domenica 2 dicembre 2018

La mia vita e gli Skid Row


L'uomo in mezzo agli altri dieci non dice nulla. Mi guarda dritto in faccia e alza il dito medio, nel gesto comunemente conosciuto come "Vaffanculo".
Quello che succede dopo è la prima crepa nell'armatura. Degli Skid Row. Della popolarità.
Quello è il momento esatto in cui il mio sogno adolescenziale prende le sembianze di un incubo.
We are the Youth Gone Wild. Infatti.
Ma a che prezzo?
(Sebastian Bach, La mia vita e gli Skid Row)


Buon inizio di dicembre, lettori in pantofole! Finalmente sono riuscita a ritagliarmi del tempo per tornare a scrivere su questo blog. Sta diventando sempre più difficile mantenere in vita queste pagine, ma non mi arrendo ^^
E quindi eccomi a parlarvi di un libro che ho terminato di leggere giusto ieri (il desiderio di mettere nero su bianco i miei pensieri a proposito era piuttosto imperioso ^^)
Cosa dire dell'autobiografia dell'avvenente e "selvatico" Sebastian Bach? Tre sono le cose che mi salgono spontanee alle labbra:
1. È decisamente sesso, droga e rock n'roll.
2. È dannatamente spontanea.
3. Non mi ha convinta del tutto ^^


Dall'infanzia alle Bahamas all'adolescenza nei bassifondi canadesi, dall'incontro con gli Skid Row ai mega tour in compagnia di nomi quali Bon Jovi, Aerosmith, Mötley Crüe e Guns N'Roses, Sebastian Bach si racconta senza filtri, senza reticenze. Il grande amore per i Kiss, le speranze, le delusioni, gli eccessi e i successi, fino all'allontanamento dalla band e alla capacità di reinventarsi e cimentarsi in nuove straordinarie espressioni artistiche. L'ugola d'oro dell'east coast è pronto ancora una volta a stupire, con una biografia sporca, sincera, decisamente rock n'roll  

IL MIO PENSIERO
Se c'è una cosa che imparerete leggendo questo libro, è che la vita può essere tutto tranne che ordinaria.
E la vita di Sebastian Bach è stata decisamente sopra le righe: dall'infanzia alle Bahamas e in Canada con un padre artista che gli ha insegnato ad amare l'arte e la musica, al primo incontro con i Kiss e il rock, fino all'esplosione in una delle band hard rock più famose degli anni Ottanta-Novanta: quegli Skid Row entrati direttamente al numero 1 di Billboard con il loro Slave to the Grind.
È la scena rock dell'East Coast a dominare le pagine della formazione di questa band selvaggia e ribelle, l'epoca dei tour infiniti di Bon Jovi e Aerosmith, quegli stessi tour in cui Sebastian Bach & Co. hanno avuto il loro battesimo di fuoco. A questi seguirà l'incontro con i cattivi ragazzi californiani: Mötley Crüe e Guns N'Roses e nuove oceaniche folle stipate in stadi e arene.

Non mancano aneddoti, retroscena, incidenti di percorso e quant'altro, anzi è proprio qui che sta il nocciolo della questione: al tempo stesso il punto di forza e l'elemento di debolezza di questo libro. Il pregio più grande è che Sebastian Bach ha scritto un'autobiografia assolutamente spontanea, di pancia. Sembra non esserci traccia di ghost writer in queste pagine, è proprio la voce del rocker canadese quella che "si respira" a pieno inchiostro. Pure, forse proprio per questo motivo, La mia vita e gli Skid Row appare slegato, poco strutturato (per non dire raffazzonato) con episodi che si susseguono gli uni agli altri ma senza un vero e proprio ordine logico e con non poche slabbrature e incoerenze.
L'attenzione è focalizzata sulle esperienze rock n'roll di un'intera vita dedicata alla musica: tanto sesso, tanta droga e decisamente troppi eccessi. Gli episodi e i "dietro le quinte" sono innumerevoli, alcuni decisamente esilaranti come quello di un Sebastian Bach completamente sbronzo che fa irruzione durante la conferenza stampa di un evento di beneficienza contro l'alcol in piena Unione Sovietica: Dove CAZZO sta la mia bottiglia di vodka!?!?!?!? 
E ancora il famigerato incidente sul palco di Springfield (Massachussets), donne nude in tacchi a spillo legate sul terrazzo di un albergo, eightball di coca e il Televenditore Death Metal Satanico...
Decisamente tutto molto rock n'roll, di atmosfera, ma in tutto questo dov'è la musica degli Skid Row? Alla genesi del gruppo sono dedicate solo poche pagine, così come ai pezzi del primo album e di Slave to the Grind si parla in un solo capitolo. Certo, ho apprezzato il modo in cui Sebastian Bach si è reinventato dopo la cacciata dagli Skid Row, l'esperienza sui palchi di Broadway e la carriera solista che lo ha in parte rilanciato e mi rendo anche conto che parlare della ex band è un terreno minato, la querela è dietro l'angolo, pure mi sarei aspettata più coraggio sull'argomento da parte del coriaceo Bach. Del resto, alla fine sono le melodie, le canzoni, la musica sul palco e in studio a restare. Non le storie, non l'autodistruzione, non i litigi con gli altri membri della band... 
Ecco mi sarei aspettata maggiore attenzione a quelle melodie e quelle canzoni, anche perché l'epilogo sembra aprire, da parte di Bach, al desiderio di un riavvicinamento, una possibile reunion.
Il Not in This Lifetime Tour insegna...

Tre pantofole. Un'autobiografia che non mi ha convinta del tutto ma comunque una ricostruzione affascinante dell'epoca d'oro dell'hard rock e dei suoi mitici retroscena. Tra l'altro l'edizione comprende un apparato fotografico stupendo, comprensivo di memorabilia, ritagli e lettere dagli archivi privati di Sebastian Bach.

Di seguito vi lascio tutti i dati dell'edizione italiana che possiamo gustarci grazie alla Tsunami:

SEBASTIAN BACH

La mia vita e gli Skid Row
(titolo originale: 18 and Life on Skid Row)
editore: Tsunami Edizionipagine: 384; EAN: 9788894859126
data di pubblicazione: 22 febbraio 2018
brossura: € 22.00; acquistalo su: Giunti al Punto

Nel corso della propria carriera Sebastian Bach ha venduto più di venti milioni di dischi, sia come solista che come cantante dei leggendari Skid Row. Dotato di una splendida voce, Bach è anche stato la prima rockstar a calcare un palcoscenico di Broadway, interpretando ruoli di primo piano in Jekyll & Hyde, Jesus Christ Superstar e The Rocky Horror Show, e ha partecipato a ben sette stagioni della celebre serie TV Una Mamma Per Amica. Nella sua autobiografia, Sebastian Bach offre un vivido racconto di quegli eccessi che caratterizzavano la vita in tour insieme a gruppi del calibro di Bon Jovi, Aerosmith, Mötley Crüe, Pantera e Guns N' Roses, accompagnandolo con decine di foto inedite da lui stesso conservate nel corso degli anni. Ma questo libro è anche la storia di un ragazzo che ha raggiunto la fama da giovanissimo, e di una band che è implosa quando era all'apice del successo. È la storia di un uomo che ha visto esaudirsi i propri desideri più sfrenati, per poi finire a perdere la propria famiglia e la propria casa. È la storia di un uomo che però ha sempre tenuto duro, e tra donne, alcol e musica ha sempre vissuto on the road, e continuerà a farlo.

CHI È SEBASTIAN BACH:
Sebastian Philip Bierk (1968) ha venduto oltre venti milioni di dischi in tutto il mondo, in veste di frontman del suo ex gruppo, gli Skid Row, e come artista solista. Molto di più che solo un musicista multiplatino, nell'ultimo decennio ha ampliato la sua carriera grazie a un ruolo ricorrente in cinque stagioni della popolare serie TV Una mamma per amica, Sing Your Face Off sulla ABC, la serie TV commedia Trailer Park Boys, il doppiaggio di SpongeBob SquarePants e Robot Chicken, ruoli da protagonista a Broadway in Jekyll & Hyde, The Rocky Horror Show e Jesus Christ Superstar, ed è apparso regolarmente su MTV e VH1.


They call us problem child, We spend our lives on trial, We walk an endless mile, We are the youth gone wild...
Diciamocelo, è impossibile non amare questa canzone, non scatenarsi in improbabili headbanging ogni volta che la radio ce la ripropone ^^
Tratta dall'album di debutto degli Skid Row (1989) mi sembra il finale perfetto per la biografia di Sebastian Bach ^^

2 commenti:

Accomodatevi, infilate le pantofole e... lasciate un commento!