Sulle lapidi, la riproduzione del messaggio d'addio, scritto a mano, del grande bluesman poco prima di morire e conservato per i posteri dalla sorellastra Carrie: "Gesù di Nazareth, Re di Gerusalemme, mio redentore. So che esisti e che mi chiamerai dalla tomba".
Molti hanno detto che, nel momento in cui viene letto, si ha l'impressione che Satana faccia capolino e sorrida in modo beffardo...
(Ezio Guaitamacchi, Delitti rock)Molti hanno detto che, nel momento in cui viene letto, si ha l'impressione che Satana faccia capolino e sorrida in modo beffardo...
Buonasera lettori in pantofole! Oggi sono qui per parlarvi di un libro che mi ha tenuto compagnia durante le vacanze estive. Delitti rock è stato senza dubbio una lettura interessante, accompagnata dalla migliore colonna sonora di sempre. Eppure... be', diciamo che l'opera di Ezio Guaitamacchi ha pregi e difetti e non mi ha mandata in estasi come mi sarei aspettata...
È il settembre del 1937 ed è da poco passata la mezzanotte quando Bessie Smith regina incontrastata del blues sale sulla fascinosissima Packard che la condurrà al capolinea... inizia così questa lunga carrellata di storie maledette del rock (e non solo). C'è il "Club J27" e le misteriose morti di Jim, Janis e Jim; c'è il Dakota Building dove Mark David Chapman, arma in pugno, attese l'arrivo di John Lennon e fece fuoco, ci sono le acque del Wolf River dove sparì Jeff Buckley. E ancora Sid e Nancy, Dimebag Darrell e Kurt Cobain, Elvis Presley e Michael Jackson, la storia del rock è qui narrata e ripercorsa attraverso le sue pagine più oscure, dibattute e controverse ma tutte a suo modo maledette...
IL MIO PENSIERO
Questa non è un'enciclopedia delle morti rock, anche se ci si avvicina molto. Non lo è perché non ho (volutamente) messo tutti i musicisti scomparsi ma solo i casi più scottanti, le vicende più misteriose, le storie più suggestive ed emozionanti...
È così che Ezio Guaitamacchi apre questo volume corposo, suggestivo e prosegue specificando che non tratterà solo di "delitti" in senso tecnico. Ed è qui che arriva il mio primo appunto, la perplessità che mi ha combattuta durante tutta la lettura: 200 indagini sulla scena del crimine recita la copertina ed è ciò che effettivamente mi aspettavo, il lato crime, giallo del rock, i casi effettivamente controversi, scottanti, misteriosi, analizzati in maniera puntuale a partire dai luoghi dove furono perpetrati i crimini. E invece questi sono solo una minima parte. Tra droga, alcool, incidenti e suicidi a essere indagato è solo il lato oscuro della fama, il demone autodistruttivo delle leggende del rock... per carità, ha il suo fascino ma alla fine questa storia del rock attraverso le sue "morti eccellenti" è molto vicina a quell'enciclopedia paventata dall'autore in apertura. Tra l'altro il libro ha un taglio cronologico: parte dagli anni Trenta per arrivare alla contemporaneità (Delitti Rock è stato pubblicato nel 2010) per cui ai vari personaggi sono dedicati capitoli più o meno brevi, quasi fossero delle schede, delle voci enciclopediche appunto. ^^
Ma veniamo ai pregi, perché sì Delitti Rock non è quello che mi aspettavo ma come dicevo in apertura si è comunque rivelata una lettura interessante e questo grazie allo stile e alle conoscenze musicali di Guaitamacchi che spazia a 360°. Del resto da uno dei più noti giornalisti musicali italiani non mi aspettavo di meno e infatti la narrazione è scorrevole, avvincente... 464 pagine e non sentirle, un bell'affare direi ;-) Altro punto di forza è l'assenza di sensazionalismo che in un libro del genere potrebbe far capolino da ogni angolo. L'autore è il primo ad allontanare dalla scena le elucubrazioni più scandalistiche e infondate, riuscendo a coinvolgere il lettore senza scadere troppo nel romanzesco. Anche se, dopo aver letto la biografia degli Alice in Chains di David De Sola devo ammettere che le pagine dedicate a Layne Staley sono davvero poco approfondite e fondate esclusivamente sulle tesi (anche piuttosto tendenziose) della biografia di Adriana Rubio, quella sì lasciatemelo dire da buona fan, decisamente brutta.
In sostanza, l'opera di Guaitamacchi è una bella carrellata rock, ne ripercorre le tappe, attraverso storie più o meno note, storie tragiche, violente a volte grottesche, storie che lasciano l'amaro in bocca. Lost nine friends we'll never know scriverà Eddie Vedder della tragedia di Roskilde. Del resto di rock si vive e si muore come dimostra l'ultima sezione del libro che si intitola guarda caso Troppo giovani per morire (di rock) e descrive gli incidenti più clamorosi che hanno funestato tanti festival e raduni musicali.
Tre pantofole. Un'opera corposa che mi sento di consigliare agli appassionati, un libro da leggere e ascoltare ma soprattutto da "piluccare", viaggiando attraverso il suo indice come in una "luttuosa" macchina del tempo. Peccato che il taglio crime sia decisamente solo abbozzato, una promessa non mantenuta.
Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Arcana nel 2010:
EZIO GUAITAMACCHI
Delitti Rock
editore: Arcana Edizioni; pagine: 464; EAN: 9788862311021
data di pubblicazione: 8 aprile 2010
brossura: € 18.50; acquistalo su: Giunti al Punto
Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison: quattro grandi star della "musica che ha cambiato il mondo" muoiono (in circostanze misteriose) nel giro di soli due anni. Tutti avevano una J nel nome. Tutti avevano 27 anni. Quella del "Club J27", purtroppo, non è un'anomalia della storia del rock. Prima e dopo Brian, Jimi, Janis e Jim, altre stelle luminose del firmamento musicale vedono le loro giovani vite troncate da incidenti improvvisi, overdose vigliacche, atti violenti, veri e propri omicidi. Sempre, un alone di mistero circonda queste "morti celebri". Da Elvis Presley a Kurt Cobain, da Marvin Gaye a Jeff Buckley, sono decine i "casi irrisolti" (a volte, ancora aperti) di una catena inquietante di Delitti Rock. Quarant'anni dopo le morti di Hendrix e Joplin e a trenta dall'omicidio Lennon, questo libro racconta i casi più scottanti, le storie più scabrose, gli avvenimenti più scioccanti cercando di far luce sui misteri che aleggiano (ancora oggi) attorno ai nomi di alcuni dei più grandi miti del Novecento. La scena del crimine viene analizzata nel dettaglio così come minuziosamente sono approfonditi tutti gli accadimenti che accompagnano la tragica fine di ciascun personaggio. Il racconto trasporta l'ascoltatore in una zona "ai confini della realtà" nella quale si possono assaporare le varie storie quasi le si stesse rivivendo in diretta.
giornalista, scrittore, musicista, autore e conduttore radiotelevisivo, è stato il fondatore del mensile specializzato Jam, direttore del Master in Giornalismo e Critica Musicale presso il CPM di Milano e direttore artistico dei Festival internazionali Just Like A Woman e Milano Guitar Festival. Ha diretto collane di libri musicali per Arcana ed è autore di diversi saggi come Peace & Love, 100 dischi ideali per capire il rock, Figli dei fiori, figli di Satana, 100 canzoni che ci hanno cambiato la vita. Ha intervistato più di mille rockstar ma non ne ha uccisa nessuna. Finora.
Per quanto riguarda la colonna sonora ci sarebbe l'imbarazzo della scelta. La sottoscritta chiude con In this river (Mafia, 2005) dei Black Label Society. Dedicata da Wylde all'amico di sempre Dimebag Darrell morto assassinato nel 2004, è stata poi scelta come colonna sonora di un video commemorativo delle più importanti voci metal scomparse durante i Revolver Golden Gods.
Per quanto riguarda la colonna sonora ci sarebbe l'imbarazzo della scelta. La sottoscritta chiude con In this river (Mafia, 2005) dei Black Label Society. Dedicata da Wylde all'amico di sempre Dimebag Darrell morto assassinato nel 2004, è stata poi scelta come colonna sonora di un video commemorativo delle più importanti voci metal scomparse durante i Revolver Golden Gods.
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