giovedì 21 marzo 2013

Classici... che passione! #6


Buonasera lettori in pantofole, come procede la vostra settimana? Io sono stata occupatissima per via del lavoro e ho dovuto abbandonare un po' il blog e le letture (in questi giorni non sono riuscita a sfogliare nemmeno una pagina accidenti!!!) ma eccomi di ritorno con un nuovo appuntamento della rubrica Classici... che passione! Oggi vorrei parlarvi di un romanzo che ho davvero amato, si tratta di Zanna Bianca di Jack London, un capolavoro della narrativa per ragazzi pubblicato per la prima volta sulla rivista Outing, tra il maggio e l'ottobre del 1906.

E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammentava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente ed impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità ed agli sforzi degli uomini. Era il Wild, il selvaggio Wild delle spietatamente gelide terre del nord.
(Jack London, Zanna Bianca)

Nelle immensità delle terre selvagge due uomini, Henry e Bill, stanno attraversando la foresta con la loro muta di cani; viaggiano a velocità sostenuta, viaggiano per raggiungere la civiltà. Ma la natura è ostile tra i ghiacci del nord e i lupi affamati. Solo Henry riuscirà a salvarsi mentre Bill e i cani verranno decimati dal branco. Per la lupa dal pelo fulvo quegli uomini rappresentano la sopravvivenza, per lei e per il suo compagno il Guercio, ma soprattutto per i cuccioli che porta in grembo. Di questi soltanto uno sopravvivrà alla rigidità dell'inverno, un lupacchiotto dal pelo color argento, un lupacchiotto vivace e forte. Ma ben presto il piccolo conoscerà la dura legge dell'uomo. Kiche, la madre, è in realtà un cane inselvatichito, fuggita da un campo indiano a seguito di una carestia e, inevitabilmente, all'uomo torna a sottomettersi. Quando Castoro Grigio e i suoi compagni incontrano  lei e il cucciolo, per Zanna Bianca, così viene ribattezzato il lupacchiotto, giunge il tempo di inginocchiarsi dinanzi al dio-uomo. E così il lettore segue le sue avventure nel campo indiano, la sua lotta interiore, la sua nostalgia insopprimibile della natura libera e selvaggia. Un muro si erge tra il lupo e gli dei-uomini, un muro che lo allontana anche dagli altri cani che fiutano in lui il Wild, il selvaggio. Zanna Bianca assaggerà la violenza, la brutalità, che culminerà nell'incontro con Beauty Smith, individuo senza scupoli che per divertimento e per denaro lo costringerà a lottare con gli altri cani all'ultimo sangue, per la sopravvivenza. Sarà l'amore di Weedon Scott a salvarlo, l'amicizia di un uomo buono e intelligente che gli donerà il tepore di una carezza. Il padrone per amore cui Zanna Bianca giurerà fedeltà, per cui piegherà la sua natura indomita, abbandonando la ferocia e la forza bruta per la mitezza e la lealtà.
Ho letto e riletto questo romanzo, ho seguito con trepidazione le avventure di questo piccolo grande cucciolo alla scoperta del mondo e di se stesso, perché Zanna Bianca è soprattutto questo: la storia di un lupo, una storia selvaggia di libertà e coraggio ma soprattutto una storia d'amore. L'amore senza limiti tra uomo e cane, un sentimento di lealtà indefessa e fiducia reciproca, che sfida l'indole e la natura e unisce per sempre. Jack London ha saputo raccontare con profondità e meraviglia questo sentimento, avvincendo il lettore dalla prima all'ultima pagina, ma soprattutto è riuscito a imprimere nella nostra mente l'imponenza e lo spettacolo della natura selvaggia. Sì perché a dominare la scena accanto al lupo e all'uomo sono le terre sconfinate e spietatamente gelide del Nord. Le descrizioni impetuose delle bianche distese innevate e delle interminabili foreste dello Yukon e del Klondike all'epoca della corsa all'oro. Luoghi impervi e inospitali cui l'uomo e l'animale devono loro malgrado sottomettersi, perché è la legge di natura a dominare, la lotta per la sopravvivenza. Luoghi che Jack London conosceva bene, lui che in quelle terre era stato contrabbandiere e cercatore d'oro. Così la storia di Zanna Bianca è anche la storia della vita nelle terre del nord, una vita brutale, segnata dalla violenza, in cui vige "la legge dell'artiglio e della zanna", ma anche una vita priva di confini, libera e indomita. Un romanzo in cui è facile perdersi, seguendo l'ululato del lupo, un romanzo d'avventura che ci trasporta lontano e ci riempie il cuore di emozione e stupore.
Ho letto questo romanzo in una vecchia edizione Mursia degli anni '80 ma ho scoperto che la casa editrice ha ripubblicato l'opera; di seguito vi posto i dati più recenti:


Jack London
Zanna Bianca
Mursia
Pagine: 218
ISBN: 9788842537816
€13.00 

Due uomini e i sei cani che compongono il traino della loro slitta vengono aggrediti e sbranati da un branco di lupi. Il capo branco è il Guercio, dalla cui unione con Kiche nasce un cucciolo con un quarto di sangue canino...
Un'avventura meravigliosa nelle gelide terre del Nord America, dove la lotta per la vita è spietata. La storia di una straordinaria amicizia tra uomo e cane. 
 

CHI ERA JACK LONDON (1876-1916):
Jack London, nome d'arte di John Griffith Chaney, nacque a San Francisco il 12 gennaio 1876. Abbandonato a se stesso, trovò nei libri, che lo attrassero fin da piccolo, l'unico rifugio alla miseria di una vita pur densa di esperienze e di avventure di cui troviamo il segno nei suoi scritti. Fece il garzone, lo strillone di giornale, lo sguattero, il contrabbandiere prima, il repressore di contrabbandieri poi, l'operaio, il vagabondo attraverso l'America, il cercatore d'oro. E, pur avendo frequentato a malapena le elementari, diede sfogo all'esuberanza di temperamento e di vita con quei suoi libri che gli diedero fama immensa. Scrisse oltre un centinaio di novelle e un gran numero di romanzi. Fra questi, Mursia ha pubblicato nella Collana Corticelli, oltre al presente romanzo, Jerry delle isole, Il richiamo della foresta e La piccola signora della grande casa. Jack London morì il 22 novembre 1916 nella sua fattoria a Glen Allen.

Dal romanzo sono stati tratti diversi adattamenti cinematografici, tra cui Zanna Bianca, un piccolo grande lupo di Randal Kleiser (1991) e La leggenda di Zanna Bianca di Ken Olin (1994). Sinceramente non ho amato queste versioni cinematografiche che hanno di fatto stravolto la storia del romanzo. Di seguito, però, vorrei postarvi un brano tratto dalla colonna sonora del film Into the wild (Sean Penn, 2007) scritto ed eseguito da Eddie Vedder. Il brano si intitola appunto The wolf e davvero a mio parere trasmette il senso di immensità e solitudine delle terre abitate dai lupi del nord.



6 commenti:

  1. Credo di aver letto solo "Il richiamo della foresta" di Jack London, e parecchio tempo fa per giunta.
    Sui classici certe volte mi rendo conto di avere proprio delle lacune assurde! Prima o poi dovrò rimediare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissimo anche "Il richiamo della foresta"!!! Penso proprio che gli dedicherò un post ;-)

      Elimina
  2. "Zanna Bianca" *_* Un libro meraviglioso... Ottima scelta Jerry! Non sai quante lacrime ho versato per questo romanzo! Devo dirti la verità: quando l'ho letto, all'inizio ho faticato ad entrare nella storia perché è molto cruda e io sono troppo sensibile, però poi non ho potuto fare a meno di innamorarmi di questo classico ed è entrato nella lista dei miei preferiti. È uno di quei libri che non si dimenticano più :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti lo stile di London in generale è molto realistico, crudo e violento e vale per tutti i suoi romanzi ^_^ ma Zanna Bianca non si può non amare... ammetto di averci versato anche qualche lacrima!!! ;-)

      Elimina
  3. Zanna Bianca troppo bello, libro che devo rileggere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Decisamente è un libro che vale infinite letture ;-)

      Elimina

Accomodatevi, infilate le pantofole e... lasciate un commento!