giovedì 27 ottobre 2016

L'INCREDIBILE VIAGGIO DI UN PICCOLO ROBOT DAL CUORE GRANDE

E ora eccomi attraversare la California alla guida di una Dodge Charger, lasciandomi dietro piante grasse e grovigli di arbusti secchi sferzati dalla polvere, senza moglie, senza lavoro e senza la minima idea di dove diavolo fossi diretto. E, per di più, in compagnia di un robot dall'aspetto rétro che aveva deciso, tra tutte le stazioni, di scegliere proprio quella che trasmetteva Born To Be Wild.
(Deborah Install, L'incredibile viaggio di un piccolo robot dal cuore grande)

Buongiorno lettori in pantofole! Eccomi di ritorno con una nuova recensione.
Ho terminato il libro di Deborah Install proprio in questi giorni, avevo bisogno di una lettura leggera e scacciapensieri e per quanto il romanzo non mi abbia convinta particolarmente, ha comunque raggiunto l'obiettivo ^^ Intanto vorrei ringraziare la Piemme per avermi fatto gentile omaggio di una copia e poi, come sempre, partiamo dalla storia:


Il matrimonio di Ben è sull'orlo del fallimento così come la sua intera esistenza. Ad appena trent'anni trascorre le giornate trascinandosi dalla cucina al vecchio studio di suo padre, recriminando sul passato e sul presente, deluso, inconcludente. Fino a quando un piccolo robot fa la sua apparizione nel cortile dietro casa. Già, un piccolo robot maltenuto e malfunzionante che nell'era degli androidi supertecnologici ed equipaggiati fa davvero una misera figura. Eppure l'arrivo di Tang è come un terremoto che scuote Ben dalle fondamenta. Quel piccolo ammasso di rottami è proprio come lui, speciale e incompreso. Ma da dove viene Tang? E soprattutto come riparare i suoi vecchi e obsoleti circuiti? Ben ha adesso uno scopo nella vita: scoprire le origini del vecchio robot e ripararlo. Non sa ancora che questa decisione lo porterà lontano, nel senso letterale della parola, sballottato per il mondo assieme all'adorabile, capriccioso Tang. E mentre il tempo stringe, Ben sarà costretto a riflettere su ciò che si è lasciato alle spalle e su ciò che lo attende alla fine del viaggio ma soprattutto dovrà ammettere che l'amore è inarrestabile e passa anche attraverso un cuore di metallo...

IL MIO PENSIERO

«C'è un robot in giardino». Inizia così, con le parole di una moglie delusa e arrabbiata, questa storia di sentimenti, amore e amicizia. 
In un futuro non ben precisato, l'arrivo di questo piccolo ammasso di ferro e circuiti, che fa i capricci come un bambino e proprio come un bambino è capace di conquistarsi affetto e simpatia, sarà il punto di svolta nella vita degli umani che lo circondano. 
Certo, Tang è un robot sui generis,  un robot dal gusto rétro in un'epoca in cui le intelligenze artificiali più sofisticate hanno sostituito l'uomo in mille mansioni: Il robot era alto a occhio e croce un metro e trenta e largo all'incirca la metà, con testa e corpo metallici e squadrati [...] Aveva un paio di gambette tozze che sembravano tubi di scarico di un'asciugatrice pitturati a spray, braccia più o meno identiche e, al posto dei piedi e delle mani, due placche di metallo di forma simile a quelle pinze che usano gli anziani per raccogliere le cose senza chinarsi. 

E qui cominciano le mie perplessità. Certo, l'autrice sceglie un ben definito punto di vista, sceglie di concentrarsi sui personaggi, sulla loro psicologia e i loro sentimenti, tralasciando il contesto. Plausibilissimo, eppure l'ho trovata una scelta un po' di comodo, una scappatoia. Perché comunque se si sceglie di introdurre un elemento fantascientifico il contesto ne risente, bisognerebbe dare degli indizi al lettore, descrivere questa realtà futura che invece resta sempre nell'indistinto. Per cui si parla di androidi, robot e intelligenze artificiali ma i personaggi si muovono in un mondo che è il nostro ventunesimo secolo. Ci sono utilitarie scassate, aerei e treni, vecchi motel e villette a schiera e il tutto stride con l'idea di futuro che un androide o un robot portano con sé. Insomma, ho trovato questa parte molto superficiale, così come superficiali e poco abbozzate ho trovato le ambientazioni. Ben e Tang si imbarcano in un vero e proprio viaggio intorno al mondo che li porterà da Harley Wintnam, cittadina fittizia dell'Inghilterra, agli Stati Uniti, passando per il Giappone fino in Micronesia. Be' dello straordinario viaggio del titolo c'è molto poco, i paesi visitati dai protagonisti sono anch'essi abbozzati, descritti attraverso stereotipi e cliché e le frasi continuamente ripetute, era il tipico, il classico, ne sono esempio emblematico.

Certo a compensare c'è tutta la simpatia e la dolcezza di Tang, il robot che ama le macchine da corsa e la musica rock, ci sono i siparietti comici che la sua amicizia con Ben, questa sì straordinaria, sono in grado di creare, ci sono i personaggi sopra le righe che li accompagnano durante il viaggio: da Kyle il cane girovago e "radioattivo" (starà a voi scoprire il perché ;-) a Sandy il confuso e avvinazzato proprietario di ranch, dall'azzimato ingegner Kato allo scienziato pazzo, proprietario di una villa super lusso in un'isola semideserta.
La penna di Deborah Install scorre lieve, divertente, a tratti dolce e malinconica in questo esordio che sicuramente intrattiene con la sua dolcezza,
una lettura sicuramente scacciapensieri, ma che per la sottoscritta resta un romanzo a metà con i suoi pro e i tanti contro. Due pantofole e mezzo.

Di seguito vi lascio tutti i dati del volume, pubblicato da Piemme lo scorso 4 ottobre. Tra l'altro pare che la Install abbia già messo mano a un seguito per il simpaticissimo e adorabile Tang:

DEBORAH INSTALL

L'incredibile viaggio di un piccolo robot dal cuore grande 
(titolo originale: A Robot in the Garden)
editore: Piemme; pagine: 324; EAN: 9788856644395
data di pubblicazione: 4 ottobre 2016 
copertina rigida: € 17,50; eBook: 9,99; acquistalo su: Giunti al Punto 

Ben e sua moglie non sono esattamente in un momento felice del loro matrimonio. Sarà che Ben, trentenne, sembra non avere ancora deciso cosa fare della sua vita e aver messo in soffitta i sogni di un tempo. Cosa che Amy, dedita alla carriera di avvocato, non gli perdona: "non hai mai realizzato niente in vita tua," gli rimprovera spesso. Forse per questo, quando un piccolo robot scalcinato compare nel loro giardino - non si sa da dove provenga, e poi è un modello vecchissimo, non come i moderni "androidi" che le amiche di Amy usano per le faccende domestiche -, Ben decide di prendersene cura. Da dove arriva il piccolo, dolcissimo Tang? Un robot vintage che non ha funzioni utili, dice solo poche parole, e ogni tanto piange e strepita se le cose non vanno come vuole lui...
Eppure tra Tang e Ben inizia a nascere silenziosamente un'amicizia. Adesso finalmente Ben ha una missione: riportare a casa quel piccolo robot che ha bisogno di essere aggiustato, ma sa come "aggiustare" gli esseri umani intorno a lui. Comincia così un lungo viaggio che li porterà intorno al mondo, e che insegnerà a Ben un paio di cose sul senso della vita. E forse, proprio grazie a questo incontro speciale, Ben riuscirà a riavvicinarsi ad Amy che, in fondo al cuore, lo stava solo aspettando.


CHI È DEBORAH INSTALL:
inglese, è al suo esordio come scrittrice (anche se aveva otto anni quando ha mandato per la prima volta un suo manoscritto a un editore!). L'idea del piccolo robot Tang le è venuta quando, due anni fa, ha avuto il suo primo bambino. Vive a Birmingham con la famiglia e lavora come copywriter. È già al lavoro sulla seconda avventura del suo adorabile robot.


E terminiamo con un pezzo intramontabile degli Steppenwolf, quel Born To Be Wild (Steppenwolf, 1968) che fu anche colonna sonora del film Easy Rider nel 1969 e che il piccolo Tang ascolta deliziato mentre agita le sue tenagliette a ritmo di musica:

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