lunedì 30 gennaio 2017

SOUL ON FIRE


Soul on Fire è la storia di tanti differenti punti di vista, di tante diverse verità e anche di qualche bugia. Nel raccontarla ho cercato, dove possibile, di evitare o correggere le menzogne e dove non mi è stato possibile conoscere la storia, ho lasciato che fossero i testimoni a narrarla al posto mio. 
(Jeff Wagner, Soul on Fire, 
tradotto da Jerry)

Buon lunedì lettori in pantofole! Lo so, in genere inauguro la settimana parlandovi delle ultime novità in libreria, ma è da un po' che non vi "racconto" le mie letture e così eccomi a presentarvi Soul on Fire la biografia del leader dei Type O Negative. 
È stata una lettura intensa e difficile sotto diversi punti di vista. Primo, perché ho letto il testo in lingua e tra slang e il mio rugginoso inglese è stata un'impresa (di cui però sono soddisfatta ^^), secondo perché la storia di Peter Steele è fatta di tante salite e tante discese e terzo perché toccare l'immagine dei propri idoli (musicali e non) lascia sempre un po' di nostalgia e di amaro in bocca... ma come è ovvio partiamo dalla storia:



Peter Steele, al secolo Peter Thomas Ratajczyk, è stato un musicista poliedrico e visionario, leader indiscusso di band quali Carnivore e Type O Negative. In questa biografia Jeff Wagner ne indaga il genio e la follia: dall'infanzia nel quartiere di Midwood (Brooklyn) ai primi passi nel panorama Hardcore e Trash della New York anni '80, dalla firma con la Roadrunner Records alla copertina di Playgirl (1995) fino al successo internazionale con i Type O. Il racconto di un'intera esistenza fatta di genio, ironia ma anche depressione e sregolatezza, una personalità complessa e profonda, raccontata attraverso gli occhi di chi più da vicino ha conosciuto e amato il "Green Man" di Midwood...    

IL MIO PENSIERO

Il semidio dalla criniera color notte appare invincibile lassù. In posa da battaglia con la sua arma a 4 corde a tracolla sulla spalla sinistra e migliaia di fedeli estasiati che obbediscono al suo urlo...
Quando si pensa a Peter Steele è inevitabile immaginarlo su quel palco a Roskilde nel lontano 1996. Imponente con i suoi 2 metri di altezza, la T-shirt verde militare e una bottiglia di vino rosso in mano. E poi quei lunghi capelli neri e quella voce che sembrava giungere dai recessi più oscuri per farti ribollire il sangue nelle vene. Il dio del rock ironico e provocatore che faceva impazzire le donne (e non solo), che si arrotava le unghie sul basso come un gatto sul tronco di un albero... ma Peter Steele non era questo o almeno non solo questo e tra le pagine di Jeff Wagner emerge l'anima di un uomo complesso e tormentato.

E così lo vediamo vomitare anche l'anima prima di calcare quelle scene che lo terrorizzavano a morte, tanto da mettere più di una volta in crisi le band in cui militò proprio per la sua riottosità a porsi sulla strada e partire in tour. Perché Peter preferiva la sicurezza della casa paterna, quella casa che non abbandonò mai, dove da figlio devoto si prese cura della madre fino alla sua morte. Una famiglia unita quella dei Ratajczyk e tutta al femminile (Peter aveva sei sorelle maggiori) e che tra alti e bassi tenne il musicista avvinto a sé fino alla fine. Dal padre, Peter ereditò l'etica per il lavoro, la dedizione e la costanza e per un lungo periodo fu impiegato presso il New York City Parks and Recreation Department. Del resto l'amore per la natura e gli animali (soprattutto i felini a quattro zampe ^^) lo contraddistinse sempre, tanto da meritarsi il soprannome di Green Man. E ancora l'intransigenza delle opinioni, che gli valsero l'accusa di essere un reazionario, fascista e misogino, per quanto chi lo abbia conosciuto più da vicino ne ricordi solo la gentilezza profonda, la lealtà e il rispetto. E ancora lo spettro della depressione che lo accompagnò sempre e che sfociò negli eccessi della bottiglia e della droga, una fragilità acuita dai lutti che funestarono la famiglia Ratajczyk e i suoi affetti più cari.

Da fan tardiva (ho iniziato a seguire i Type O all'epoca di Life Is Killing Me del 2003) ho apprezzato moltissimo la ricostruzione della carriera artistica di Peter Steele. Wagner affonda la penna nell'infanzia del bassista facendone emergere l'amore per i Beatles e i Black Sabbath che furono ispirazione e benzina per quel genio creativo e poliedrico che fondò i Fallout prima, i Carnivore poi e che esplose alla guida dei Type O Negative. Visionario, autoironico, Peter Steele si metteva alla prova continuamente, facendo della sua musica l'espressione dei suoi spettri, delle sue paure ma anche delle sue convinzioni profonde. Ed è difficile ingabbiare quella musica, cercare di inquadrarla in un genere preciso e definito, dagli eccessi rabbiosi dei Carnivore, ai toni più cupi e seducenti dei Type O. Ogni nuovo album era in grado di spiazzare completamente il pubblico: se con i Carnivore aveva dominato la scena Hardcore anni '80, divenendo quasi una leggenda metropolitana (bellissima l'immagine di un adorante e giovanissimo Phil Anselmo in attesa davanti alla sua casa di Brooklyn), con Bloody Kisses ed October Rust conquistò il pubblico internazionale con sonorità che spaziavano dal doom metal all'hard rock passando addirittura per il pop. Giocava Peter e con il suo humour nero si faceva beffe della musica, del pubblico e soprattutto di se stesso.

Soul on Fire è una biografia controversa, che ha fatto tanto discutere, con la famiglia Ratajczyk che ha prima appoggiato il progetto e poi ne ha preso le distanze. Sinceramente ho sempre guardato con un po' di sospetto alle "biografie ufficiali" perché mi fanno pensare a qualcosa di costruito, aggiustato, per porlo sotto i riflettori migliori e offrirlo in pasto ai fan mentre il lavoro di Wagner è accurato, magari sì filtrato dall'occhio dell'ammiratore per cui certi immaginari personali vengono inevitabilmente a galla, così come certe storture (avrei evitato alcuni "per sentito dire" e altre congetture) ma profondamente rispettoso nei riguardi dell'uomo e del musicista. 
Il finale, ahimè noto, lascia con l'amaro in bocca e commuove profondamente perché il destino beffardo (o bastardo) ci ha portato via Peter Steele troppo presto, ha portato via un musicista che dopo tanta sofferenza e dolore sembrava aver trovato un equilibrio, sembrava pronto a donarci nuova musica e nuove parole... ma non ha fatto in tempo. Quattro pantofole. Un libro "difficile" ma un omaggio di tutto rispetto per conoscere e riconoscere il genio e il talento del Green Man di Brooklyn.

Quando lessi dell'uscita di questa biografia oltreoceano, mi precipitai a ordinarla convinta che in Italia non sarebbe mai arrivata (da qui la mia lettura in lingua) ma la Tsunami Edizioni mi ha piacevolmente sorpresa e adesso possiamo leggere anche in italiano l'opera di Wagner, corredata, tra l'altro, di un magnifico apparato fotografico.

JEFF WAGNER

Soul on Fire 
(Titolo originale: Soul on Fire. The life and music of Peter Steele)
editore: Tsunami Edizioni; pagine: 300; EAN: 9788896131787
data di pubblicazione: 24 settembre 2015 
brossura: € 21,50; acquistalo su: Giunti al Punto

Peter Steele, all'anagrafe Peter Thomas Ratajczyk, è stato uno dei personaggi più particolari e talentuosi del panorama metal di tutti i tempi. Visionario, estroso, provocatore, amico leale e generoso, dotato di grande autoironia e di un senso dell'umorismo sarcastico e tagliente, con le sue band ha dato sfogo alla propria complessa personalità cesellando dischi osannati ancora oggi da moltissimi fan e caratterizzati dalla sua inconfondibile voce baritonale così come dal sound del suo basso. Dall'infanzia trascorsa frequentando scuole cattoliche, passando per la scena hardcore e trash newyorchese degli anni '80 e l'apparizione sulle pagine di Playgirl nel 1995, dai giorni selvaggi dei Carnivore alla fama planetaria dei Type O Negative, Soul On Fire racconta ogni aspetto della vita e della carriera di Peter Steele, i trionfi e le difficoltà, sul palco come fuori, grazie a un numero impressionante di interviste inedite con amici, familiari e colleghi musicisti.

CHI È JEFF WAGNER:
vive a Greensboro, in North Carolina. È l’autore di Prog Metal: quarant’anni di heavy metal progressivo (Tsunami Edizioni), e ha avuto l’onore di collaborare con Martin Popoff per la sua storia illustrata dei Rush. È stato inoltre editor della rivista Metal Maniacs dal 1997 al 2001. Ha comprato il suo primo albun dei Carnivore nel 1996. Lavora per InsideOut Music di giorno e produce formaggio vegano di notte. E guarda quanto più baseball gli sia possibile.


Potevo chiudere questa recensione con uno dei brani più famosi dei Type O da Christian Woman a Love You To Death ma ne ho scelto uno cui sono particolarmente legata, dall'album più bistrattato della band (Life Is Killing Me, 2003)  ma anche quello che per primo è entrato nella mia casa.
Anesthesia è ogni volta una stilettata al cuore da pelle d'oca e ve la propongo nella bellissima versione live dal Festival di Wacken del 2007:

7 commenti:

  1. Letto il libro.
    Commozione.
    Ho tutti i loro dischi.
    Ho incontrato Peter a Bologna nel 2003 e lo ricordo ridere per il bloc notes che avevo "The lions the lions ahahhaha".
    A Wacken quel giorno c'ero...

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    1. C'ero anch'io a incontrare Peter a quel Summer Day in Hell, ho ancora la pelle d'oca al ricordo.

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    2. Che meraviglia averlo potuto incontrare! Ho letto che con i fan era sempre molto disponibile. Avete davvero un bel ricordo da conservare!

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  2. Non pensavo ne scrivessi una recensione, gli italiani che conoscono Peter si contano sulle dita di una mano ma per fortuna ci sono e non mancano di elogiare lui e i suoi gruppi. Tra Twitter e soprattutto Instagram i miei ormoni un giorno esploderanno x'D
    Che dire, del numero esiguo di recensioni lette la tua è la più bella e sentita. Se a Natale non l'avessi inserito nella lista di regali probabilmente sarei ancora qui a bramarlo, non tanto per il prezzo un po' altino quanto perchè non ce la faccio: so che una volta chiuso il coinvolgimento sarà elevato, e la voglia di conoscerlo ulteriormente ancora di più.
    Non posso dire che ero una fan quando è mancato, mi ero decisa ad ascoltarli solo da un mese. Nonostante il fresco avvicinamento quel giorno avvertii il colpo, avevamo perso una persona speciale, giovane ed entusiasta per la nuova musica che progettava di registrare. Piansi letteralmente, al punto da coinvolgere nel lutto persino mia madre che non capì ma domandò chi fosse. Un lutto davvero: se Peter ti entra dentro non se ne andrà mai.

    La sezione 'nera' la descrivono come frettolosa e raffazzonata rispetto alle altre due, vuoi perchè le sorelle streghe han fatto dietrofront, vuoi perchè l'ultima versione della sua scomparsa con il diverticolo di Meckel è spuntata fuori solo di recente. Io ora credo con la tua recensione che non sia così; Wagner è in primis un fan e come tutti avrebbe voluto un finale ben diverso da quel che gli è stato permesso di raccontare. Ma per l'appunto l'essere un ammiratore ha giovato alla riuscita del libro perchè ne è nata un'opera Vera, in cui tutti quelli che gli erano più vicini e volevano parlarne sono stati ascoltati. Ora la voglia di leggerlo sovrasta il timore di uscirne con il cuore spezzato.

    Grazie Jerry 💚

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    1. Credimi, il timore di uscirne col cuore spezzato è in realtà una certezza. Ma ne vale la pena.

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    2. Cara Lumi, come dice Enrico ne vale la pena ma ammetto di non essere riuscita a trattenere le lacrime!
      Più che di un capitolo raffazzonato e affrettato, credo che Wagner si sia dovuto muovere con i piedi di piombo, tante le persone e i sentimenti in gioco. E come succede sempre per i personaggi in vista, purtroppo le polemiche erano dietro l'angolo.
      Una cosa che mi ha colpito, leggendo la biografia, è la gelosia che circondava l'immagine di Peter Steele, come se le persone ne ricercassero l'esclusiva! Forse era quel magnetismo e la sua profonda gentilezza.
      Certo è che dopo averlo ascoltato è difficile dimenticarlo!

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    3. Noi che lo amiamo non possiamo non piangere quando abbiamo imparato a conoscere la persona generosa e buona che era. E' lo scotto da pagare.
      Vi ringrazio entrambi, sono più convinta che sarà una lettura imperdibile!

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