martedì 28 gennaio 2014

Intervista a Rebecca e Sofia Domino

Buon pomeriggio lettori in pantofole! Oggi sono lieta di ospitare due giovani scrittrici esordienti. 
Rebecca e Sofia mi hanno gentilmente segnalato i loro lavori e sono rimasta colpita dal tema trattato nei loro romanzi e dalla scelta coraggiosa di affrontare un argomento molto difficile e doloroso quale l'Olocausto. Del resto ieri si celebrava proprio il Giorno della Memoria e della liberazione di Auschwitz e sono degli ultimi giorni le notizie terribili delle offese infamanti ricevute dalla comunità ebraica di Roma, oggi più che mai, quindi, è necessario parlare e non dimenticare. Queste due ragazze l'hanno fatto con l'inchiostro e così ho deciso di porgli qualche domanda e fare due chiacchiere con loro.

Ciao ragazze, inizio con il darvi il benvenuto sul blog. Mettetevi comode, rilassatevi e indossate le vostre pantofole! ^^ Innanzitutto vorrei chiedervi di parlarci un po' di voi... Chi sono Rebecca e Sofia Domino?
Sofia e Rebecca: Siamo due sorelle di 26 (Sofia) e 29 anni (Rebecca) con la passione per la scrittura e i viaggi. Abitiamo in Toscana e siamo molto legate fra di noi.


Due sorelle con la stessa passione per la scrittura. Come è nata? Cosa vi ha portato a scrivere?
Rebecca: La mia passione per la scrittura è cominciata quando ero bambina. A scuola mi piaceva scrivere temi, e spesso lo facevo anche nel tempo libero. Naturalmente, quando ero piccola si trattava di scritti brevi, qualche pagina al massimo, ma crescendo mi sono cimentata con romanzi brevi e anche con veri e propri romanzi in quanto a lunghezza, però erano solo esercizi di scrittura. Durante gli ultimi anni ho sperimentato vari generi, ma ho sempre avuto una predilezione per le storie che possono far riflettere, storie a volte controverse. Per alcuni anni ho messo da parte la scrittura dedicandomi ad altro, anche perché ho vissuto a Londra con mia sorella per un anno, e quindi avevo meno tempo da dedicare alla mia passione. Per fortuna che poi ho ricominciato a scrivere, perché adesso non smetterei più! 
Sofia: Ho cominciato a scrivere quando avevo sette anni. All’inizio usavo i classici quaderni della scuola, poi sono passata alla macchina per scrivere e, infine, al computer. Ho sempre avuto una grande immaginazione e trovo che ogni emozione, ogni musica, ogni volto e ogni vicenda possa trasformarsi in uno spunto per un nuovo romanzo. Da bambina ero contenta di andare a scuola principalmente quando potevo scrivere dei lunghi temi e con il passare degli anni ho maturato questa mia passione. Con rammarico, devo dire che verso l’adolescenza ho smesso di scrivere per dedicarmi ad altro. Ho fatto alcune esperienze ma, alla fine, sono tornata alle origini. Adesso scrivo ogni giorno e quotidianamente butto giù idee. Finalmente ho capito che la scrittura è la mia vera passione e, dopo essermi migliorata nel corso degli anni e dopo aver imparato dai miei stessi errori, ho deciso di fare un passo avanti e di far uscire il mio primo romanzo: Quando dal cielo cadevano le stelle.

I vostri romanzi d'esordio La mia amica ebrea e Quando dal cielo cadevano le stelle affrontano un tema molto delicato e “difficile”: l'Olocausto. Cosa vi ha spinto a parlare di un capitolo così buio della storia di tutti noi al vostro esordio letterario?
Rebecca: Ho sempre voluto scrivere un libro sull’Olocausto, perché penso sia un orrore che non deve più ripetersi. Purtroppo è già successo che, in altre nazioni, siano stati commessi genocidi e altre atrocità che, per certi versi, non sono poi molto diverse dall’Olocausto: il primo genocidio che mi viene in mente è quello perpetrato dai Khmer rossi in Cambogia, ma ci sono anche altri esempi, come il genocidio armeno (chiamato anche, non a caso, Olocausto armeno), il genocidio del Ruanda, ecc… Per evitare che vengano nuovamente commesse atrocità simili è fondamentale tenere viva la memoria di quello che è successo in passato e, fra tutte le tragedie, quella dello sterminio degli ebrei per volere di Hitler e del suo partito è sicuramente la più conosciuta. Nel mio romanzo, però, ho voluto raccontare la storia dal punto di vista di Josepha Faber, una quindicenne tedesca. Sono sempre stata interessata ai lati meno conosciuti delle vicende famose e forse è stato questo che mi ha spinta a esordire con La mia amica ebrea: la maggior parte dei libri sull’Olocausto sono scritti dal punto di vista degli ebrei e, nonostante nel mio romanzo ci siano stralci della vita degli ebrei, visti attraverso gli occhi di Rina, la protagonista resta Josepha e ciò permette ai lettori di vivere la Germania nazista dal punto di vista del “nemico” e di ricordare gli atti eroici di persone qualunque, che hanno rischiato molto per aiutare gli ebrei durante il nazismo. 
Sofia: Ho sempre voluto parlare dell’Olocausto e raccontare le ingiustizie che hanno subìto gli ebrei durante il periodo del nazismo. L’occasione giusta è arrivata con il mio romanzo Quando dal cielo cadevano le stelle. Dentro di me ho sentito il bisogno di dare una voce a tutte quelle famiglie di ebrei che, durante la Seconda guerra mondiale, furono costrette a lasciare il loro Paese, a nascondersi in dei rifugi, che persero ogni diritto, che furono additate e che furono rinchiuse in campi di concentramento. La domanda che durante il mio romanzo prende sempre più importanza è: perché? È una domanda che accomunava ogni ebreo: bambini, ragazzi, adulti e anziani. Siamo nel 1943: Perché noi ebrei siamo cercati dalla Gestapo? Perché siamo rinchiusi in dei campi di concentramento? Perché siamo costretti a lavorare per ore? Perché le SS vogliono ucciderci? Perché non abbiamo più nessun diritto? Perché non possiamo tornare a casa? Perché non abbiamo più un nome, ma siamo diventati dei numeri? Grazie a Quando dal cielo cadevano le stelle ho potuto dar voce a Lia, una ragazzina ebrea, alla sua famiglia e ai suoi protettori. Inoltre, ho voluto lanciare un messaggio, quello di non dimenticare mai le atrocità del nostro passato, così che non siano più ripetute.

Entrambe le protagoniste dei vostri romanzi sono ragazze giovanissime, l'una tedesca (Josepha), l'altra italiana (Lia) alle prese con una realtà fatta di odio e violenza; ragazze travolte, ciascuna a suo modo, dalla follia nazista. Ma quale lavoro si cela dietro un romanzo storico, da dove siete partite per narrare la storia di Josepha e Lia?
Sofia: Sì, Lia è giovanissima. Ho letto numerose testimonianze di bambini e ragazzi ebrei durante il nazismo e le loro domande e paure non mi hanno mai lasciata. Essere cercati dalla Gestapo ed essere deportati in campi di concentramento era un’esperienza terribile anche per un adulto, ma credo che per dei giovani e per una ragazzina come Lia, piena di sogni e di speranze, che sta vivendo il primo amore e che è molto unita alla sua famiglia, essere costretta a smettere di crescere e sognare solo perché ebrea fosse ancora peggiore. La protagonista di Quando dal cielo cadevano le stelle è frutto della mia fantasia e per scriverla mi sono ispirata a tutti e a nessuno. Ma i suoi sogni, le sue domande, le sue paure nei confronti della guerra, il terrore di essere deportata e la sua voglia di tornare a casa, credo che rispecchino i sogni di tutti quei bambini e ragazzini ebrei che furono internati ad Auschwitz e in altri campi di concentramento. 
Rebecca: Ho deciso di raccontare la storia dal punto di vista di una quindicenne perché penso che quella sia l’età più difficile, il periodo di transizione da bambina a giovane donna; in questo modo, Josepha può porsi delle domande e fare dei ragionamenti che sarebbero troppo complessi per una bambina piccola, tuttavia non ha ancora la maturità di una donna. Non mi sono ispirata a nessuno per scriverla, neanche a me stessa, nonostante abbia diversi lati in comune con lei: la forza, il voler fare quello che è giusto, il pensare con la propria testa… Josepha, come tutti gli altri personaggi del romanzo, è nata pian piano dentro di me. Non faccio mai una caratterizzazione dei personaggi nel senso stretto del termine, non mi siedo davanti al computer a buttar giù le loro caratteristiche, le scopro pian piano e trascrivo solo quelle salienti. Diciamo che ho conosciuto Josepha lentamente, come se fosse una persona in carne e ossa (cosa che, per me, è) e non è stata “scelta”: è semplicemente venuta così, con i suoi pregi e i suoi difetti.


Proprio ieri si è celebrato il Giorno della Memoria in ricordo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, che tra l'altro è il luogo dove viene deportata Lia, uno dei vostri personaggi, quale messaggio vorreste far passare oggi ai vostri lettori? 
Rebecca: Vorrei che i miei lettori ricordassero il coraggio, la nobiltà d’animo e i sacrifici di molti tedeschi, persone comuni che hanno rischiato molto – spesso perdendo la vita – per aiutare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Nel mio romanzo, ho fatto sì che la famiglia di Josepha e la ragazza stessa aiutino principalmente una persona, Rina. Lei sei nasconde con parte della famiglia, ma alla fine l’amicizia che nasce fra le due ragazze fa sì che Josepha sia disposta a rischiare il tutto per tutto per impedire che Rina subisca la sorte che è già toccata a molti ebrei. Ho fatto questa scelta per ricordare che ogni singola vita è importante. Si fa presto a girare la testa dall’altra parte quando vediamo qualcuno in difficoltà, invece, spero che i lettori ricordino che ognuno ha valore, anche le persone che non hanno niente in comune con noi e spero traggano ispirazione dal coraggio di Josepha. Al giorno d’oggi non dobbiamo più compiere scelte così drammatiche, per fortuna, ma gli episodi d’ingiustizia ci sono ancora, basti pensare al bullismo. Spero, ad esempio, che i lettori più giovani decidano d’intervenire per aiutare un compagno preso di mira dai bulli, e, in generale, spero che il romanzo insegni che dobbiamo aiutarci gli uni con gli altri e che le differenze non sono fatte per separare ma per arricchire il mondo e le nostre vite. 
Sofia: Non dimentichiamo gli orrori della Shoah (lo sterminio del popolo ebraico) e ascoltiamo gli anziani che possono ancora raccontarci gli anni della guerra. Smettiamo di additarci a vicenda e di giudicarci e cerchiamo di vivere in un mondo di pace. Ragazzine come Lia, solo perché ebree, durante il nazismo sono state private di tutto, della casa, di una famiglia, dei sogni, della libertà, ma hanno continuato a combattere. Prendiamo esempio da loro e non smettiamo mai di lottare e, come Lia ripete sempre in Quando dal cielo cadevano le stelle: "la vita è meravigliosa, non smettiamo mai di amarla". 


Abbiamo parlato delle scrittrici, ma che tipo di lettrici sono Rebecca e Sofia? Quali sono i vostri generi preferiti? E il vostro romanzo del cuore? 
Sofia: Non ho un vero e proprio libro preferito. Mi piace molto leggere e penso che ognuno di noi possa imparare sia dai libri belli sia da quelli brutti. Naturalmente, adoro Il diario di Anna Frank, il talento e la forza di questa giovane ragazza ebrea che ha conquistato il mio cuore. La mia autrice preferita è Bianca Pitzorno. Solitamente scrive dei romanzi per un target di bambini – ragazzi ma trovo il suo stile completo. Al centro dei suoi romanzi ci sono soprattutto personaggi femminili e, come nel mio caso, sono quasi sempre delle eroine. La Pitzorno riesce a cucire e scucire le varie vicende e si dedica molto bene a ogni suo romanzo. M’interessa molto anche leggere libri-testimonianza e, naturalmente, mi dedico anche ai romanzi degli autori emergenti. 
Rebecca: La mia autrice preferita è Jane Austen, per la sua padronanza della lingua, la grammatica, l’ironia e la perspicacia nei suoi romanzi e il mio libro preferito è Orgoglio e pregiudizio. Ammiro molto Jane Austen perché nacque in un periodo storico in cui le donne potevano fare poco o niente e, senza avvalersi degli aiuti della tecnologia di cui disponiamo oggi, è riuscita a scrivere dei libri che sono impareggiabili dal punto di vista lessicale e dello stile in generale. Per quanto riguarda il genere letterario che preferisco, non ne ho uno che supera tutti gli altri. Leggo un po’ di tutto: romanzi storici, romanzi-testimonianza, romanzi contemporanei… ci sono dei generi però che non mi piacciono. Il fantasy in tutte le sue sfumature è indubbiamente uno di quelli, e non mi piacciono neanche gli horror, i thriller o i polizieschi.

Io vi ringrazio di cuore per la partecipazione e passo a presentare con piacere i vostri romanzi che sono usciti proprio ieri in versione ebook ^^ 
Sofia e Rebecca: Grazie a te per averci ospitato nel tuo blog! 



Rebecca Domino
La mia amica ebrea
Lulu Self Publishing
Pagine: 300
eBook: € 1,99
Blog ufficiale dell'autrice

TRAMA: Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente.
Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un' Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.

Sofia Domino 
Quando dal cielo cadevano le stelle
Lulu Self Publishing
Pagine: 496
eBook: € 1,99
Blog ufficiale dell'autrice

TRAMA: Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni, conditi da giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in altri campi di concentramento.
Quella determinazione che le farà amare la vita, e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai più le casacche a righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste.
Perché dal cielo non cadano più le stelle.

5 commenti:

  1. Che bella intervista e le risposte sono parecchio interessanti!!!

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    1. Grazie! Sicuramente due romanzi che fanno riflettere...

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  2. Un'intervista estremamente interessante e che fa riflettere :-) complimenti a te, Jerry, e alle due coraggiose autrici!

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    1. Grazie Ancella era doveroso dare spazio a queste giovani autrici

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  3. mi piace molto questa intervista, complimenti! è anche così particolare vedere due sorelle scrivere due libri differenti che trattano lo stesso - difficile - argomento.. molto interessante;)

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