venerdì 13 ottobre 2017

Senza consenso


Quando Terry Belnap chiese a sua figlia se voleva che la famiglia incaricasse un avvocato per mettere pressione su Van Valkenburg e per spingerlo a intentare una causa, secondo l'articolo della Florio apparso sul Missoulian, Kelsey Belnap disse: «Mamma, sono giocatori di football e nessuno mi darà ascolto. Renderanno la mia vita un inferno».  
(Jon Krakauer, Senza consenso)


Buongiorno lettori in pantofole! Come state? Ho latitato nelle ultime settimane ma oggi sono di nuovo pronta a parlarvi delle mie letture. Ho un libro molto particolare da sottoporvi: non si tratta di un romanzo ma di un reportage e di quelli "davvero tosti".
Chi mi conosce bene sa quanto abbia amato Nelle terre estreme, il racconto verità di Jon Krakauer sulla vita e la morte di Christopher McCandless, così ho deciso di avvicinarmi agli altri libri pubblicati in Italia da questo "saggista/scrittore". Be' in Senza consenso ho ritrovato tutta la puntualità, la scrupolosità e l'attento studio di Krakauer in un libro davvero terrificante e doloroso per l'argomento trattato.


Missoula, nel Montana, è una tranquilla cittadina che affonda le sue radici nell'economia del legno e dell'industria forestale. Fiore all'occhiello di questa pittoresca comunità sono UM (la University of Montana), Norman Maclean, il romanziere autore di In mezzo scorre il fiume e gli amati Grizzlies, la famigerata squadra di football dell'università. Un quadretto perfetto se non fosse per quegli articoli apparsi sul Missoulian nel dicembre del 2011 che tratteggiano una realtà ben diversa denunciando una serie incredibile di aggressioni a sfondo sessuale che hanno funestato il campus della UM a partire dal 2008. Ragazze vittime di crimini violenti e resi ancora più odiosi perché spesso perpetrati da conoscenti, negli ambienti universitari, durante una festa magari o una serata tra amici. Scoppia lo scandalo degli stupri di Missoula con alcune donne coraggiose che denunciano le violenze subite e un'intera comunità che si spacca in due. Perché a essere coinvolti nello scandalo sono proprio quei "bravi ragazzi" dei Grizzlies, orgoglio della cittadinanza. Jon Krakauer racconta la storia di alcune di queste ragazze, racconta le loro angosce, le denunce, i processi ma anche le ipocrisie, il vilipendio pubblico, la difficoltà in cui spesso viene a trovarsi la vittima di un crimine sessuale, la cui vita viene sezionata nei minimi dettagli, giudicata, violata due volte. Jon Krakauer parla di casi ben precisi, di un sistema giudiziario, di uno stato americano ma la percezione è molto più ampia, coinvolge tutte le coscienze e davvero costringe a riflettere sulla natura e gli aspetti dei reati a sfondo sessuale.   

IL MIO PENSIERO

Si stima che grossomodo l'ottantacinque per cento degli stupri sia in realtà commesso da aggressori che conoscono in qualche modo le loro vittime e che solo una percentuale ridotta di «stupri da parte di non-sconosciuti» sfoci nell'effettivo processo penale ai danni dello stupratore.
Allison, Kerry, Kelsey sono solo alcune delle ragazze intervistate da Jon Krakauer in questo libro "terrificante" di violenza e denuncia. Terrificante, sì, perché queste donne conoscevano molto bene gli uomini che le hanno aggredite e al momento della violenza si trovavano in luoghi che consideravano sicuri, circondate da persone di cui avevano fiducia. Ed è proprio da qui che parte Jon Krakauer nella sua indagine sulla serie di crimini a sfondo sessuale denunciati a Missoula tra il 2008 e il 2012. "La capitale americana dello stupro" hanno tuonato le colonne dei giornali eppure solamente un numero ridottissimo di denunce di "rapporti sessuali senza consenso" (così viene indicato lo stupro dalla legge del Montana) sono approdate in tribunale e si sono chiuse con una condanna. E questo perché lo stupro ad opera di conoscenti è un tipo di crimine molto particolare, spesso è la vittima a destare più sospetti del presunto violentatore. Una ragazza che si diverte, una ragazza che perde il controllo di sé, magari perché ha bevuto troppo, semplicemente non è stata sufficientemente avveduta. Senza consenso, denuncia i cliché, i giudizi facili della cosiddetta società civile, le ipocrisie per cui: a Missoula... un ragazzo ubriaco che possa aver 'commesso uno sbaglio' quasi sempre ottiene il beneficio del dubbio. Una ragazza ubriaca, invece, no. Figuriamoci poi quando ad essere accusato è un famoso quarterback della squadra locale, l'orgoglio di un'intera città. Come afferma Krakauer semplicemente non siamo inclini a credere che uno studente solerte o un atleta cordiale possano essere stupratori seriali. E allora la vita della vittima che denuncia viene posta sotto i riflettori, analizzata in ogni dettaglio, perché da qualche parte deve esserci "l'inghippo".

Sinceramente a sconcertare in questo libro sono i numeri. Secondo le stime ogni anno, grosso modo, 110.000 giovani donne subiscono aggressioni a sfondo sessuale ma più dell'ottanta per cento non denuncia il crimine alle autorità. Questo perché le vittime temono le ripercussioni, temono i giudizi, temono le falle di un sistema giudiziario che, soprattutto nei casi di stupro, è più incline a mettere sotto torchio la presunta vittima piuttosto che il presunto aggressore. Bene, Jon Krakauer indaga proprio queste falle: dando voce alle vittime, ai carnefici, vagliando scrupolosamente tutte le fonti (le denunce, i rapporti della polizia, le dichiarazioni in aula, gli articoli di cronaca ecc.).
Senza consenso è un libro estremamente difficile da digerire, ma è anche un libro nel quale come ho detto in apertura ho ritrovato tutta la puntualità e la scrupolosità di Jon Krakauer. Certo il taglio è estremamente diverso da Nelle terre estreme, dove spesso trapelava il sentimento del narratore, la sua partecipazione. Del resto la storia di Chris McCandless ripercorreva alcune esperienze vissute in prima persona dall'autore e questa comunione di sentimenti trapelava di pagina in pagina.

Senza consenso ha un taglio decisamente più distaccato, qui Krakauer cerca di essere il più oggettivo possibile come del resto richiede un reportage che tratti un tema tanto delicato, eppure la sua scrittura non risulta mai pesante o pedante. Quattro pantofole. Un libro doloroso, estremamente diretto che non guarda in faccia nessuno e che, proprio per questo motivo, merita di essere letto.
Jon Krakauer è uno scrittore che mi ha convinto una volta di più e penso che mi cimenterò molto presto con altri suoi scritti, intanto vi lascio tutti i dati di questo volume uscito per Corbaccio nel 2016:

JON KRAKAUER

Senza consenso
(titolo originale: Missoula. Rape and Justice System in a College Town)
editore: Corbacciopagine: 440; EAN: 9788867000951
data di pubblicazione: 17 marzo 2016
copertina rigida: € 19.60; eBook: € 9.99; acquistalo su: Giunti al Punto

Missoula, Montana, è una tipica città universitaria come ce ne sono in tutto il mondo. Dal 2008 al 2012 nel campus dell'università sono stati denunciati ben 350 casi di violenza sessuale, meno probabilmente di quanti non ne siano avvenuti e ben più di quanti non siano poi stati effettivamente condannati. Gli stupri perpetrati da conoscenti sono un tipo di crimine molto particolare, perché spesso la vittima desta più sospetti del presunto violentatore. Spesso la violenza avviene durante una festa, la ragazza magari aveva bevuto, aveva una vita sessualmente attiva... così in molti casi sotto processo finisce proprio la vittima, la cui vita viene indagata impietosamente nei minimi dettagli. In questo libro, Krakauer non giudica, non raccoglie statistiche, ma racconta la storia di alcune ragazze. La notte in cui sono state violentate, le loro paure, il modo in cui sono state trattate dalla polizia, dagli avvocati, dalla stampa, le loro angosce private e il vilipendio pubblico, il loro coraggio nel chiedere giustizia e quanto è loro costato. Krakauer parla di un college, di uno stato americano, di un sistema giudiziario, ma Senza consenso parla alle donne e agli uomini di ogni società e di ogni paese che voglia considerarsi civile.


CHI È JON KRAKAUER:
è nato nel 1954, ed è cresciuto nell'Oregon, dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi alpinisti, fecero sorgere in lui la passione per la montagna. Poco più che ventenne ha compiuto imprese degne di nota nell'ambito dell'alpinismo nordamericano e ha scalato la parete est del Cerro Torre. Dal 1983 si dedica alla scrittura come giornalista e autore di libri di grande successo pubblicati in tutto il mondo e, in Italia, da Corbaccio: Nelle terre estreme, da cui è stato tratto il film Into The Wild scritto e diretto da Sean Penn, Il silenzio del vento, In nome del cielo, Dove gli uomini diventano eroi e Aria sottile che ha ispirato il film Everest. Senza consenso ha subito scalato le classifiche americane e ha suscitato discussioni in tutto il mondo.

E chiudo con un pezzo dei Nirvana. Polly fa parte di Nevermind (1991) il secondo album in studio della band di Seattle considerato uno degli album cardine degli anni '90 e della rivoluzione grunge e affronta proprio il tema dello stupro facendo riferimento a un terribile fatto di cronaca risalente al 1987 che Cobain seguì sui giornali dell'epoca. Noi ce lo ascoltiamo nella meravigliosa versione Unplugged dai Sony Studios di New York.

2 commenti:

  1. Ciao!
    Non ho mai letto un reportage, ma da come ne parli questo sembra davvero molto interessante.

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  2. Ciao Buona lettura! Guarda è un argomento tosto, ma se sei interessata te lo consiglio. Jon Krakauer affronta un tema spinoso e attualissimo.

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