sabato 6 gennaio 2018

I sette peccati di Hollywood


... la storia di Hollywood è tutta qui. Vi hanno sempre dominato i più energici, i più aggressivi, i più fortunati, quelli che sono spinti da un'avidità molto forte di «fare» e di guadagnare. E ciò impedisce a Hollywood di finire. A ogni crisi, Hollywood rinasce con una medicina qualsiasi: la ragazza-platino, il sistema nuovo di produzione, lo schermo gigante, la medicina dei vincitori. E costoro, rimettendo in moto questa pazzesca macchina di illusioni e di quattrini, non fanno che mantenere Hollywood come è sempre stata: coi suoi miti e i suoi peccati.
(Oriana Fallaci, I sette peccati di Hollywood)



Buona epifania, lettori in pantofole! State festeggiando con calze e dolciumi? Per parte mia mi dedico alla prima recensione dell'anno. Dopo Viaggio in America (qui la mia recensione), ho deciso di avvicinarmi a un altro reportage della giornalista-scrittrice toscana. I sette peccati di Hollywood è il primo libro pubblicato da Oriana Fallaci nel lontano 1958, un libro che nasce da un'esperienza ben più ampia ovvero una serie di articoli che la giornalista scrisse per «L'Europeo» sul divino e dorato mondo del cinema. «Hollywood dal buco della serratura» si intitolava la serie a puntate e in essa la Fallaci descriveva con il suo occhio critico e disincantato la vita dei divi più ammirati e amati di sempre. Una Hollywood che forse non è più ma che pure cattura il lettore con tutta la sua magia e le sue mille contraddizioni...  



È il 9 gennaio 1956 quando Oriana Fallaci arriva per la prima volta a Hollywood con un solo obiettivo: intervistare la divina Marilyn Monroe. Ma quella tanto agognata intervista non s'ha da fare e Oriana non riesce neanche a incontrare la platinata attrice. Pure quel bruciante fallimento aprirà le porte al più vivido reportage che i giornali italiani abbiano mai dedicato al "mondo del cinema", un reportage che Oriana Fallaci lavorò e rimodellò trasformandolo poi in un libro che narra le mille luci ma anche le tante ombre dell'universo dei divi. È la Hollywood degli studios, del Chinese Theatre, di Gregory Peck e di Loretta Young, di Fred Astaire e di Greta Garbo. La Hollywood dei vizi e degli scandali, delle feste a bordo piscina e delle serate di gala. La Hollywood che Oriana Fallaci visitò da turista disincantata catturandola e fissandola poi sulla pagina con la sua straordinaria ironia. 

IL MIO PENSIERO
«Senta,» dissi a Miller «ma è proprio sicuro che sua moglie esista?» 
Mi guardò con stupore.
Si apre così questo libro, con una indispettita giovane Oriana Fallaci e uno sbalordito Arthur Miller. Ancora una volta la tanto agognata intervista con Marilyn Monroe è saltata. Un buco nell'acqua, un nuovo fallimento. Eppure, l'intervista mancata e il destino beffardo che ha impedito l'incontro tra l'agguerrita toscana e la più grande icona del cinema americano, faranno in un certo senso la fortuna della Fallaci in America. Sì, perché nel 1956 tutti a New York e Los Angeles parlavano della giornalista italiana che seguiva come un segugio le tracce della Monroe. Una celebrità che le spalancherà più tardi le porte di quel mondo frivolo e patinato che è Hollywood. Una Hollywood che assume oggi il sapore del mito, il profumo dei tempi andati, una Hollywood che forse non esiste più ma che a distanza di tanti anni è un piacere riscoprire negli aneddoti e nelle descrizioni di Oriana Fallaci.
I sette peccati di Hollywood è un libretto agile (circa 200 pagine) che si legge tutto d'un fiato. La Fallaci guida il lettore alla scoperta di quel luogo magico che ha dato i natali al cinema come oggi lo conosciamo. Ci fa entrare nelle case dei divi, nei meandri degli studios, ci descrive i bagni di folla, le feste esclusive, gli scandali e i fallimenti, le gioie e i dolori di quei divi tanto ammirati e tanto amati. Il tutto con un'ironia mordace, disarmante, che strappa molti sorrisi e che mette a nudo le mille contraddizioni di quel mondo di celluloide: come tutti i luoghi nati dalla speculazione, alimentati dal troppo denaro e abitati da gente che ieri non aveva nulla e oggi ha tutto, Hollywood è dunque la più strana tra le combinazioni di contrasti.
Facciamo così la conoscenza di Daeida Hartell Wilcox, bigotta pioniera del Middle West che darà suo malgrado i natali al sobborgo di Los Angeles più noto come Hollywood, incontriamo le columnist mondane Louella Parsons, Hedda Hopper e Sheila Graham, vezzeggiate e temute da stelle e stelline di ieri e di oggi, visitiamo gli studios che fabbricano celebrità come i tecnici della Lockheed costruiscono un aeroplano o i cuochi preparano un soufflé di formaggio e ci commuoviamo dinanzi alle tragiche parabole di attrici quali Judy Garland e Gene Tierney.

Niente sfugge all'occhio di questa turista straordinaria che è Oriana Fallaci. E devo dire che mi sono divertita non poco a seguirla su e giù per il Sunset Boulevard alle prese con il capriccioso Frank Sinatra o l'irreprensibile Gregory Peck, mentre intervista Kim Novak o la straordinaria Jayne Mansfield o ancora mentre si interroga sui quei nuovi divi, belli e dannati, che sono James Dean e Marlon Brando. Quattro pantofole. Un mirabile affresco della Hollywood dei tempi d'oro che è stato un piacere scoprire e riscoprire attraverso la penna affilata eppure straordinariamente elegante di Oriana Fallaci.

Ho letto questo romanzo nell'edizione uscita in edicola per il Corriere della Sera che ha ripubblicato tutte le opere della giornalista toscana ma di seguito vi lascio i dati dell'edizione BUR più recente:

ORIANA FALLACI

I sette peccati di Hollywood
editore: Rizzolipagine: 218; EAN: 9788817077620
data di pubblicazione: 1 ottobre 2014
brossura: € 10.50; eBook: € 6.99  acquistalo su: Giunti al Punto

È il 9 gennaio 1956 quando Oriana Fallaci, inviata de "L'Europeo", giunge per la prima volta a Hollywood per comprenderne i meccanismi nascosti e raccontare senza filtri il mondo del cinema e i suoi segreti. Negli anni seguenti Oriana torna nuovamente negli Stati Uniti, va a visitare le dimore degli attori, entra negli studios e partecipa a feste esclusive, illuminando ipocrisie, ambizioni e rimpianti delle star in interviste appassionate e franche. Seguendo il filo dei sette peccati capitali, la Fallaci conduce la sua inchiesta con ironia e profonda comprensione umana, consapevole che, dietro la facciata, la storia di Hollywood è tutta qui. Vi hanno sempre dominato i più energici, i più aggressivi, i più fortunati, quelli che sono spinti da un'avidità molto forte di 'fare' e di guadagnare. E ciò impedisce a Hollywood di finire. A ogni crisi, rinasce: la ragazza-platino, il sistema nuovo di produzione, lo schermo gigante, la medicina dei vincitori. E costoro, rimettendo in moto questa pazzesca macchina di illusioni e di quattrini, non fanno che mantenere Hollywood come è sempre stata: coi suoi miti e i suoi peccati... A Hollywood, non si muore mai. Prefazione di Maria Luisa Agnese.

CHI ERA ORIANA FALLACI (1929-2006):
fiorentina, è stata definita "uno degli autori più letti ed amati del mondo" dal rettore del Columbia College of Chicago che le ha conferito la laurea ad honorem in letteratura. Ha intervistato i grandi della terra e come corrispondente di guerra ha seguito i conflitti più importanti del nostro tempo, dal Vietnam al Medio Oriente. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo e l'opera completa della giornalista è pubblicata nelle edizioni BUR.


E chiudo con Celluloid Heroes dei Kinks dall'album Everybody's in Show-Biz (1972). Il brano è un inno proprio a quel mondo di celluloide che trova il suo centro e la sua origine nella splendida LA. Molti sono i divi citati da quella Marilyn Monroe che Oriana Fallaci non riuscì mai a intervistare a Greta Garbo la cui augusta dimora è dettagliatamente descritta ne I sette peccati di Hollywood.

2 commenti:

  1. E' da tanto che dico che devo leggere qualcosa della Fallaci.

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    1. Ne vale la pena, io però ti consiglio Niente e così sia la testimonianza del suo anno passato in Vietnam... una lettura bellissima!

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