domenica 30 agosto 2020

Norwegian Wood


- Tu hai troppa paura, - dissi. - Del buio, dei brutti sogni, del potere dei morti. Quello che devi fare è dimenticarli, se riesci a dimenticarli ce la farai sicuramente a guarire.
- Se riesco, a dimenticare, - disse Naoko scuotendo un po' la testa. 
(Haruki Murakami, Norwegian Wood)


Buon domenica, lettori in pantofole! Qui piove di brutto ma direi che è il tempo ideale per parlarvi dell'ultimo romanzo che ho finito di leggere giusto ieri. Si tratta del mio apprendistato con Haruki Murakami perché, complice la bellissima collana in edicola grazie al Corriere della Sera, mi sono finalmente avvicinata all'osannatissimo scrittore giapponese... ed è stato subito amore. Sono partita da Kafka sulla spiaggia con le sue atmosfere oniriche e surreali e ho proseguito con Norwegian Wood, trovandomi di fronte a un romanzo diametralmente opposto rispetto al precedente ma che pure mi ha rapito il cuore una volta di più...


Watanabe Toru sta atterrando su Amburgo in una piovosa giornata di novembre quando le note che si diffondono da un altoparlante catturano la sua attenzione e lo fanno precipitare nei ricordi. I Beatles, con la loro Norwegian Wood, portano Watanabe indietro nel tempo di quasi vent'anni a quando appena diciannovenne si trasferì all'università di Tokyo. Erano gli anni della contestazione studentesca, delle silenziose passeggiate a fianco di Naoko, delle notti infinite in compagnia di Nagasawa nei locali di Shinjuku, della vitalità e dei colpi di testa di Midori... E così Watanabe si abbandona ai ricordi, intessendo una trama di emozioni, turbamenti, rimpianti, solitudini e malinconie...  

IL MIO PENSIERO
Sollevai il viso, e mentre guardavo le nuvole scure sospese sopra il Mare del Nord, la mia mente  andò a tutte le cose che avevo perduto nel corso della vita. Il tempo passato, le persone morte e mai più riviste, le emozioni che non possono rivivere.
È con queste parole che siamo introdotti alla storia di Watanabe Toru che, sorvolando i cieli di Amburgo, torna con la mente indietro nel tempo fino alla Tokyo della fine degli anni Sessanta. Un incipit felice, che mi ha incantata come non mi succedeva da tempo, che mi ha spalancato le porte alla malinconia che pervade e impregna le pagine di Norwegian Wood. Si tratta essenzialmente di una storia d'amore, l'apprendistato sentimentale di un giovane giapponese negli anni della contestazione, ed è un Watanabe ormai trentottenne a raccontarcela attraverso l'espediente narrativo di un lunghissimo (ben 380 pagine!) flashback. E sin da subito Haruki Murakami mi ha spiazzata, perché mi sono trovata davanti a un romanzo diametralmente opposto rispetto a Kafka sulla spiaggia che pure ho letto non molto tempo fa. Qui non ci sono le atmosfere oniriche, i personaggi sopra le righe, la labirintica e surreale narrazione in cui mi ero persa e addentrata con l'altro romanzo, qui troviamo essenzialmente la narrazione del coming of age del protagonista, la sua maturità, il passaggio all'età adulta attraverso l'esperienza amorosa.

Eppure sarebbe riduttivo parlarvi così di Norwegian Wood, perché alla fine è molto più di questo. Attraverso la storia di Watanabe e del suo continuo e inevitabile oscillare tra Naoko e Midori, le due controparti femminili, Haruki Murakami affronta molti altri temi: il suicidio, la depressione e il disagio psichico, l'affermazione personale, il sesso, la morte. Ecco la dualità vita-morte pervade di sé tutto quanto il romanzo ed è un tratto che in qualche modo mi ha ricordato le atmosfere di Kafka sulla spiaggia. L'inesorabile trascorrere del tempo, il senso di perdita e di malinconia, la luce e l'ombra che sono ben simboleggiati in Kaoru e Midori: la prima introversa e fragile quanto l'altra vitale e positiva, i due poli da cui Watanabe è inevitabilmente attratto. E poi ci sono i mille rivoli che da questo continuo oscillare si dipartono, le innumerevoli storie e personaggi che Haruki Murakami intreccia ammaliando il lettore e trascinandolo con sé. Perché accanto a Watanabe, Kaoru e Midori ci sono Kizuki con il suo tragico destino, Nagasawa con la sua arroganza e il suo fascino decadente, Hatsumi che da quel fascino non può che essere travolta, Reiko con la sua chitarra e le innumerevoli rughe e perché no "Sturmtruppen" l'imbranato compagno di stanza di Watanabe che improvvisamente scompare dalla pagina ma che pure si fa ricordare per le sue manie, le debolezze ma anche l'originalità.
Murakami per me ha questa dote, ti prende per mano e ti porta dove vuole lui, in un labirinto di vite, emozioni, sensazioni, in cui ti lasci andare, ti perdi leggendo. Del resto le atmosfere sono l'altro punto di forza di questo romanzo così come le bellissime descrizioni di una Tokyo che non smette di ammaliare. Dai rumorosi e affollati locali di Shinjuku, al campus universitario, dalle silenziose e dimesse strade di un quartiere residenziale, ai paesaggi che si snodano davanti ai finestrini di un autobus, fino ai tetti di un dormitorio studentesco, tutto concorre a sedurre il lettore (o almeno la sottoscritta) perché Murakami è proprio ai sensi che parla. E lo fa con un linguaggio che profuma di occidente, che lega indissolubilmente ponente e levante, attraverso i continui riferimenti alla letteratura e alla musica, l'altra grande protagonista di questo romanzo come del resto si evince dal titolo stesso: un brano dei Beatles.

E poi il finale (ovviamente non vi svelo niente) ma sappiate che il racconto di Watanabe si chiude restando aperto, in un perfetto non luogo che ribadisce una volta di più quel senso di precarietà che contraddistingue NorwegianWood. Cinque pantofole. Murakami mi ha conquistata una volta di più, mi ha sballottata incessantemente sulla pagina e mi ha strappato il cuore dal petto con le sue note malinconiche e dolenti: Era un pomeriggio nitido e luminoso di inizio autunno, come quello di quando, giusto un anno prima, ero andato a Kyoto a trovare Naoko. Le nuvole erano bianche e sottili come ossi, il cielo così alto da dare le vertigini. È proprio venuto, l'autunno, pensai. I suoi segnali erano sparsi dappertutto: il profumo dell'aria, la tonalità della luce, i piccoli fiori che spuntavano tra l'erba, la differente qualità di tutti i suoni. A ogni stagione la distanza che mi separava dai morti aumentava...   

Come vi dicevo all'inizio ho letto Norwegian Wood nell'edizione uscita in edicola per il Corriere della Sera ma di seguito vi lascio tutti i dati dell'edizione da libreria:


HARUKI MURAKAMI

Norwegian Wood
(Noruwei no mori)
editoreEinaudi; pagine: 379; EAN: 9788806216467
data di pubblicazione: 19 marz0 2013
brossura: € 14.00; eBook: € 6.99acquistalo su: la Feltrinelli

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
Traduzione di: Giorgio Amitrano 

CHI È HARUKI MURAKAMI:
(Kyoto, 1949). Figlio di un monaco buddista, ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza a Kobe. Iscritto alla facoltà di letteratura dell'università Waseda di Tokyo, si laureò nel 1975. Nel 1979 fu pubblicato il suo libro d'esordio, Kaze no uta o kike (Ascolta la canzone del vento), con il quale ottenne nello stesso anno il premio Gunzo come migliore scrittore esordiente. Dall'ottobre 1986 ha viaggiato tra la Grecia e l'Italia (in particolare in Sicilia e a Roma) e nel 1991 si è trasferito negli Stati Uniti, dove l'anno successivo è stato nominato professore associato all'università di Princeton. Dal 2001 vive a Oiso, prefettura di Kanagawa.
Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Einaudi

Lo so, vi state aspettando Norwegian Wood come degna chiusura per questa recensione ma è così largamente citata nel testo che di fatto l'abbiamo già nelle orecchie e poi le atmosfere di questo romanzo mi hanno richiamato alla mente il brano di una giovane musicista (guarda caso norvegese ^^) per cui ci andiamo ad ascoltare e a vedere Dinasty di MIIA e ditemi se il video con la sua foresta non è adatto a concludere questa recensione:

2 commenti:

  1. Ce l'ho in libreria da una vita ma non mi sono ancora decisa ad iniziarlo, ci voleva proprio una recensione così appassionata per riaccendermi la voglia di leggerlo! ^_^

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    1. ahahaah sì forse sono stata un po' troppo appassionata ma devo dire che tra i libri letti negli ultimi tempi è sicuramente quello che mi ha colpito di più!

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