Buonasera lettori in pantofole, eccomi qua! No, non sono stata risucchiata in un buco nero, ho avuto solo qualche impegno di troppo e nel weekend mi sono presa una breve vacanza ^^ Ho trascorso un paio di giorni a Londra con delle amiche e devo dire che il breve interludio ci voleva davvero! Ho trovato una città più sporca e più costosa dall'ultima volta (era il 2013), per non parlare dei controlli aeroportuali, dove ho perso 10 anni di vita (sarà l'effetto Brexit?) ma l'atmosfera... quella è sempre la stessa: fantastica!
Passeggiate, un brunch, qualche birra e una mostra incredibile, questa è stata la mia Londra 2017. Abbiamo evitato Camden e le zone viste e riviste per concentrarci su qualche angolo ancora inesplorato ma a Notting Hill e Portobello non siamo riuscite a resistere (come al solito ^^).
Tutto da scoprire, invece, è stato Temple, il quartiere giuridico della Ciy, tra edifici imponenti e strette viuzze (ed è tutta colpa di Kerstin Gier!).
Per il brunch domenicale abbiamo scelto il più turistico Covent Garden mentre per l'hamburger il The Dog House di Kennington è stata una vera scoperta, come tutto quanto il quartiere del resto! Abbiamo soggiornato in questa zona a noi sconosciuta (sulla Northern Line) e devo dire che ci ha piacevolmente colpite: multiculturale, ben servita da metropolitana e autobus e con un parco davvero carino. Ma forse la camminata più bella è stata quella lungo il Tamigi, tra Waterloo Bridge e Blackfriars dove ho scovato un mercatino del libro usato davvero ben fornito... e infatti c'era moltissima gente a sfogliare edizioni vecchie e nuove, se ci mettete poi la giornata splendida (per quanto freddissima) capirete il mio entusiasmo ^^
E veniamo alla ciliegina sulla torta! You Say You Want a Revolution? Records and Rebels 1966-1970 è la mostra che al Victoria & Albert Museum celebra gli anni che hanno "inventato" il futuro: gli anni Sessanta. A partire dalla moda con le sue minigonne, le code di cavallo posticce e quelle ciglia lunghe lunghe, passando per la Swinging London dei Beatles, per le rivolte giovanili e il rock di protesta, per le rivendicazioni civili e gli slogan contro la guerra in Vietnam (White people sending black people to fight yellow people to protect the country they stole from red people - James Rado) fino a Woodstock... un'intera parete che trasmette le immagini del festival più famoso di sempre e tanti cuscini per sdraiarsi e immaginare di essere proprio lì, su quel prato dove Joni Mitchell non riuscì mai ad arrivare ma che pure celebrò così: Said, I'm going down to Yasgur's farm/ Going to join in a rock and roll band/ Got to get back to the land, and set my soul free...E ancora, il consumismo, la tecnologia, la conquista dello spazio, il tutto condito da un'audioguida che si fa colonna sonora strepitosa di ogni oggetto e memorabilia esposto: dagli abiti di Twiggy alla giacca di John Lennon, passando per la chitarra di Hendrix e le centinaia di vinili che fanno mostra di sé nelle varie sale.
Insomma, You Say You Want a Revolution? vale davvero la visita, incanta e strappa anche qualche lacrima e, se progettate di andare a Londra, non perdetevela perché resterà aperta fino al 26 febbraio!
Per tutte le info: https://www.vam.ac.uk
Bellissimo questo resoconto Barbara! Amo molto viaggiare ma per svariati motivi ancora non sono stata a Londra... mi hai fatto venir voglia di andarci però!
RispondiEliminaGrazie mille, Nadia! Io adoro l'atmosfera e il mood di Londra e non posso fare altro che consigliarti una visita ^^ C'è sempre qualcosa di nuovo da vedere e visitare ogni volta, c'è sempre quell'angolo che ti era sfuggito e che all'improvviso ti conquista, mostre e musei a cui non si può resistere e gli scorci letti su mille e mille libri ^^
Elimina