venerdì 22 agosto 2014

Una casa di terra


«Procuratevi un pezzo di terra per voi e tenetevelo stretto. Così. E poi combattete. Combattete per tenervelo stretto così. Il legno marcisce. Il legno si rovina. Questo non è un paese dove conviene tenersi stretto qualcosa che è fatto di legno. Questa non è terra da alberi. Non è neanche un paese da arbusti. In questa striscia di terra qui ha poco senso combattere per tenersi stretto qualcosa che sia di legno, perché il vento e il sole e le intemperie qui sono un disastro per il legno. Non si può combattere come si deve se non si hanno i piedi ben piantati nella terra, se non si combatte per la terra».
(Woody Guthrie, Una casa di terra)

Buon pomeriggio lettori in pantofole! Finalmente torno a parlarvi di libri, con un romanzo che ho letto poco prima di partire per le ferie. Quando quest'inverno vidi Una casa di terra sullo scaffale della libreria seppi immediatamente che me lo sarei portata a casa con me. Il padre del folk di protesta americano e un manoscritto rimasto chiuso in un cassetto per troppo tempo e riportato alla luce da Douglas Brinkley e Johnny Depp (avete capito bene, il buon vecchio pirata Sparrow ^^)... insomma è stato amore a prima vista e adesso sono pronta a raccontarvi le mie impressioni, ma prima veniamo alla storia:

Il panhandle è quella zona arida e spoglia che si estende nei dintorni di Pampa, Texas. L'area dei grandi e vasti altopiani, brulli e spazzati dal vento inesorabile. Qui, nei pressi del Cap Rock, la scarpata che separa le High Plains a ovest e le pianure del centro-nord, abitano Tike Hamlin ed Ella May, una giovane coppia di fittavoli costretti ogni giorno a combattere con la terra arida e il vento impetuoso che soffia su campi e fattorie. Tike ed Ella lavorano una terra che non è la loro, abitano in una vecchia casa di legno, malridotta e in balia degli agenti atmosferici, ma coltivano un sogno, il riscatto di una vita fatta di stenti e fatica. Un riscatto che si concretizza nell'immagine di una casa solida e accogliente, non più legno marcio ma robuste pareti di mattoni, una casa di terra. E il sogno sembra farsi realtà quando un libriccino del governo viene recapitato nella loro cassetta delle lettere: "L'uso dell'adobe o mattone essiccato al sole per l'edilizia rurale". Tike decide di seguire le istruzioni e gli insegnamenti forniti dall'opuscolo per dare vita alla "sua" casa di terra e assicurare a Ella e al bambino che porta in grembo un futuro migliore. Ma i nostri protagonisti dovranno presto fare i conti con una realtà più grande di loro, fatta di denaro e affarismo, rapace e implacabile quanto il vento che soffia sugli altopiani erodendo tutto ciò che incontra sul suo cammino...

Il vento degli altopiani cantava una canzone acuta e malinconica tra i fili delle carici rinsecchite. Cose sradicate rotolavano nel vento, ma la polvere restava rasoterra. 
Con queste parole Guthrie ci apre le porte di un racconto intriso di crudo realismo, la storia dell'altra faccia dell'America, la storia dei vinti, gli abitanti di quella terra sventurata, spazzata dal vento, dalla quale lo stesso autore proveniva. I protagonisti del romanzo sono due fittavoli, costretti a una vita di stenti e duro lavoro dallo sfruttamento impietoso del capitalismo agrario. In balia dei grandi proprietari terrieri e delle banche, i fittavoli sono legati a una terra che però non gli appartiene e il simbolo della loro precarietà sono le semplici dimore in legno che sono condannati ad abitare. Catapecchie di legno marcio, in balia degli eventi atmosferici, sferzate dal vento e dalla terra, fredde in inverno e soffocanti in estate cui si contrappone il miraggio della "casa di adobe", solida e sicura, decorosa e accogliente:  «È calda quando fa freddo. È fresca quando fa caldo. Facile da tenere pulita. Alcune delle case più antiche d'America sono fatte di terra.»
Pochi sono i personaggi che animano le pagine del romanzo di Guthrie, oltre a Tike ed Ella, fanno capolino la levatrice Blanche e il vecchio e avaro proprietario terriero Ridgewood, pure la loro storia riempie completamente la testa e il cuore del lettore. Seguiamo la giovane coppia nelle loro schermaglie quotidiane, li vediamo lavorare, accudire gli animali, amarsi, dare alla luce un figlio, ma soprattutto sognare una vita migliore. Niente è taciuto, con un linguaggio semplice e talvolta salace Guthrie ci racconta la realtà del panhandle. Ho amato le descrizioni degli ambienti, dei vasti altopiani e dei canyon che formano il Cap Rock, così come mi hanno incantato i battibecchi continui tra Tike ed Ella, da cui pure traspare un amore infinito per l'altro e l'orgoglio profondo per le proprie origini e tradizioni. Scambi di battute che hanno il ritmo della ballata, che ricordano in un certo senso molti dei brani dell'autore folk, e immagino che debba avere un gusto tutto suo poter leggere questo romanzo in lingua originale. 
Su tutto poi incombe l'invettiva, la denuncia che Guthrie non risparmia neanche in questo romanzo e così Tike ed Ella si scontrano con la realtà più crudele, lo sfruttamento, l'impossibilità di abitare una terra "propria", sulla quale sentirsi finalmente liberi: Non ho mai aspirato a niente, se non ad avere un lavoro dignitoso da fare, e una casa dignitosa dove abitare e una vita dignitosa e onesta. Perché non possiamo, Tike? Dimmelo tu. Perché? Perché non possiamo avere abbastanza terra da tenerci occupati? Perché non possiamo avere abbastanza terra per campare, lavorare e vivere come esseri umani? Perché non possiamo?
La cosa che più mi ha colpito di questo romanzo è stata la capacità dell'autore di raccontare le sofferenze dell'uomo comune senza moralismi, di rendere con semplice realismo la quotidianità, le condizioni in cui versava la manodopera contadina nel Texas degli anni Trenta. Un romanzo che consiglio a chi vuole conoscere un pezzo di storia americana, l'altra faccia della terra dell'oro, e a chi come me non può fare a meno che incantarsi di fronte alla vastità e all'imponenza delle terre selvagge. Quattro pantofole e mezza


Di seguito vi posto tutti i dati del volume uscito in Italia nella collana "Strade Blu" edita da Mondadori e corredato da alcuni bellissimi schizzi dello stesso Woody Guthrie:


Woody Guthrie

Una casa di terra
Mondadori
Pagine: 202
ISBN: 9788804634065
€ 17,50

TRAMA: Il manoscritto originale di questo romanzo di Woody Guthrie, portato a termine nel 1947, era rimasto chiuso in un cassetto a Coney Island per anni e anni. Scoperto da pochissimo, è stato pubblicato negli USA da Johnny Depp, che ne ha scritto anche l'introduzione.
Una casa di terra, l'unico romanzo completo del leggendario folksinger, è un ritratto profetico e potentissimo di due agricoltori cocciuti e disperati che combattono per sopravvivere alla furia cieca e distruttiva degli elementi (ma non solo) durante la Dust Bowl, la serie di tempeste di sabbia che colpirono gli Stati Uniti negli anni Trenta, mandando in rovina migliaia di contadini. Soffuso della elementare poeticità e della devastante autenticità che hanno reso leggendarie le ballate di Woody Guthrie, il libro è la storia del normalissimo sogno di una vita migliore da parte di una normalissima coppia e della sua ricerca di amore in un mondo sempre più corrotto. Tike e Ella May Hamlin si ammazzano di fatica per coltivare la terra arida del Texas, vivono precariamente in una catapecchia di legno e sognano un'abitazione solida in grado di difenderli dalla terribile violenza degli elementi. Grazie a un opuscolo pubblicato dal governo, Tike apprende le nozioni necessarie per costruirsi una semplice casetta fatta di mattoni di argilla, paglia e sabbia, a prova di fuoco e vento: una casa di terra. Ma Tike e Ella May non sono i proprietari dell'appezzamento sul quale vivono e lavorano, e il loro sogno di una casetta di semplici mattoni ben presto si trasforma in una lotta terribile contro forze incontrollabili e predatrici come le megacompagnie agrarie e le banche.
Storia intrisa di realismo rurale e di attivismo progressista, Una casa di terra traccia un ritratto crudo ed emozionante della lotta all'ultimo sangue tra le forze della speranza e del lavoro umano e quelle di una natura devastata.
Mescolando in modo irresistibile lo spirito di indignazione morale e il ritmo narrativo serrato di John Steinbeck con l'erotismo di D.H. Lawrence, Guthrie ha scritto un'epica favola dell'altra America nel pieno della Grande Depressione.


CHI ERA WOODY GUTHRIE (1912-1967)
è una figura leggendaria nel panorama della musica di protesta americana. È stato il primo a utilizzare la musica come veicolo di impegno e di rivendicazione sociale. Nel corso della sua instancabile attività di musicista folk e cantautore ha dato vita a un immane patrimonio di oltre 3000 canzoni e ballate politiche, tradizionali, per adulti e per bambini. La sua canzone più famosa è This Land is Your Land. Bob Dylan, Phil Ochs, Bruce Springsteen, John Mellencamp, Pete Seeger, Joe Strummer, Billy Bragg, Jeff Tweedy e Ani DiFranco hanno proclamato di essersi ispirati a Guthrie, considerato da tutti questi musicisti come un maestro.

Il 14 aprile 1935 una terribile tempesta di sabbia si abbatté sulle terre intorno a Pampa, Texas, distruggendo campi e abitazioni e lasciando nella disperazione migliaia di famiglie contadine. La Dust Bowl, la conca di polvere divenne l'incubo di uomini e donne come Tike ed Ella May. Lo stesso Guthrie visse quell'esprienza devastante che sarà poi ispirazione per Una casa di terra e per le sue ballate come The Great Dust Bowl che vi posto di seguito:

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