sabato 18 luglio 2015

CIELO DI POLVERE



Certe annate, il bayou era così avaro che era come se Madre Natura  volesse dire ai pescatori di lasciar perdere; altre, assai frequenti, parevano invece benedette, e la Barataria regalava più gamberetti di quanto avessero osato sperare. I vecchi raccontavano dei favolosi carichi degli anni Venti e Trenta, gli apocrifi tempi d'oro; e dell'acquitrino che non era più lo stesso da quando le compagnie petrolifere ci avevano portato le trivelle e avevano iniziato a mangiarsi al terraferma. 
(Tom Cooper, Cielo di polvere)


Buon sabato lettori in pantofole, ovunque voi siate! Oggi torno a parlarvi delle mie letture e precisamente di Cielo di polvere, romanzo d'esordio di Tom Cooper, per la cui lettura ringrazio di cuore la De Agostini che me ne ha gentilmente inviato una copia. Mi sono avvicinata a questo libro grazie al comunicato stampa, quella frase Tra il cinema dei fratelli Coen e le atmosfere di True Detective mi ha talmente incuriosita che non ho resistito... Be' la lettura si è dimostrata davvero all'altezza delle aspettative e Tom Cooper mi ha sorpresa ma, come sempre, partiamo dalla storia:


La Barataria, ovvero un'immensa distesa di isolette e acquitrini che si allungano nel golfo del Messico tra New Orleans e il delta del Mississippi. Qui, nella decadente cittadina di Jeannette, si rincorrono e si sfiorano i destini di alcuni personaggi davvero fuori dagli schemi. Ci sono Reginald e Victor Toup, i gemelli, astuti quanto spietati, che nel Bayou hanno trovato fortuna per i loro loschi traffici di erba. C'è Lindquist, una vita distrutta nel corpo e nell'anima ma con quella chimera di fortuna appesa a un metal detector. Ci sono Cosgrove e Hanson due vite allo sbando o forse solo alla ricerca di una seconda possibilità. E poi c'è Grimes, fuggito dalla Barataria ma costretto a tornarci con quella sua bella faccia americana, lui, delegato di una compagnia petrolifera e dispensatore di false verità per tutti quei pescatori che si sono visti derubati del proprio futuro e della propria esistenza. Pescatori come il giovanissimo Wes Trench e suo padre, colpiti al cuore dalla furia dell'uragano Katrina e adesso ridotti in ginocchio da un'economia allo sbando in cui non c'è più posto per i gamberi del Bayou. E su tutto incombe la maledizione dell'oro nero che ha avvelenato la laguna, che ha tinto d'inchiostro le acque della Barataria portandosi via vita e speranza... ma i sogni, quelli no, impressi a fuoco nelle ruvide esistenze che ogni giorno si dannano l'anima nei pantani del Bayou.


IL MIO PENSIERO
Il Bayou, gli acquitrini, le atmosfere estenuate del Sud sono loro i veri protagonisti di questo romanzo. Il Sud affascinante e avvolgente, il sud della Barataria, della pesca ai gamberi (chi non ricorda la Bubba Gump Gamberi dello strafamosissimo Forrest Gump?), dei pirati e delle loro immense, quanto favolose ricchezze. Ma il Sud che ci descrive Tom Cooper è quello distrutto e avvelenato dal passaggio dell'uragano Katrina, dal petrolio sversato, il Sud in cui le retate di gamberi si fanno sempre più scarne, in cui nelle reti restano impigliati pesci e uccelli soffocati dal greggio. Uno scenario desolante in cui si rincorrono e si intrecciano i destini di uomini alla deriva, privati del proprio futuro ma alla disperata ricerca di una seconda opportunità.

Ho trovato magico e ipnotico lo stile di questo autore, che ha creato un romanzo davvero difficile da definire. È un mistery, un thriller, un romanzo d'avventure? Niente e tutto, di sicuro c'è che il ritmo incalzante mi ha tenuta incollata alla pagina, i dialoghi, le vite dei personaggi, davvero sopra le righe, mi sono entrati nel cuore. Ho respirato l'aria soffocante del Bayou, mi sono persa nella lussureggiante fauna degli acquitrini, ho assaporato la vita ruvida di capitani e mozzi: Wes conosceva quelle facce da quando era nato. Erano capitani e mozzi, pescatori di gamberi e cacciatori di pelli. In maggio pescavano i gamberetti rosa, in agosto quelli bianchi. Con l'autunno qualcuno partiva in cerca di alligatori e ostriche. Ed erano i figli e le figlie, ancora troppo piccoli per dare una mano sulla barca; le mogli robuste con le facce preoccupate e i capelli che ingrigivano; le nonne e i nonni con la pena negli occhi e l'ansia nelle mandibole sdentate.
Ogni capitolo è una storia, ogni capitolo un'anima che si intreccia inesorabilmente alle altre, nell'intrico dei pantani del Bayou. Due sono i personaggi che più degli altri hanno fatto breccia nel mio cuore. Da una parte Lindquist, abbandonato da moglie e figlia, offeso nella carne, privata di un braccio da un banale incidente, sommerso da bollette e ingiunzioni che la sua misera barca Jean Lafitte non potrà mai pagare. Ma c'è il miraggio di quell'oro, di quelle immense ricchezze nascoste proprio da Lafitte nel cuore della Barataria. Sì, perché Lindquist è cresciuto con nelle orecchie le storie di corsari e pirati che per primi elessero il Bayou a quartier generale delle loro ciurme: Forse Lindquist aveva fiutato una pista, pensava Wes. Non vedeva che danno facesse a cercare, e non lo considerava matto per questo. Se poi non trovava niente, che importava? Non faceva del male a nessuno. E poi, a chi non piacciono le cacce al tesoro? Wes aveva il sospetto che chiunque, a modo suo, cercasse un tesoro... 
E il lettore non può fare a meno di fare il tifo per Lindquist, per quella caccia al tesoro che ci fa tornare tutti un po' bambini e che riaccende fantasie e speranze mai sopite a dispetto dell'oscurità che avvolge presente e futuro. 
L'altro personaggio che ho amato è proprio il giovanissimo Wes, 17 anni, con l'anima di un poeta e il fisico di un marinaio. Wes che ha perso la mamma durante l'uragano, che non sa cosa il futuro ha in serbo per lui ma che insegue il suo di tesoro, una barca tutta per sé, perché in fondo le speranze di un ragazzo sono semplici: sperava di trovare la felicità pescando, e sperava che la baia tornasse pulita, perché amava la vita di mare. 

Insomma, un romanzo avvolgente, ipnotico come le paludi del sud, e ruvido come il cuore dei marinai che mi ha completamente coinvolta e che si guadagna ben cinque pantofole. Bravo Tom Cooper se appunto ci deve essere è ai diversi refusi che hanno appesantito la lettura e alla cover italiana che sinceramente ho trovato un po' troppo slegata dal contesto... voi che dite?


Di seguito vi lascio tutte le info sul volume uscito per BookMe lo scorso 9 giugno:


TOM COOPER

CIELO DI POLVERE
(Titolo originale: The Marauders)
BookMe (De Agostini); pagine: 352; EAN: 9788851127350; € 16,90
data di pubblicazione: 9 giugno 2015

TRAMA: Che ci fa un uomo, con un metal detector in pugno e una protesi arrugginita al posto dell’altro braccio, immerso fino al ginocchio nelle acque limacciose del bayou? E chi sono i due tipi dallo sguardo feroce che, fucile alla mano, seguono sospettosi ogni sua mossa? Per scoprirlo dovrete leggere questa storia. E addentrarvi nel paesaggio seducente e disfatto di Jeanette, oscuro paesino della Louisiana che gli elementi corrodono pezzo per pezzo, asse per asse, baracca dopo fatiscente baracca. Perché negli splendidi luoghi colpiti a morte dalla furia dell’uragano Katrina, il presente ha il colore incerto della palude avvelenata dal greggio e il futuro è una partita persa in partenza. Ma da queste parti anche arrendersi è diventato un lusso per pochi: lo sa bene il vecchio Lindquist, che da anni si danna per ritrovare un antico tesoro e intanto ingolla analgesici come fossero caramelle. E lo sa anche Wes Trench, giovane caparbio e fragile con il bayou dentro al sangue e nel destino. Lo sanno Cosgrove e Hanson, bizzarro duo di delinquenti da poco, uniti solo dalla volontà di giocarsi il tutto per tutto. In un crescendo di colpi di scena, un pugno di personaggi irresistibili si incontra e si scontra alla ricerca di un riscatto impossibile. Alla fine, solo uno emergerà vincitore dalle acque insidiose del bayou e della vita.


CHI È TOM COOPER:
è nato a Fort Lauderdale, in Florida, e vive a New Orleans dove scrive e insegna. I suoi scritti sono comparsi in decine di prestigiose riviste e antologie quali Oxford AmericanMid-American Review e Gulf Coast. Cielo di polvere è il suo primo romanzo ma attualmente l'autore è al lavoro su una serie di nuovi progetti inclusi romanzi e televisione.
Qui il sito ufficiale.


Per questa recensione non ci sono storie, il pezzo per chiudere è uno solo Born on the Bayou dei Creedence Clearwater Revival dall'album Bayou Country del 1969. L'inno che canta gli acquitrini del delta del Mississippi, un battello chiamato Cajun Queen e un  cane che rincorre un hoodoo... ed è subito Southern rock!

4 commenti:

  1. Ciao tesoro, ho visto che stavi leggendo questo libro ed ero abbastanza curiosa, anche se non ne sapevo niente...
    Dopo la tua recensione mi è bastato leggere le parole Bayou e Sud. Amo da morire queste ambientazioni e fatico sempre moltissimo a trovare libri che si svolgono proprio lì, questo non posso proprio farmelo scappare cavolo. La cover non mi avrebbe mai attirato, ma ora che ho letto trama e tua recensione, finisce direttamente in wishlist.
    Un bacione tesoro!

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    1. Ciao carissima un bacione a te! Guarda se l'ambientazione ti ispira te lo consiglio proprio perché Cooper riesce a farti "respirare" i sapori della Louisiana e visto che anche io sono una grande appassionata di quei luoghi mi sono subito innamorata di questa storia... anche se in effetti la cover è un po' respingente ^^

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  2. Sai che questo libro non lo avevo proprio notato? Sicuramente a prima vista non è il mio genere, ma dopo la tua recensione penso che ci farò un pensierino... :)
    Un bacio:*

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    1. Ciao Federica, una bacione a te! Tom Cooper è stato molto bravo nel far scivolare davanti agli occhi un'inter comunità, certo è un genere un po' particolare e deve piacere ^^

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