Dopo questa confidenza, il gatto e io abbiamo concluso un accordo: ogni mattino, mentre spazzolo e accarezzo la sua pelliccia, lui mi racconterà le sue avventure della notte, che io dovrò trascrivere fedelmente. Questa è l'origine delle pagine che seguono, dettate da un gatto che desiderava la luna.
(Julia Deuley,
Storie di un gatto che amava la luna)
Buongiorno, lettori in pantofole! Come potete notare la mia presenza sul blog non è costante, e lunedì non sono riuscita neanche a dedicarmi alla mia rubrica delle novità.
Purtroppo il mese di dicembre è sempre ricco di scadenze ravvicinate, lavori da chiudere e altre incombenze che mi tengono occupata su altri fronti. Ma oggi ci tenevo a raccontarvi qualcosa della mia ultima lettura. Ho preso Storie di un gatto che amava la luna tanto tempo fa, un acquisto impulsivo. Da buona gattara mi ero lasciata affascinare dal micione nero in copertina. All'epoca c'era ancora Miky a dividere casa con me, una gattona in tutto simile a quello della copertina ^^ Sembrava una lettura leggera, un po' magica, di cui col tempo mi sono completamente scordata... L'ho rispolverata in questo periodo d'attesa natalizia e nel mio progetto di recuperare i romanzi che ho in casa, invece che continuare a comprarne di nuovi. Com'è andata? Lo vedremo...
I gatti, si sa, sono creature magiche, eleganti, dal portamento fiero e molto molto misteriose. Ne sa qualcosa la voce narrante di questo romanzo che si è trovata a dividere l'appartamento con un maestoso gatto nero. Fate attenzione, un gatto speciale capace di comunicare nella lingua dell'uomo e innamorato della più bella e seducente gatta che esista al mondo: la luna. Perché la luna è una sonnacchiosa gatta accovacciata su di un letto di stelle... ma non concede facilmente i suoi favori! E il gatto nero si strugge d'amore felino. C'è solo un modo per conquistarla ed è riportare ordine nelle fiabe, nelle storie e nei miti. Quei racconti che l'uomo ha stravolto con il suo opportunismo, la sua cecità, i suoi pregiudizi. E così ogni notte, il felino d'inchiostro mette zampe e coda in una storia diversa. Lo troviamo al fianco di Orfeo, su una grondaia assieme a Peter Pan, mentre istruisce uno "sgarruffato" gatto con gli stivali o nell'antro del principe Dracula. Poi, al mattino, il gatto si siede sulle ginocchia della sua padrona e, tra una coccola e un colpo di spazzola, racconta le sue avventure a colei che si è impegnata a trascrivere le scorribande notturne del suo "signore a quattro zampe"...
IL MIO PENSIERO
Il gatto e io abbiamo concluso un accordo: ogni mattino, mentre spazzolo e accarezzo la sua pelliccia, lui mi racconterà le sue avventure della notte, che io dovrò trascrivere fedelmente. Questa è l'origine delle pagine che seguono, dettate da un gatto che desiderava la luna.
Inizia così questa scorribanda tra le favole, i miti e i racconti della tradizione. Una rilettura che Julia Deuley affida a un personaggio speciale e sopra le righe, dotato di lunghi baffi e di un manto setoso color notte. Tante sono le storie toccate e tante le ambientazioni: da fiabesche contrade a caotiche metropoli, passando attraverso un inferno molto particolare che scende nelle viscere della terra attraverso i binari abbandonati di una metropolitana... Tutto ebbe inizio dal metrò, alla stazione senza nome. Era un antro immenso, molto poco illuminato e molto vecchio, dove convergevano le anime dei trapassati, tutti storditi in una colonna informe e glauca.
Quando ho iniziato a leggere questo libro mi sono immaginata una serie di favole rilette alla luce di una narrazione originale, ovvero il racconto del gattone nero e della sua straordinaria chimera: la luna. Be', niente di tutto ciò. Il romanzo si compone di una serie quasi ininterrotta di storie, poche pagine per ognuna, intervallate da un rapido scambio di battute tra il gatto e la sua padrona al termine di ciascuna. Della gattona in cielo non si fa quasi più parola fino alla fine del libro dove viene liquidata con un capitoletto breve e poco soddisfacente.
Uno schema così rigido che mi ha da subito annoiata, non mi succede spesso ma davvero sono stata tentata di mollare a metà la lettura. Di tutte le storie che ho letto poche mi sono rimaste in testa, molte erano scontate, altre fin troppo "rivoluzionarie" ma soprattutto si rincorrevano così fitte e rapide sulla pagina che non avevi il tempo di gustarle.
Certo ci sono episodi e personaggi fiabeschi divertenti e ben descritti, come la fata balbuziente che si deve contrapporre al maleficio della strega in Beatrice (una riscrittura della Bella addormentata) e deve destreggiarsi tra imbuti per ingrassare elfi anoressici, purganti per draghi bulimici e altri accessori di uso incerto ma è tutto molto scontato mentre la parte che invece poteva essere sviluppata e avvincere il lettore diventa una mera cornice. Per non parlare di alcune storie che sinceramente mi hanno lasciata un po' contrariata, la cappuccetto rosso con la stella di David cucita sul mantello che si contrappone al terribile lupo Adolf mi è apparsa davvero un po' troppo sopra le righe e sicuramente non adatta alle atmosfere che si evocano in tutte le altre pagine, ma si sa i gusti son giusti ed è una mia personale impressione.
Insomma sono rimasta un po' con l'amaro in bocca, volevo evadere un attimo, tornare bambina giusto il tempo di vedere un gatto nero conquistare la sua miciona in cielo ma non è stato così. Due pantofole per una storia che sicuramente poteva dare di più. Mi sento di consigliarla? Be', da amante dei gatti posso dirvi che ci sono tante altre storie a quattro zampe che si possono leggere prima...
Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Piemme nel 2001 ma al momento fuori catalogo:
JULIA DEULEY
(Titolo originale: Le chat qui désirait la lune)
editore: Piemme; pagine: 208; EAN: 9788838469312
data di pubblicazione: 9 novembre 2001
copertina rigida: € 12,65; fuori catalogo
Per fortuna esistono i gatti! Noi umani abbiamo stravolto le favole, snaturato i sogni e cancellato la magia, invischiati nelle nostre contraddizioni, chiusi nei nostri pregiudizi, accecati dalla nostra arroganza. Ma a salvarci può essere un magnifico gatto nero perdutamente innamorato della Luna. Perché la Luna è in realtà una bellissima gatta della notte che sonnecchia sorniona nel suo paniere di stelle, sovrana incontrastata del mondo dei sogni e dei miti. E la prova che questa splendida dea chiede al suo innamorato non è certo facile: riaccendere nel cuore di questi bipedi presuntuosi il gusto per la fantasia, il rispetto delle favole. Sfilano così davanti ai nostri occhi la Regina delle fate, Peter Pan, Cappuccetto Rosso, la Sfinge, Orfeo e tante altre leggende, riscritte... con i baffi e con le unghie.
CHI È JULIA DEULEY:
giornalista, scrittrice, vive con una splendida gatta che, si racconta, abbia messo lo zampino in questo libro, come nei precedenti: Racconti che fanno le fusa (Piemme, 1999) e Diario di una gatta... non troppo per bene (Piemme, 2000).
E per un libro che parla di gatti ci vuole un brano dedicato a questi signori della notte che scivolano sulle strade mentre tutti dormono... Canta così Robert Smith nella ammaliante Lovecats dei Cure, mentre si dimena tra felini di cartapesta e batuffoli in carne e ossa. Tratto da Japanese Whispers del 1983, ci andiamo a vedere il video originale:
E per un libro che parla di gatti ci vuole un brano dedicato a questi signori della notte che scivolano sulle strade mentre tutti dormono... Canta così Robert Smith nella ammaliante Lovecats dei Cure, mentre si dimena tra felini di cartapesta e batuffoli in carne e ossa. Tratto da Japanese Whispers del 1983, ci andiamo a vedere il video originale:
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