sabato 24 agosto 2019

Tim Specter. Il problema del maggiordomo impiccato


Tim Specter era un cacciatore di fantasmi, il più dotato della sua epoca, e probabilmente anche di tutte le altre epoche. Il suo dono era un'eredità del padre, Algernon Specter, che a sua volta lo aveva avuto dal nonno, Arthur, e così via fino alle radici più profonde dell'albero genealogico di famiglia. Per gli Specter, che venivano dalla Scozia, vedere i fantasmi era affare genetico.
(George Bloom, Tim Specter. Il problema del maggiordomo impiccato)


Buon weekend, lettori in pantofole! Contrasto l'uggia di questa giornata piovosa, scrivendo un nuovo post. Oggi parliamo di Tim Specter una lettura dedicata ai più giovani che mi ha tenuto compagnia durante le ferie. Un libretto di appena 220 pagine ma che ha saputo farsi apprezzare nel suo mix di mistery e crime...


Tutto ha inizio il 2 novembre 1895, giorno dei morti. Tim Specter e il suo fido maggiordomo, Wilfrid, sono convocati a Villa Pemberton per venire a capo degli strani fenomeni che lì si stanno verificando. Dovete sapere che Timotheus Specter discende da una assai particolare stirpe delle Highlands scozzesi... in poche parole gli Specter possono vedere e interagire con i fantasmi e Tim è il più famoso cacciatore di spettri di sempre. A lui spetterà il compito di scoprire perché lo spirito del maggiordomo Harold Stenton sia tornato dal regno dei morti e stia infestando la dimora della sua anziana datrice di lavoro. Cosa ancora lo lega al mondo dei vivi? E perché il fantasma si è manifestato solo 15 anni dopo la dipartita di Stenton? Tim e Wilfrid iniziano a indagare mentre Londra è funestata da altri cruenti episodi: l'"assassino dell'orologio" continua indisturbato a mietere vittime...   

IL MIO PENSIERO

Nella sua carriera, Specter aveva visto decine, centinaia, migliaia di fantasmi, comunicando con la maggior parte di loro come voi parlate di frutta con il vostro fruttivendolo, o di orologi con il vostro orologiaio. Tuttavia non era sempre così facile: alcuni fantasmi negavano il contatto, altri ancora erano malvagi, o addirittura pericolosi. [...] Ma a lui non importava, visto che soltanto una cosa lo interessava davvero: il mistero, in tutte le sue sfumature.
Ed è il mistero a farla da padrone in questo romanzo, un mistery, appunto, dalle sfumature crime che occhieggia e celebra i grandi classici della letteratura anglosassone. Il personaggio di Tim Specter, del resto, con il suo acume e la sua eleganza (segno distintivo il bastone con putto sul manico) non può che farci pensare al ben più famoso Sherlock Holmes, così come nel petulante Wilfrid, maggiordomo, amico nonché "segretaria" di Timotheus, possiamo ravvisare un omaggio al Dottor Watson. I delitti ovviamente ci sono e sono quelli del temibile "assassino dell'orologio" (se leggerete il libro capirete il perché di questo soprannome) ma il fulcro del romanzo è dato dalla caccia alle tante entità ectoplasmiche che sembrano affollare le strade della Londra vittoriana. Questa è la peculiarità di Tim Specter, la capacità di vedere e interagire con i fantasmi: nello specifico un fantasma "in ritardo" quello del maggiordomo Harold Stenton che dopo ben 15 anni dalla notte della sua dipartita è tornato per infestare la dimora della sua anziana datrice di lavoro.

Il filo narrativo si dipana accattivante tra pozzanghere, nebbia, pub fumosi e personaggi surreali di tutto rispetto: oltre al fantasma di Stenton, c'è quello ad esempio di un "bobby" londinese o dell'anziana proprietaria di una sala da tè (sappiate che ho amato Gertrude Bowers e il suo occhio ballerino... Scrotch!) per non parlare del giovane Tippert ignaro del motivo che lo ha portato a "infestare" lo studio di un rispettabile medico londinese. Tra i vivi e vegeti spiccano i coniugi Fitzpick, la longeva Gilda Pemberton, sempre alla ricerca del suo amato gatto, e il famoso scassinatore Archibald Bowbridge, "Cassaforte" per gli amici 😉
Insomma, Tim Specter non annoia, anzi, intrattiene, fa sorridere e getta qua e là anche qualche interessante aneddoto sulla storia e la cultura della Londra vittoriana. Se un appunto si vuol fare è all'uso smodato di onomatopee che occhieggiano alla graphic novel, dopo un po' i continui ciaff, sfrush, scrib e toc diventano alquanto irritanti.
Il fascino di Tim Specter poi sta nell'oscuro passato che lo circonda (non mancano gli accenni a un antagonista che più cattivo non si può e a un amore perduto) e nella sua capacità di dare pace alle anime tormentate che, finalmente, in una nuvoletta bianca, spariscono per non tornare più... ah e ovviamente il finale resta apertissimo!
Tre pantofole: Una lettura agile, gradevole, arguta e arricchita da bellissime illustrazioni. Certo è rivolta ai giovani lettori in erba ma è godibile anche dai più grandi o, come nel caso della sottoscritta, dagli eterni Peter Pan. 

Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Giunti lo scorso aprile:

  GEORGE BLOOM 

Tim Specter. Il problema del maggiordomo impiccato
editore: Giunti; pagine: 224; EAN: 9788809871939
data di pubblicazione: 3 aprile 2019
brossura: € 12.90; eBook: € 6.99; acquistalo su: Giunti al Punto

Timotheus Specter è il più grande cacciatore di fantasmi della sua epoca (“E anche di tutte le altre epoche”, aggiungerebbe lui). Il suo lavoro consiste nel liberare gli spettri dai problemi che li tengono legati al nostro mondo. Al suo finaco, il fedele maggiordomo Wilfrid lo segue in ogni avventura. 
1895. Perché lo spettro del maggiordomo Harold Stenton ha iniziato ad apparire a villa Pemberton ben quindici anni dopo la notte in cui si impiccò con le sue stesse bretelle? Chi si nasconde dietro al misterioso assassino che ha messo in ginocchio la capitale e che firma i suoi crimini ficcando un orologio in bocca alle vittime? Starà a Tim, e al suo lamentoso assistente Wilfrid, dare una risposta a queste sinistre domande!
Illustrazioni di: Paolo Gallina

CHI È GEORGE BLOOM:
Un altro mistero avvolge Tim Specter, l'identità del suo autore. Sul web non è dato trovare informazioni al riguardo, né tantomeno foto che lo ritraggano.
Unico anello di contatto, il giovane autore Marco Nucci che di George Bloom pare essere il traduttore... di lui qualche informazione l'abbiamo ecco qua: 
Nato nel 1986, collabora dal 2015 con la Sergio Bonelli Editore, come sceneggiatore, curatore e community manager. Dal 2013 è direttore artistico di Crime City Comics: Dylan Dog, festival nazionale dedicato all’Indagatore dell’Incubo. Ha sceneggiato tre graphic novel per Tunué: La tana di Zodor, disegnato da Isaak Friedel; Sofia dell’Oceano, disegnato da Kalina Mhuova, vincitore del Premio Bartoli 2018 in occasione dell’ARF! Festival e candidato al Treviso Comic Book Festival e Skull, disegnato da Giovanni Nardone.

E, ovviamente, chiudiamo con la musica. Tim Specter mi ha ispirato inevitabilmente i Police e la loro Spirits in the Material World  dall'azzeccatissimo album Ghost in the Machine (1981):

7 commenti:

  1. Sembra carino! La trama mi stava facendo pensare un po' a "La scala urlante" di Jonathan Stroud, ma a giudicare dalla tua recensione, questo libro si basa su premesse completamente diverse (derivando almeno in parte da origini di natura letteraria, e in parte traendo ispirazione dal regno delle graphic novel).
    In ogni caso, se mi capiterà l'occasione, probabilmente gli concederò una possibilità! ^____^

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    1. Ciao Sophie! Sì, devo dire che a me è piaciuto proprio perché mescola un po' le carte e i generi. Invece non conosco per niente La scala urlante.
      Me lo consigli? Si tratta di una serie?

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  2. Sembra molto carino, poi la cover è meravigliosa!

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    1. Ciao Little Pigo! Sì le illustrazioni sono davvero molto belle in coperta come negli interni ^^

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  3. Ciao!
    Stavo decidendo se scegliere questo libro oppure no: sembra simpatico ma ho un po' il dubbio che tipo chi adora i gialli come me possa rimanere deluso, sbaglio?

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    1. Ciao premetto che si tratta di un libro per ragazzi, per cui te lo consiglio solo nel caso ti piaccia (come a me) tornare un po’ bambino... in quel caso l’ho trovato un romanzo molto carino

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    2. Grazie! Hai ragione: è sempre bello anche tornare bambini, ed è assolutamente cosa buona.

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