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domenica 24 gennaio 2016

CHIRÚ


– No, Eleonora, tu non sei la mia maestra. È strano che proprio tu non lo veda, eppure lo reciti ogni due sere da settimane. Tu sei la ragazza del tuo spettacolo, e io sono la tazza che scegli di buttarti alle spalle. Quell'uomo è il vestito da sposa che ti metterai addosso in cambio del rumore dei miei cocci. Mi stai lasciando cadere. 
(Michela Murgia, Chirú)


Buona domenica lettori in pantofole! Come ve la passate? Lo so, sto latitando in questo ultimo periodo, e non solo sul blog, non sono riuscita neanche a "navigare" nell'etere questa settimana. Ma spero di farmi perdonare con una nuova recensione ^^
Oggi parliamo di Chirú di Michela Murgia, un romanzo che ho letto addirittura prima delle vacanze di Natale e che mi era stato consigliato da una collega. Ma partiamo dalla storia:
   



Eleonora ha 38 anni quando incontra Chirú. Lei, un'apprezzata attrice di teatro e lui diciottenne violinista sfrontato e avido di conoscenza. Ed è proprio Chirú ad avvicinarla alla fine di uno spettacolo, a presentarsi a lei quale materiale "grezzo" in cerca del suo Pigmalione. Ed Eleonora vacilla davanti allo sguardo limpido di Chirú divenendone suo malgrado la guida e il punto di riferimento. Tu sai un sacco di cose e io ho bisogno di impararle. Un apprendistato, è questo in fondo che Chirú chiede a Eleonora ma, si sa, la conoscenza non è mai a senso unico e il rapporto con il giovane allievo aprirà le porte ai ricordi, ai pensieri, a vecchie ferite mai rimarginate.
Maestra, allievo o viceversa? I ruoli si ribaltano e anche Eleonora dovrà apprendere la sua lezione, sentirsi creta tra le mani dell'altro...