giovedì 2 aprile 2020

Prenditi cura di lei


Per questo ai miei figli piacciono ancora le focaccine cotte al vapore fredde e con la crosta indurita. Erano così certe notti d'estate. Notti d'estate con le stelle che piovevano dal cielo.
Mentre giravo per le strade non riuscivo a ricordare nulla e avevo la testa confusa, ma questo posto mi mancava molto [...] Dopo avere girato un po' mi sedevo su una strada e disegnavo nella polvere tutto quello che mi veniva in mente. Ed era sempre la casa.  
(Kyung-Sook Shin, Prenditi cura di lei)


Buon inizio di aprile, lettori in pantofole! Come procedono questi vostri giorni strani, di isolamento? Tra la confusione, la paura e l'incertezza devo dire che mi sto caricando di cose da fare in modo da avere la testa sempre in movimento. E, sì, la lettura occupa sicuramente un posto importante e certi libri in particolare sono stati degli ottimi compagni di quarantena.
Prenditi cura di lei è uno di questi, un romanzo che in questi giorni si è caricato di tanti significati, la penna di Kyung-Sook Shin mi ha fatto riflettere e commuovere e mi ha avvicinato un passetto in più a quella Corea che sto imparando a scoprire...


Una stazione della metropolitana nella Seul di oggi, un uomo e una donna anziani sulla banchina pronti a salire sul treno in arrivo. Ma quando l'uomo mette il piede sul predellino e si volta, si accorge che la moglie non l'ha seguito o non è riuscita a stargli dietro. E così Park So-nyo, 69 anni, si perde nella metropolitana della città mentre si dirigeva a far visita ai figli, gettando nella disperazione e nell'ansia quegli stessi figli e un'intera famiglia. Vengono stampati e distribuiti volantini e aperte inserzioni sui giornali perché di Park So-nyo, corporatura minuta e capelli argentati, sembra essersi persa ogni traccia. E mentre il primogenito e la figlia scrittrice battono le strade della metropoli alla sua ricerca, ciascun membro della famiglia inizia a interrogarsi su quella donna forte, capace di affrontare qualsiasi situazione ma che ultimamente appariva distante, confusa, afflitta. Tra rimpianti, rimorsi e sensi di colpa, ciascuno dovrà fare i conti con la persona che conosceva o credeva di conoscere e piano piano ricomporre i tasselli e far emergere la sua storia: la storia di Park So-nyo...   

IL MIO PENSIERO

«Nome: Park So-nyo. Data di nascita: 24 luglio 1938. Aspetto: statura bassa, capelli grigi con permanente, zigomi sporgenti. Quando è stata vista l'ultima volta indossava una camicetta celeste, una giacca bianca e una gonna beige a pieghe. Vista l'ultima volta...»
Così ha inizio la storia di Park So-nyo, con un volantino redatto da Chi-hon, la figlia scrittrice, a una settimana dalla scomparsa della madre. Con quei volantini e insieme al fratello primogenito, Hyong-Chol, la donna inizierà un viaggio per le strade di Seul alla ricerca disperata di informazioni e indizi, ripercorrendo i luoghi che nel tempo avevano assunto particolare significato per la sua famiglia e sua madre stessa.
A pesare sulla pagina è sin da subito un senso di angoscia, impotenza ma soprattutto rimpianto. I figli, il marito si rendono ben presto conto di non conoscere davvero la propria madre o la propria moglie, di averne da sempre data per scontata la presenza, la forza, la tenacia, il sostegno. Eppure ultimamente Park So-nyo non era più la stessa, non era più la caparbia donna di campagna che aveva sempre mantenuto unita la famiglia, adesso c'erano i mal di testa lancinanti, lo stordimento, la nebbia.

Ho apprezzato moltissimo il modo in cui Kyung-Sook Shin ci fa entrare in questa famiglia, il modo in cui quest'assenza, la scomparsa della madre, viene a riempire e a permeare di sé ogni pagina: Per te mamma era sempre mamma. Non avevi mai pensato che anche lei un tempo aveva mosso i primi passi, che anche lei aveva avuto tre, dodici o vent'anni. Mamma era mamma. Era mamma da sempre.  
E lentamente attraverso i pensieri, le parole, i rimpianti di chi le è stato vicino, emerge la storia di Park So-nyo, una storia che affonda le sue radici nell'entroterra coreano, che corre indietro nel tempo fino alla Guerra di Corea. La storia di una giovane donna nata e cresciuta nella povertà, analfabeta, ma con un grande desiderio di apprendere. La storia di una donna tenace che si è sacrificata, ha lavorato nei campi, ha sopportato l'infedeltà del marito, ha cresciuto i figli e li ha fatti studiare, con l'unico desiderio di fargli vivere quella libertà e quell'indipendenza che lei stessa aveva sognato. Una storia che ci fa conoscere una Corea diversa, legata alla vita e al ritmo dei campi, così agli antipodi dalla metropoli dove tutto ha inizio, dove certe tradizioni sembrano ormai dimenticate per quanto restino vive nei cuori di ogni personaggio di questa storia, che è anche e soprattutto, non dimentichiamolo, il racconto di una malattia subdola e terribile: l'alzheimer.  
Tua moglie ricordava alcuni piccoli dettagli. Era come se salvasse qualcosa da una massa d'acqua che evapora di continuo [...] Solo ora capisci dolorosamente che eri cieco davanti alla confusione mentale di tua moglie.

La penna di Kyung-Sook Shin è davvero felice: delicata, sottile e profonda come il pozzo che si erge nel giardino della vecchia casa di Park So-nyo. Devo ammettere che all'inizio mi sono dovuta mettere alla prova, perché ho trovato lo stile dell'autrice sin troppo particolare. La storia viene narrata in un misto di seconda, terza e infine (nell'ultima parte del romanzo) prima persona. Ma se nelle prime pagine quel tu che campeggia tra le righe è estraneo e straniante, ben presto diventa un catalizzatore di emozioni e il lettore viene coinvolto direttamente nei sentimenti di ogni personaggio.
Quattro pantofole. Una storia commovente, che si carica di tanti significati soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, che fa riflettere sul significato di famiglia e sulla fragilità insita in quelle figure che spesso diamo per scontate:  Io ho passato la vita senza parlare a tua madre. Non era mai il momento giusto, oppure pensavo che sapesse già quello che volevo dirle. Ora sento che potrei dire tante cose, ma non ho nessuno che mi ascolti. Chi-hon [...] Ti prego prenditi cura di lei.

Ho letto questo romanzo in eBook, comunque di seguito vi lascio anche tutti i dati del cartaceo:

  KYUNG-SOOK SHIN

Prenditi cura di lei
(Omma rul Put'akhae)
editore: Beat; pagine: 224; EAN: 9788865596142
data di pubblicazione: 2 maggio 2019
brossura: € 9.90; eBook: € 6.99acquistalo su: Giunti al Punto

Un pomeriggio qualsiasi, in una stazione qualsiasi. Park So-nyo, 69 anni, minuta, capelli argentati, scompare, senza denaro e senza documenti, nella sterminata marea umana della metropolitana di Seul. È arrivata nella grande città dal suo piccolo paese di campagna per il solito pellegrinaggio alle case dei figli, soprattutto a quelle del primogenito, appena diventato dirigente di un'impresa immobiliare, e della figlia scrittrice. Conosce la metropoli e la via per la casa del figlio. La sua scomparsa, tuttavia, è per i suoi familiari non soltanto fonte di angoscia e di grave preoccupazione, ma anche di rimorsi e di sensi di colpa. Park So-nyo non è più, infatti, la stessa da qualche tempo. Una volta, rientrando in campagna dalla città, la giovane figlia scrittrice ha trovato la casa materna nel più totale disordine. Tazze in bilico sull'orlo del lavello, il cesto degli stracci rovesciato sulla stuoia in soggiorno, le camicie del padre gettate alla rinfusa sul divano. E la mamma che, seduta nel cortile, si stringeva la testa con le mani. Prenditi cura di lei ha conquistato il cuore dei lettori dei numerosi paesi in cui il libro è apparso, poiché "con la sua impeccabile ed essenziale prosa ci mostra che cosa significa essere una famiglia e quale sia la natura più profonda degli esseri umani" (Geraldine Brooks).
Traduzione dall'inglese di: Vincenzo Mingiardi

CHI È KYUNG-SOOK SHIN:
è nata nel 1963 in una remota regione montuosa nella Corea del Sud. Unica coreana vincitrice del Man Asian Literary Prize, ha esordito come scrittrice nel 1985 con il racconto Fiaba d’inverno, seguito poi nel 1993 dalla raccolta di racconti Dov’era un tempo l’harmonium. Prenditi cura di lei, un romanzo tradotto in tutti i maggiori paesi occidentali, ha ottenuto uno strepitoso successo internazionale. Il suo ultimo romanzo è La danzatrice di Seul pubblicato in Italia da Piemme.


Chiudo con Julia (The Beatles, 1968) il primo brano solista di John Lennon apparso su un album dei Beatles, precisamente il famigerato White Album, dove Lennon evoca il suo amore per la madre Julia, scomparsa tragicamente in un incidente d'auto.

1 commento:

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