mercoledì 6 marzo 2013

Simona Sparaco presenta "Nessuno sa di noi"

Buongiorno lettori in pantofole! Come è stato il vostro inizio di settimana? Il mio piovigginoso (purtroppo!) ma molto interessante ;-) Ieri pomeriggio, infatti, ho partecipato alla presentazione di Nessuno sa di noi di Simona Sparaco, un libro che mi ha molto colpita e coinvolta (qui potete trovare la mia recensione). È stata davvero una bella esperienza, un pomeriggio intenso ma piacevole, così ho deciso di condividerla con voi. 

La presentazione si è tenuta presso la Biblioteca delle Oblate di Firenze nell'ambito di una serie di incontri interamente dedicati alla donna. Per chi non la conoscesse, la biblioteca sorge in un sito di grande valore storico, l'antico convento delle Oblate, in seguito convertito a luogo di studio e consultazione. Si tratta di  un ambiente particolarmente vivo e stimolante, vi si può andare a studiare, leggere, fare ricerche online, e vi si organizzano molte attività: gruppi di lettura, riunioni, presentazioni. Ieri la sala conferenze era quasi piena, tra l'altro ho notato anche la presenza di molti uomini. Sul palco c'erano il direttore editoriale della casa editrice Giunti, Beatrice Fini, la giornalista Maria Cristina Carratù, la saggista e scrittrice Fausta Garavini e ovviamente l'autrice Simona Sparaco. Lunghi capelli castani, minuta nel suo abito color cioccolata, la Sparaco dimosta molto meno dei suoi trentacinque anni ed ha una voce dolcissima. I temi trattati durante l'incontro sono stati molto forti, del resto Nessuno sa di noi affronta un argomento difficile; è la storia di Luce e Pietro una coppia come tante in attesa di un bambino che si trova ad affrontare una realtà inimmaginabile e dolorosa. Lorenzo il figlio che aspettano è affetto da una rara malattia per la quale non esistono cure. La coppia precipita in una spirale di sofferenza indicibile e si troverà costretta a una scelta atroce: l'aborto terapeutico. Simona Sparaco si è detta commossa ed emozionata nel presentare il libro perché Nessuno sa di noi, non è un romanzo facile, racconta l'esperienza più difficile per una madre, fa emergere una sfera privata, intima, che non era mai stata raccontata prima, da qui anche il titolo del romanzo. Si è parlato sul palco di un «libro terapeutico», che ti porti dentro, che solleva dubbi e quesiti, e dopo averlo letto posso garantire che è effettivamente così. Il lettore è portato a immedesimarsi in Luce a chiedersi come avrebbe reagito, cosa avrebbe fatto in una situazione del genere. Si tratta di un romanzo estremamente coraggioso scritto in maniera pulita e scorrevole. Ma nonostante affronti temi controversi quali l'aborto e la bioetica, come ha affermato la giornalista Maria Cristina Carratù, Nessuno sa di noi non è un libro politico, non sbandiera una presa di posizione, non dà giudizi. I protagonisti Pietro e Luce affrontano sì tutta una serie di questioni etiche e morali, ma soprattutto fanno i conti con la propria coscienza. La Sparaco ha ribadito di non aver mai avuto la pretesa di dare risposte, casomai di sollevare domande. Quando ha iniziato a scrivere ha attinto a un dolore personale e si è dovuta misurare con molti limiti, perché la sofferenza spaventa, ma ne è uscita con delle consapevolezze in più. Ha raccontato tanti modi di essere madre, oltre a Luce ci sono molte altre donne in questo romanzo: la madre della protagonista, ad esempio, una donna inadeguata al suo ruolo, persa dietro un'illusione su cui ha costruito tutta la sua esistenza ma anche tutte le donne che scrivono a Luce (è una giornalista e gestisce una rubrica su un giornale) e che condividono le proprie esperienze. Mi è piacuta moltissimo l'immagine che la Sparaco ha utilizzato per descrivere il suo romanzo, un lungo corridoio pieno di porte sulle quali soffermarsi, ognuna rappresenta un nuovo spunto di riflessione, ma soprattutto una profonda storia d'amore, la storia di Luce, Pietro e Lorenzo.

2 commenti:

  1. Bellissimo questo tuo post, Jerry *_* È molto toccante. Mi avevi già accennato a questo libro, ma non avevo capito quali argomenti trattasse... sicuramente è un romanzo da leggere e lo farò, ma nonadesso perché è davvero una storia molto difficile e non è questo il momento per conoscerla. Ti ringrazio per averne parlato ^_^

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  2. l'ho comprato al volo in stazione, per avere qualcosa da leggere, senza nemmeno sapere di cosa parlasse. ma nulla avviene a caso. Ho vissuto un esperienza per fortuna non simile e mio figlio si chiama Lorenzo. Penso che l'italia senza il vaticano sarebbe più umana. PErchè i retaggi che ci portiamo dentro son sempre i medesimi. IO ho dovuto affrontare solamente il calvario di trovare un medico non obiettore di coscienza, in una città,anzi, regione, clericizzata all'inverosimile, dove per far carriera devi essere con "loro",in un Paese dove se vuoi abortire nei termini di legge perchè tuo figlio è malformato devi bussare alla porta ogni girono di qualcuno diverso, cambiare città....penso alle adolescenti, a chi non ha nessuno, a chi nno ha i soldi per andare all'estero. Ironia della sorte, il medico che mi disse che era malformato, era in errore. Un errore enorme. Adesso Lorenzo ha 2 anni e per fortuna sta bene. Spero che questo libro faccia breccia in tante persone, anche perchè, come dici te e l'autrice, non giudica, non è politicizzato, apre un mondo di dolore che andrebbe rispettato.

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