grande estimatore dell'opera di Faulkner, per dedicarmi poi a quella prosa netta, pulita che mi ha messo tanta curiosità e tanta voglia di cimentarmi con le opere maggiori, L'urlo e il furore in primis...
Nel 1925 un giovane William Faulkner si trasferisce a New Orleans nel quartiere francese di Vieux Carré e inizia una collaborazione continuativa con il locale Times-Picayune. Ne nascono una serie di "bozzetti", racconti anche di poche pagine, pubblicati nell'edizione domenicale del Picayune. E così facciamo la conoscenza del giovane giramondo di Da Nazareth, dell'idiota dallo sguardo serafico di Il regno di Dio, dei contrabbandieri gabbati di Topi di campagna...
Brevi schizzi "di colore", brevi accenni a personaggi e situazioni, in una prosa netta, pulita ma ancora grezza e in divenire.
Brevi schizzi "di colore", brevi accenni a personaggi e situazioni, in una prosa netta, pulita ma ancora grezza e in divenire.
IL MIO PENSIERO
La voce, l'accento erano del Middle West: evocavano grano sonnacchioso sotto un cielo azzurro e un velo di polvere, sulla vasta campagna; lunghe terre serene dove gli stimoli della fatica e del cibo e del sonno colmano la vita degli uomini.
Sketches, bozzetti, schizzi di colore, questo sono i racconti raccolti da Il Saggiatore in questo libretto. Pagine che evocano, più che raccontare, che suscitano guizzi di emozione nel nitore della pagina senza, però, condurre lontano.
I racconti sono brevi, i personaggi semplici eppure la descrizione di un fiore o lo sguardo di un personaggio (vedi Il regno di Dio) sembrano caricarsi di mille significati diversi, tutti vagamente accennati.
Come dicevo all'inizio di questa recensione, i bozzetti di New Orleans possono essere apprezzati appieno forse solo da chi Faulkner ha già imparato a conoscerlo e amarlo nella complessità delle sue opere più famose, perché come afferma Carver Collins nella bellissima introduzione a questi 6 racconti, vi si ritrovano in nuce tutti i grandi temi del romanziere più tardo. Il suo realismo poetico, la trascendenza, il simbolismo religioso fanno qui solo capolino, pure il fascino di certe descrizioni è innegabile basti pensare al giovane vagabondo di Jackson Park in Da Nazareth o al capannello di uomini che assiepano l'emporio di Gibson in Il bugiardo e ancora all'urlo ferino e straziante dell'idiota in Il regno di Dio.
Certo, si tratta di racconti privi di una vera sostanza, uno spessore pregnante, vi si ravvisano piuttosto gli esercizi di stile di un giovane scrittore ancora in cerca della sua vera voce. La New Orleans evocata nel titolo è appunto anch'essa solo accennata, presente nel nome di un parco, nella pennellata di una strada ma sostanzialmente marginale rispetto all'economia dei racconti di Faulkner. E tuttavia, come ricorda sempre Carver Collins, il soggiorno a New Orleans è stato fondamentale per lo scrittore che, fino ad allora essenzialmente poeta, si è poi dedicato anima e corpo alla scrittura in prosa divenendo di fatto la voce narrante del Sud degli Stati Uniti.
Tre pantofole. Una prosa netta, limpida, ricca di atmosfera per quanto esile nella sua brevità. Di sicuro ha stuzzicato la mia curiosità, il mio desiderio di conoscere l'umanità narrata da Faulkner nelle sue opere maggiori. Prossimo obiettivo? L'urlo e il furore 😉
Di seguito vi lascio tutti i dati della raccolta pubblicata in Italia da Il Saggiatore:
Sketches, bozzetti, schizzi di colore, questo sono i racconti raccolti da Il Saggiatore in questo libretto. Pagine che evocano, più che raccontare, che suscitano guizzi di emozione nel nitore della pagina senza, però, condurre lontano.
I racconti sono brevi, i personaggi semplici eppure la descrizione di un fiore o lo sguardo di un personaggio (vedi Il regno di Dio) sembrano caricarsi di mille significati diversi, tutti vagamente accennati.
Come dicevo all'inizio di questa recensione, i bozzetti di New Orleans possono essere apprezzati appieno forse solo da chi Faulkner ha già imparato a conoscerlo e amarlo nella complessità delle sue opere più famose, perché come afferma Carver Collins nella bellissima introduzione a questi 6 racconti, vi si ritrovano in nuce tutti i grandi temi del romanziere più tardo. Il suo realismo poetico, la trascendenza, il simbolismo religioso fanno qui solo capolino, pure il fascino di certe descrizioni è innegabile basti pensare al giovane vagabondo di Jackson Park in Da Nazareth o al capannello di uomini che assiepano l'emporio di Gibson in Il bugiardo e ancora all'urlo ferino e straziante dell'idiota in Il regno di Dio.
Certo, si tratta di racconti privi di una vera sostanza, uno spessore pregnante, vi si ravvisano piuttosto gli esercizi di stile di un giovane scrittore ancora in cerca della sua vera voce. La New Orleans evocata nel titolo è appunto anch'essa solo accennata, presente nel nome di un parco, nella pennellata di una strada ma sostanzialmente marginale rispetto all'economia dei racconti di Faulkner. E tuttavia, come ricorda sempre Carver Collins, il soggiorno a New Orleans è stato fondamentale per lo scrittore che, fino ad allora essenzialmente poeta, si è poi dedicato anima e corpo alla scrittura in prosa divenendo di fatto la voce narrante del Sud degli Stati Uniti.
Tre pantofole. Una prosa netta, limpida, ricca di atmosfera per quanto esile nella sua brevità. Di sicuro ha stuzzicato la mia curiosità, il mio desiderio di conoscere l'umanità narrata da Faulkner nelle sue opere maggiori. Prossimo obiettivo? L'urlo e il furore 😉
Di seguito vi lascio tutti i dati della raccolta pubblicata in Italia da Il Saggiatore:
WILLIAM FAULKNER
New Orleans Sketches
editore: il Saggiatore; pagine: 96; EAN: 9788842824022
data di pubblicazione: 2 novembre 2017
brossura: € 14.00; acquistalo su: Giunti al Punto
Nel 1925, il ventisettenne William Faulkner si trasferì a New Orleans per dedicarsi a tempo pieno alla letteratura, dopo aver lasciato il lavoro di ufficiale postale. Fu la svolta della sua vita e il punto di non ritorno della sua scrittura. Fino ad allora, Faulkner si era occupato quasi esclusivamente di poesia, ma nei sei mesi trascorsi in città pubblicò racconti e brevi schizzi sul quotidiano Times-Picayune e sulla rivista The Doublé Dealer, che accoglieva tra i suoi autori Ernest Hemingway, Sherwood Anderson ed Ezra Pound. New Orleans sketches - un classico del catalogo del Saggiatore - raccoglie sei di questi racconti, scritti con uno stile scabro e magnetico, con un'esattezza che sfiora la brutalità: è il seme da cui germoglieranno capolavori come L'urlo e il furore - scritto solo quattro anni dopo - Mentre morivo e Luce d'agosto. Vi si ritrovano lo stesso simbolismo, gli stessi riferimenti alla Bibbia, alla vita di Cristo, alla francescana «sorellina morte». Si riconosce quel microcosmo di un'America agraria e ancestrale popolata da contadini, marinai e piccoli delinquenti. Leggere i New Orleans sketches significa osservare il turbinio di un mondo che sta per essere travolto, in precario equilibrio tra una natura opulenta e imperscrutabile e una modernità ferina. È il mondo esplorato e ricreato da Faulkner, dipinto con tratti rapidi, di una nitidezza che prelude alla successiva frantumazione del linguaggio, dove il pianto per un narciso spezzato può sovrastare le grida della folla e le rondini corrono deliranti tra le mimose; dove i vecchi hanno «imparato che vivere non soltanto non è gioia o passione ma nemmeno, particolarmente, dolore».
Traduzione di: Cesare Salmaggi
(1897-1962), romanziere, sceneggiatore e drammaturgo, è stato uno dei massimi scrittori americani. Dopo aver studiato brevemente alla University of Mississippi di Oxford, si è dedicato interamente alla scrittura, ricevendo il Premio Nobel per la letteratura (1949), il National Book Award (1951 e 1955) e il Premio Pulitzer (1955 e 1963). Tra le sue opere più celebri ricordiamo: La paga dei soldati, L’urlo e il furore, Mentre morivo, Santuario, Luce d’agosto e Assalonne, Assalonne!
Se si parla di New Orleans non si può non fare riferimento alla bellissima Born on The Bayou e al suo sapore magico-mistico. Qui però vi propongo non l'originale dei Creedence Clearwater Revival (Bayou Country, 1969) ma la straordinaria cover dei Foo Fighters:
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